Indice Anagrafico dei corsari operanti nel Mediterraneo:
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FRANCESCO CENTURIONE Di Genova. Primogenito del doge di Genova, Giorgio.
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1630 ca.
Anno, mese |
Stato, in proprio |
Avversario |
Azioni intraprse ed altri fatti salienti |
1609 |
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Ottobre |
Chiesa |
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Milita nella squadra pontificia di Civitavecchia. Sulla fine dell’anno ne ha il comando interinale. |
1610 |
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E’ presentato in curia dal cardinale Serra, protesoriere del papa Paolo V. Ottiene ufficialmente il comando della squadra pontificia. |
1611 |
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Inizia la prima crociera dalle acque siciliane da dove trasferisce alcuni carichi si seta; si sposta successivamente in Catalogna lasciandovi monsignor Vulpio, nunzio di Spagna. Al ritorno, mentre naviga sulle coste liguri, sospetta di una nave e le dà la caccia. Questa, sempre fuggendo, entra nel golfo di La Spezia. Francesco Centurione la blocca e si avvede che è veneziana, anziché barbaresca; nel medesimo errore (all’inverso) è incorso il capitano della nave della Serenissima che ha creduto di essere inseguito da una nave barbaresca. I veneziani bandiscono Francesco Centurione dai propri stati; né valgono le scuse del Centurione a sedare l’animo degli interessati. Il cardinale Scipione Borghese impiegherà un anno prima di ottenere il perdono per il capitano della squadra pontificia. |
Ottobre |
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Francesco Centurione ritorna dai suoi viaggi. A Roma sono appianate alcune difficoltà sorte intorno al suo contratto di “assentista”. Gli è dato il comando di 5 galee per tre anni fino all’ottobre del 1614 dietro un compenso per il suo servizio di 63000 scudi l’anno. Ottiene il titolo di luogotenente generale; per la sua squadra è previsto un tempo di navigazione di sei mesi da metà maggio a metà novembre; deve tenere a disposizione un determinato numero di marinai, ufficiali e soldati sia in estate che in inverno (in tal caso, minore). Durante la navigazione sulle sue galee devono essere imbarcati 340 soldati; la ciurma deve essere composta di 1400 uomini, compresi i bonavoglia (che devono essere almeno 130), gli schiavi, i forzati ed i mozzi. |
1612 |
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Maggio |
Chiesa |
Impero ottomano |
Si porta a Messina per congiungersi con la flotta spagnola e contrastare i turchi. Viene ricevuto dal duca d’Ossuna, viceré di Sicilia. Mentre le galee siciliane, napoletane e maltesi scorrono senza frutto in Levante, Francesco Centurione pattuglia le coste calabresi. |
Luglio |
Chiesa |
Corsari barbareschi |
Al largo di Roccella Ionica cattura una galeotta barbaresca con 26 uomini. A metà mese dà la caccia ad un caramussali turco e lo costringe ad arenarsi sotto la torre di Bova Marina (400 tonnellate, ricco carico, 34 uomini di equipaggio). Francesco Centurione si appropria del vascello, delle mercanzie e di 21 turchi rimasti a bordo; gli altri tredici, fuggiti a terra, sono, viceversa, catturati dagli abitanti e gliene viene negata la restituzione. Il suo rientro a Civitavecchia con le prede e gli schiavi è salutato dalle acclamazioni della folla assiepata sui moli. Il cardinale Borghese gli farà avere il titolo di capitano generale delle galee. |
Agosto |
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Ritorna in Sicilia chiamatovi dal viceré. |
Ottobre |
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Riprende a Bova gli schiavi fuggiaschi; nel ripartire dalla Sicilia ospita sulle sue navi da Messina a Napoli l’ambasciatore d’Inghilterra, reduce da Costantinopoli (Istanbul). Sbarca, quindi, sulla spiaggia di Cisterna il cardinale di Sermoneta ed a Savona l’ambasciatore sabaudo. Ritorna, da ultimo, a Civitavecchia per allestire ed armare una nuova galea. |
1613 |
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Giugno |
Chiesa |
Corsari barbareschi |
Mentre si sta dirigendo a Messina per l’usuale ritrovo della flotta cristiana con le sue 5 galee (la capitana, la “Santa Lucia”, la padrona, la “San Pietro”, il “San Bastiano”), avvista 2 galee di Biserta (Banzart) nelle acque di Capri; le incalza tutta la notte. Il bombardamento effettuato dalla “Santa Lucia” fa saltare in aria la santabarbara di una delle 2 navi: i corsari della seconda, abbandonano 2 feluche napoletane che hanno catturato in precedenza. L’attiva vigilanza della sua squadra fa segnare un notevole incremento nel traffico marittimo commerciale dello stato pontificio. |
……………….. |
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A Messina è bloccato dalle continue tempeste; rientra a Civitavecchia con equipaggi e ciurme colpiti dalla peste. |
Novembre |
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Si ammala anch’egli di febbre petecchiale; a Roma (dove è ospitato dal cardinale Serra) corre il rischio di morire. |
Dicembre |
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Torna al governo della sua flotta: fa pulire a fondo le navi e dota equipaggi e ciurme di nuovo vestiario. |
1614 |
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A Civitavecchia, per rinovare parte dell’organico deceduto per la recente mortalità. |
Aprile |
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3 sue galee raggiungono la Corsica per il trasporto di fanti ivi arruolati. Le altre 2 si dirigono in Provenza (Provence) per portare rifornimenti ad Avignone: a bordo si trovano anche il governatore della città, monsignore di Bagno, e l’ambasciatore di Francia, il marchese di Coure. Al ritorno Francesco Centurione imbarca il cardinale Filonardi, richiamato dalla Francia. |
Luglio |
Chiesa |
Impero ottomano |
Si muove per recarsi a Messina al fine di parare le minacce della flotta ottomana (60 galee) che sta per essere messa a punto a Navarino (Pilos) da Alì, un rinnegato armeno. A Napoli viene a sapere che il diritto di precedenza è stato concesso allo stendardo di Malta piuttosto che a quello di Genova; per tale motivo Francesco Centurione si tiene in disparte con la sua capitana e lascia passare avanti le altre galee pontificie sotto il comando di Ottaviano Lancellotti, nominato suo luogotenente. |
Agosto |
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Compaiono a Messina le galee di Spagna agli ordini del principe Emanuele Filiberto di Savoia: la flotta cristiana, di 60 galee, muove in soccorso di Malta dove sono già sbarcati 4000 giannizzeri. L’isola viene liberata. Ritorna a Civitavecchia: negli stessi giorni il papa Paolo V gli rinnova il contratto di assento per altri sei anni. |
1615 |
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Giugno |
Chiesa |
Impero ottomano |
Concorre sempre alla difesa di Malta; vi sbarca 400 archibuglieri agli ordini di Giovanni Battista Nari. |
Luglio |
Chiesa |
Corsari barbareschi |
In una prima navigazione nelle isole Eolie si impossessa di un brigantino barbaresco con tutto il suo equipaggio. |
………………… |
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Trasporta da Messina a Napoli l’ambasciatore napoletano con il suo seguito; da Napoli a Nettuno il cardinale Gaetani; da Civitavecchia a Genova il cardinale Serra. Nei magazzini pontifici, infine, vista la mancanza di molestie da parte barbaresca, è trasportato un carico di seta del valore di 8400 scudi. |
1616/1618 |
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Si ripetono le medesime vicende di viaggi, di crociere, di trasporto dignitari e di mercanzie preziose. |
1619 |
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Maggio |
Chiesa |
Corsari barbareschi |
Il viceré di Napoli, il duca d’Ossuna, pur di dare fastidio ai veneziani in pace con gli ottomani, propone di attaccare Susa (Susah) in Barberia. Il principe di Savoia raccoglie a Messina 60 galee fra quelle di Spagna, di Napoli, di Genova, di Savoia, di Toscana, della Chiesa e di Malta. |
Agosto |
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Salpano da Messina 49 galee; sono lasciate a Malta 3 galee male armate (fra cui una di Carlo Doria). Vi è uno sbarco notturno sulla spiaggia di Susa. Gli abitanti della città, preavvertiti della spedizione perché tutte le operazioni sono state condotte dal viceré di Napoli senza alcuna discrezione, accolgono la colonna d’attacco con il fuoco dell’artiglieria; la porta è divelta da una mina; dietro di essa si trova, però, un’altra porta e, dietro ancora, un terrapieno che blocca ogni velleità offensiva. Le scale, infine, poiché è stato approfondito lo scavo del fossato antistante le mura, non raggiungono l’altezza della cinta. Intanto la campagna vicina si sta riempiendo di mori a cavallo che minacciano gli invasori alle spalle ed ai fianchi. Emanuele Filiberto di Savoia teme il peggio e fa reimbarcare le truppe: sono perduti nel complesso, tra morti e feriti, 150 uomini, tutti spagnoli e maltesi; non vi è neppure un prigioniero tra le truppe alleate. |
Settembre |
Chiesa |
Impero ottomano |
Si tenta una spedizione in Levante con 46 galee. In cinque giorni si arriva a Cerigo (Kithira). Qui si viene a conoscenza che la flotta turca si trova a Negroponte (Evvoia) con 60 navi e che gli equipaggi sono stati colpiti dalla peste. La maggioranza dei capitani decide di rientrare: solo Lelio Brancaccio e Francesco Centurione si oppongono a tale scelta. E’ obbligato a rientrare con gli altri a Messina. |
1620 |
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Maggio |
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Il viceré di Napoli, anche a causa dell’episodio di Susa, cade in disgrazia presso la corte spagnola. E’ dato a Francesco Centurione l’incarico di trasportare a Napoli un nuovo viceré. Il cardinale Gaspare Borgia si imbarca in segreto a Civitavecchia con molti spagnoli del suo seguito. Il prelato raggiunge Gaeta, da qui si dirige a Procida e, infine, sbarca a Napoli: entra nottetempo in Castelnuovo e, senza nessun disordine, diviene il nuovo viceré. Nello stesso mese la flotta turca, condotta da Alì Pascià, assale Manfredonia e cattura nelle campagne vicine 400 persone d’ogni sesso ed età, che sono condotte in schiavitù a Costantinopoli. Francesco Centurione corre subito a Messina; i comandanti spagnoli, al contrario, tergiversano. |
Settembre ottobre |
Chiesa |
Impero ottomano |
Tocca Otranto con 45 galee. I turchi sono già rientrati in Levante, per cui a fine ottobre rientra con le sue navi a Civitavecchia. Francesco Centurione consegna i libri che riguardano il suo mandato e prende congedo dai pontifici. |
1630 |
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Muore. |
CITAZIONI
-“Giovane di onorati costumi, prode nelle armi, destro negli affari, esperto del mare, e valente nel maneggio del denaro.” Guglielmotti