Indice Anagrafico dei corsari operanti nel Mediterraneo:
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GIOVANNI BATTISTA NARI (Giovanni Battista Naro) Di Roma. Nobile. Cavaliere dell’ordine gerosolomitano. Priore d’Inghilterra.
1579 – 1644
Anno, mese |
Stato, in proprio |
Avversario |
Azioni intraprese ed altri fatti salienti |
1588 |
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Viene accolto nell’ordine gerosolomitano. |
1612 |
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Ottobre |
Malta |
Impero ottomano |
Ha il comando della galea “San Giovanni”; difende l’isola di Malta dalla flotta turca. |
1615 |
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Giugno |
Chiesa |
Impero ottomano |
Richiamato a Roma dal pontefice Paolo V si imbarca sulle navi di Francesco Centurione; ritorna alla difesa di Malta con 400 archibugieri. |
……… |
Francia |
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Combatte in Francia al servizio del re Enrico VIII. |
1624 |
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Marzo |
Chiesa |
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Il capitano generale della Chiesa Carlo Barberini gli dà il comando della flotta pontificia con il titolo di luogotenente generale. In tale periodo, tuttavia, è assente da Roma, perché impegnato alla guardia dei confini italiani con il titolo di governatore nella guerra dei Trent’anni, un conflitto che oppone in Valtellina svizzeri, francesi, spagnoli, sabaudi e veneziani. In sua vece il comando viene esercitato da Alessandro da Filicaia. |
1625 |
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Urbano VIII gli conferisce l’incarico di maestro di campo di un terzo delle fanterie pontificie: è ancora inviato in Valtellina con lo scopo di controllare le fortezze della regione a nome del papa, chiamato come arbitro nella guerra con i grigioni. |
1627 |
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………… |
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Conclusa la sua missione in Valtellina, raggiunge Civitavecchia per prendere l’effettivo comando della flotta pontificia: ha il titolo di luogotenente ed è agli ordini di Carlo Barberini. |
Marzo |
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Giungono a Civitavecchia la squadra maltese e quella toscana per scorrere in Barberia con quella pontificia. Le autorità romane rifiutano l’offerta; Giovanni Battista Nari si dirige su Villafranca (Villefranche), nel nizzardo, per prelevarvi il cardinale di Savoia ed il cardinale Spada, attesi a Roma. |
………… |
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Si reca in Sicilia per sistemare sulle sue navi un carico di seta. Si trasferisce in Provenza (Provence) e si porta alla torre di Buccari per sbarcare 500 fanti, che, agli ordini di Galeotto Monaldi e di Carlo Nappi, devono rafforzare il presidio di Avignone (Avignon). |
1628 |
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Maggio |
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Salpa per Barcellona per accompagnarvi monsignor Monti, nunzio in Spagna. |
Giugno |
Chiesa |
Corsari barbareschi |
Al termine della missione si mette alla ricerca dei corsari barbareschi; naviga nei pressi delle isole di Maiorca (Mallorca), Minorca (Menorca) e sui litorali della Sardegna e della Corsica. Ritorna al porto di Civitavecchia senza avere avuto la possibilità di imbattersi in alcun naviglio corsaro. |
Luglio dicembre |
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Riprende il mare e continua nelle sue crociere per quasi tutto il resto dell’anno. A luglio viene segnalato a Messina, a metà ottobre all’isola Sainte Marguerite in Provenza, a fine novembre lungo le coste africane intorno all’ isola di Cembalo (Zembrah) ed alle secche di Kerkenna. Fa ritorno a Civitavecchia a metà dicembre, con al traino un brigantino, fornito di un buon carico, catturato nelle acque della Corsica. |
1629 |
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Maggio |
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Si imbarca a Civitavecchia per trasportare a Genova truppe al servizio di tale repubblica. Il viaggio dura trenta giorni ed ha un solo scalo, Livorno. Dopo otto giorni Giovanni Battista Nari si sposta da Genova a Levanto per andare incontro ad una galea francese nella quale si trova a bordo un figlio naturale del re di Francia. Da qui si trasferisce a Livorno ed a Civitavecchia. |
Giugno |
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Si reca a Termini Imerese e vi sbarca Marcantonio Colonna da lui prelevato a Gaeta. Punta su Cefalù, tocca le isole Lipari, Vulcano e Stromboli; intercetta una nave sospetta, che si rivela per un vascello carico di vino. Prosegue e giunge a Messina. All’imboccatura del porto scambia un vascello fiammingo, proveniente dal Levante, per una nave corsara. Anche per il suo ingresso nello scalo di Messina si verifica lo stesso equivoco, anche se questa volta ai suoi danni; prima di entrare nel porto, deve navigare nelle acque dello stretto e farsi riconoscere in modo appropriato. Saluti reciproci con scambi di salve di artiglierie sono il suggello finale prima dell’approdo. Con la conclusione della missione incrocia su Stromboli; controllata una nave cristiana che trasporta un carico di frumento, si volge verso Capri; si rifornisce d’acqua a Pozzuoli, salpa da Nisida e giunge a Civitavecchia. La squadra, infine, dà la caccia ad una tartana barbaresca che riesce a dileguarsi; naviga davanti a Gaeta, sbarca alcuni passeggeri a Nettuno e poi tocca una volta di più Civitavecchia. |
Luglio |
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Si muove verso Nettuno ed il Monte Circeo per il solito servizio di sorveglianza del litorale romano. Prosegue per Ventotene e dà alla fonda a Gaeta. A tale navigazione segue un viaggio a Malta con 5 galee allo scopo di scortarvi Ferdinando Colonna, la moglie del nobile romano e Giovanna d’Austria. Nell’entrare nel porto principale, viene accolto dal capitano delle galee dell’ordine gerolomitano; dalla fortezza di Sant’Elmo si spara in segno di saluto una salva di 80 colpi, cui si risponde dalle navi pontificie con i cannoni di bordo. Rientra per Trapani, Palermo, Messina e Catania dove sono reimbarcati i suoi tre ospiti. Dai forti cittadini sono sparati 53 colpi di artiglieria e molti colpi di archibugio. Riparte, supera Messina ed a Torre Annunziata vi sbarca Ferdinando Colonna. Le navi si fermano dieci giorni in tale porto ed a nessuno è permesso di scendere a terra. Segue l’usuale rientro a Civitavecchia. |
Ottobre |
Chiesa |
Corsari barbareschi |
Dà vanamente la caccia ad un vascello barbaresco nei pressi di Civitavecchia; nei giorni seguenti sono avvistate una polacca nella quale sono saliti 16 corsari in precedenza segnalati a bordo di una tartana; sono liberati alcuni cristiani fatti prigionieri, fra essi vi è anche un frate domenicano. Giovanni Battista Nari prosegue nella sua crociera e, poco dopo, avvista la tartana. La nave viene inseguita ed è catturata dalla galea “San Bastiano”, comandata da Alessandro Zambeccari. I prigionieri sono ora 37. Poco dopo la squadra rientra in porto a Civitavecchia con le 2 navi a rimorchio: dalla fortezza i soldati della guarnigione sparano alcuni colpi di cannone per festeggiare i marinai vittoriosi. I corsari, incatenati, vanno a finire nel bagno locale. |
1630 |
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Luglio |
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Si reca all’isola d’Elba dove è stata condotta da una squadra spagnola l’infanta Maria di Spagna. Lo affiancano nell’azione di scorta alcune tartane, nelle quali sono stati caricati viveri freschi per l’ospite: toccate Palo, Fiumicino, Anzio, Terracina, si congeda dal convoglio nei pressi di Gaeta. Corre in Sicilia, vi acquista un carico di seta (un nolo di 6000 scudi) e lo trasporta a Genova; da qui accompagna a Marsiglia (Marseille) monsignor Bichi, nunzio pontificio alla corte francese e l’ambasciatore di Francia a Roma, il signore di Béthunes. Durante il viaggio avvista un brigantino barbaresco al largo delle coste provenzali. Si mette alla sua caccia, lo raggiunge e se ne appropria: 21 sono i corsari trovati a bordo e fatti schiavi. La nave viene trainata a Civitavecchia. |
Dicembre |
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Al ritorno gli è affidato un incarico di carattere sanitario. Impera la peste per cui ha il compito di sorvegliare le coste laziali per impedire lo sbarco di clandestini dalle navi in quarantena. |
1631 |
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Gennaio |
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A Genova, per ritirarvi un certo numero di verghe d’argento necessarie per la zecca pontificia. |
Febbraio |
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A Civitavecchia; diviene ora luogotenente del nuovo capitano generale Taddeo Barberini, figlio di Carlo. |
Aprile ottobre |
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Viene impegnato in continui viaggi per il trasporto di dignitari di rango, per traffici di carattere mercantile e per problemi di carattere diplomatico: ad aprile è così a Barcellona per riportarvi il duca d’Alba; ad agosto si trova a Palermo per caricarvi della seta; a settembre è inviato a Malta in missione segreta; ad ottobre è impegnato a Napoli per alcune dispute di carattere giurisdizionale sorte tra il vescovo di Santagata e gli spagnoli. |
………… |
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Gli viene conferita la gran croce dell’ordine gerosolomitano. |
1632 |
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……….. |
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E’ nominato priore d’Inghilterra alla morte del cavaliere Wise. |
Luglio |
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Si porta con 2 galee sottili ad Avignone per riportare in Italia le fanterie comandate da Alessandro da Filicaia. Nel viaggio di ritorno, nei pressi di Tolone (Toulon), si incaglia in uno scoglio una delle 2 galee: interviene in soccorso dei pontifici il Forbin con la propria galea. Non vi è alcuna perdita ed il rientro avviene senza ulteriori problemi. |
Agosto |
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In segno di riconoscenza per l’aiuto che gli è stato prestato Giovanni Battista Nari conduce a Marsiglia un carico di seta greggia destinato ai fabbricanti di Lione (Lyon). |
1633 |
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Giugno |
Chiesa |
Impero ottomano |
Si presenta a Napoli con tutta la squadra per una spedizione in Levante ai danni della flotta ottomana. I tempi si allungano per il mancato arrivo della flotta spagnola. |
Agosto |
Chiesa |
Corsari barbareschi |
Stanco di aspettare lascia Messina per una crociera. A fine mese si trova ancora nelle acque siciliane per caricare del frumento. Giunge a Trapani; mentre bordeggia la costa sudoccidentale scorge presso Capo Feto, a sud di Marsala, una tartana. La insegue per cinquanta miglia; la nave è catturata dopo un breve fuoco di artiglieria; sono fatti prigionieri 28 turchi; restano uccisi nello scontro il rais ed altri 3 membri dell’equipaggio; 4 sono i feriti fra i corsari. Fra i pontifici vi sono 9 feriti da frecce, da colpi di moschetto e da colpi di scimitarra (questi ultimi si sono verificati al momento dell’arrembaggio): nel complesso, 6 sulla capitana e 3 sulla galea “Santa Maria”. |
Settembre |
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Conduce da Messina a Civitavecchia i cardinali Spinola e Durazzo. Fuori del porto accoglie con grandi feste 3 galee francesi con a bordo Carlo di Crequi, principe di Poix. |
1634 |
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Inverno |
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Attende alla costruzione di una nuova galea. |
Aprile maggio |
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Trasporta ancora a Genova i cardinali Spinola e Durazzo. E’ accolto nella città (maggio) dalle galee della repubblica uscite incontro a quelle pontificie. Giovanni Battista Nari scende a terra ed ha un incontro con Carlo Doria. |
Agosto |
Chiesa |
Corsari barbareschi |
Ritorna a Civitavecchia e conduce a Malta il cardinale Fabio Chigi. Appena fuori del porto si impossessa a seguito di un breve combattimento di una tartana barbaresca: i 35 prigionieri sono fatti sbarcare incatenati nel molo di Civitavecchia e di là, tra due ali di folla, vengono condotti al bagno situato presso la darsena. Dagli stessi si viene a sapere che si tratta di una piccola banda di corsari isolati, salpati all’avventura da Algeri e desiderosi di fare prede e schiavi lungo le coste italiane. Salve di artiglieria accolgono Giovanni Battista Nari nel suo rientro a Malta; i colpi sono sparati dal castello di Sant’Elmo e da La Valletta. |
Settembre |
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Nel rientrare in Italia un’epidemia di scorbuto assottiglia sensibilmente l’organico delle sue galee. Deve, tuttavia, recarsi in Provenza; nonostante tutto, preferisce muoversi con tutta la squadra, pur a ranghi ridotti, anziché partire con poche galee rinforzate. Tocca Marsiglia, sbarca alla torre di Buccari e rifornisce di vettovaglie, uomini e munizioni il presidio di Avignone. Nel viaggio di ritorno a Civitavecchia, prende come passeggero monsignor Ceva. |
1635 |
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Giugno |
Malta |
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Ha il comando delle galee dell’ordine gerosolimitano. Si congeda da Roma e si reca a Malta dove vivrà in un convento. |
1636 |
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Giugno luglio |
Malta |
Impero ottomano |
Alla testa di 6 galee provvede di vettovaglie Siracusa. Salpa da Messina e scorre in Levante. Nella spedizione, che dura quarantacinque giorni, preda una galeotta, una tartana ed una polacca. Sono fatti 134 schiavi, fra turchi e mori. |
1637 |
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Giugno |
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Conduce una spedizione ai danni di Valona (Vlona) sulla costa albanese. Come comandante delle truppe di terra è scelto Achille d’Estampes Vallancay. Le galee ed i 2 vascelli, che trasportano le milizie, sono scorti da 2 vascelli turchi, i quali mettono in allarme la città. Giovanni battista Nari concentra allora la sua attenzione sulla costa della Caramania (Karaman) dove fallisce un suo colpo di mano su Scalanova, nella costa turca di fronte a Samo (Samos). Anche in questo caso le sue mosse sono anticipate dagli avversari. Rientra a Malta ed è sostituito nel comando dal balivo della Morea Jacques du Liège Charrault. |
1638 |
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Agosto |
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Viene promosso all’ammiragliato dal Gran Maestro Giovanni Lascaris. |
1643 |
Chiesa |
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Torna a Roma e partecipa alla guerra che coinvolge i Barberini con altri stati italiani. Ha il comando delle fanterie. |
1644 |
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Muore a Roma. E’ sepolto in Santa Maria della Minerva nella cappella di San Giovanni Battista. |
CITAZIONI
-“Del cui nome in tutte le fazioni militari per otto lustri si onora la sua famiglia e patria…Prode e benemerito comandante.” Guglielmotti