Indice Anagrafico dei corsari operanti nel Mediterraneo:
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CESARE MAGALOTTI Di Firenze. Commendatore dell’ordine gerosolomitano.
1562 (agosto) – 1602 (maggio)
Anno, mese |
Stato, in proprio |
Avversario |
Azioni intraprese ed altri fatti salienti |
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Gli è conferito il titolo di commendatore dell’ordine gerosolomitano. |
1596 |
Chiesa |
Corsari barbareschi |
Ha il comando della squadra pontificia con l’incarico di luogotenente generale. Si collega con Marcantonio Calefati comandante delle galee dell’ordine dei cavalieri di Santo Stefano: insieme incrociano lungo le coste della Barberia e negli arcipelaghi del Tirreno: sono catturati diversi bastimenti appartenenti a corsari barbareschi. |
1597 |
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Aprile |
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Accoglie a Civitavecchia, sulla spiaggia, un convoglio partito da Roma con a bordo il papa ed otto cardinali. Alcuni dei prelati propongono un’escursione fuori dal porto. La navigazione avviene con mare mosso. Sono concessi donativi ai marinai ed ai rematori; per quanto riguarda questi ultimi è concessa la libertà a venti prigionieri ed a otto schiavi. Il pontefice Clemente VIII prosegue il suo viaggio verso Tolfa e Bracciano. |
Maggio |
Chiesa |
Corsari barbareschi |
Si congiunge con le galee genovesi e raggiunge l’ Albania: getta l’ancora di fronte a Valona (Vlona). Sono scacciati i corsari dal basso Adriatico e dallo Jonio. |
……………. |
Chiesa |
Ferrara |
Negli ultimi mesi dell’anno e nei primi di quello seguente trasporta senza tregua da Genova, da Napoli e dall’isola di Malta armi, munizioni, artiglierie e denaro in previsione di una guerra per la successione di Ferrara. |
1598 |
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Ottobre |
Chiesa |
Corsari barbareschi |
Hasan Aga scorrazza per il Tirreno predando e seminando terrore. Cesare Magalotti si trova al comando di 7 galee (delle quali, la padrona è condotta da Carlo Jacovacci e la “Santa Lucia” è agli ordini di Pantero Pantera). Salpa dal porto di Civitavecchia con la squadra divisa in due gruppi: 4 galee, con la padrona, sono inviate al Monte Argentario le cui maremme sono state assalite dai corsari; 3 le guida personalmente Cesare Magalotti al Monte Circeo nei cui pressi navigano 4 navi barbaresche. Assale gli avversari. 3 vascelli si allargano in mare; il Magalotti serra loro addosso e ne conquista facilmente 2, a seguito di un breve combattimento di fronte al promontorio; si mette ad inseguire il terzo, lo raggiunge dopo sessanta miglia e lo cattura presso l’isola di Ventotene. Il quarto, incalzato da vicino da una delle galee pontificie, si arena sulla spiaggia di Sperlonga ove parte dei corsari salta a terra per cercare scampo nei boschi. I fuggitivi sono tutti fatti prigionieri dagli abitanti; vengono catturati anche coloro che sono rimasti a bordo; tutti saranno incatenati ai remi delle loro navi. Sono liberati molti schiavi. Le navi corsare sono rimorchiate a Civitavecchia: Cesare Magalotti vi è accolto da un festoso suono di campane. |
1599 |
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Non compaiono nel Tirreno i corsari e la sua attività si rivela senza acuti: accompagna il cardinale Dietrichstein da Civitavecchia a Genova per una legazione straordinaria a Milano; scorta ad Orbetello il capitano Dionisio Dionigi per prendere in consegna sette importanti prigionieri tra i quali un giovane prete, un cavaliere di Malta, ed una donna d’alto rango. |
1600 |
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Gennaio |
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Con Carlo Jacovacci mantiene sicuri i litorali romani in occasione dell’Anno Santo e dell’accorrenza eccezionale di pellegrini nella capitale. |
Maggio |
Chiesa |
Corsari barbareschi |
Mette in fuga un gruppo di galeotte di Hasan Aga e ne cattura una di 20 banchi. All’isola di Ponza combatte la squadra di Mami Rais: un brigantino è calato a fondo, 2 sono catturati. Viene fatto prigioniero il corsaro, un rinnegato albanese: costui viene impiccato all’antenna della galea del capitano pontificio. |
Ottobre |
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Alla testa di alcune galee pontificie si unisce con con Marcantonio Calefati, che comanda sempre le navi del granducato di Toscana, ed il balivo di Mendoza (un cavaliere gerosolomitano) per scortare da Livorno a Marsiglia (Marseille) Maria dei Medici sposatasi per procura con il re di Francia Enrico IV. |
1601 |
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Aprile |
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Arma le galee di cui è al comando. |
Maggio |
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Trasporta 8000 fanti pontifici da Ancona in Ungheria per prestare soccorso all’imperatore Rodolfo d’Austria impegnato in guerra con i turchi. |
Agosto |
Chiesa |
Corsari barbareschi |
Si trova a Messina con 5 galee pontificie; nel porto vi sono anche 5 galee toscane con Marcantonio Calefati, 5 di Malta con il Viviers, 10 di Napoli con don Pietro di Toledo, 10 di Sicilia con Pietro di Leyva, 3 del duca di Savoia e 32 tra spagnole e genovesi; i fanti imbarcati sono 10000, tra i quali si segnalano molti venturieri. Il comando della flotta spetta a Giovanni Andrea Doria. Si stabilisce di assalire Algeri dove il Doria vanta di avere segrete intelligenze per mezzo di un avventuriero francese, il Le Roux, che si dichiara esperto non solo del territorio, ma anche in grado di farlo sollevare a favore degli spagnoli. Le galee maltesi hanno il compito di creare un’azione diversiva in Levante per distrarre l’attenzione della flotta di Sinan Pascià (Scipione Cicala) dalle coste africane. Cesare Magalotti si colloca davanti ad Algeri con Giovanni Andrea Doria e Marcantonio Calefati. L’impresa termina con un nulla di fatto; il Doria è costretto a dare le dimissioni per lo scacco subito. |
1602 |
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Maggio |
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Si trova a Civitavecchia; è in procinto di dare alla squadra, riordinata, l’ordine di partenza per portarsi a Messina ed unirsi con la flotta del principe Emanuele Filiberto di Savoia. Mentre esce dalla sua cabina viene ferito ripetutamente a coltellate al ventre ed al petto da uno schiavo turco assegnato ai servizi di poppa. Muore a bordo tra atroci spasimi dopo tre giorni munito dei conforti religiosi. E’ sepolto a Roma nella chiesa di Santa Maria della Minerva lungo il lato destro della navata. Lascia in manoscritto le sue memorie peraltro mai trovate. |
CITAZIONI
-“Aveva nome di valente marino e di prode soldato per molti scontri in terra e in mare, onde eragli cresciuta riputazione tra gli amici e i nemici.” Guglielmotti