Indice Anagrafico dei corsari operanti nel Mediterraneo:
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GIOVANNI GALLIANO Di Nizza (Nice). Corsaro con patente dei fiorentini.
+ 1515 ca.
Anno, mese | Stato, in proprio | Avversario | Azioni intraprese ed altri fatti salienti |
1490 | |||
………. | In proprio | Genova |
Si dà alla guerra di corsa con un vascello di stazza superiore alle 27000 cantara, alto più del normale e ben fornito di uomini e di artiglierie. Assale 2 grosse barze genovesi nei mari di Sicilia, naviga poi verso Valencia e nel golfo di Fures, in Sardegna, le affonda con la morte di più di 200 marinai. I genovesi, per rivalsa, tentano ogni mezzo per fargli sospendere le ostilità nei loro confronti: sono tra l’altro assoldati anche dei bombardieri francesi per dare fuoco alla sua nave. Gli avversari cercano, inoltre, di acquistare il suo bastimento attraverso la mediazione del duca di Savoia, di cui il Galliano è suddito. Le trattative non vanno in porto; promette in ogni caso di non assalire più navi appartenenti alla repubblica di San Giorgio. |
………. | In proprio | Genova |
Attacca la nave genovese “Boezia”, proveniente dalla Spagna, non lontano dal porto di Vignogneto. Sono uccisi nella circostanza il proprietario Giacomo Boeto ed alcuni marinai. Il Galliano decide di ritornare a Villafranca (Villefranche, nel nizzardo) da dove è partito. I genovesi armano per dargli la caccia 2 grossi vascelli (la “Salvaga” e la “Guana”), 2 galeoni e 2 galee. L’armata è allestita in tre giorni e vi sono imbarcati 600 marinai. Il comando della flotta è affidato a Giuliano Magnerri. Costui giunge in due giorni nel porto di Villafranca e fa legare con una fune l’imbarcazione del Galliano ai due vascelli. Inizia quindi a bombardare la nave del pirata. Giovanni Galliano, vista la mala parata, chiede di parlamentare fingendo di essere stato abbandonato da gran parte del suo equipaggio. Sale sulla nave genovese dove si trova Giuliano Magnerri e gli consegna sia la sua nave che la “Boezia” in cambio della vita di tutti i suoi e di una notevole somma di denaro. Il comandante della “Guana” (Girolamo Guano) e Pietro Magnerri gli sono consegnati in ostaggio a Nizza (Nice) presso i suoi due fratelli per la buona osservanza dei patti. Le condizioni sottoscritte dal Magnerri non sono riconosciute valide dalle autorità della repubblica; il capitano viene deposto dal suo comando e questo viene affidato a 3 nuovi commissari. Il Galliano, condotto a Genova, è rinchiuso in carcere nel castello di Lerici con 2 nizzardi; viene pure torturato per conoscere per conto di chi pratica la guerra di corsa. In prigione sfugge a 4 tentativi di omicidio i cui sicari non trovano il coraggio, all’ultimo momento, di portare a termine la missione loro commessa dai genovesi: il Galliano considererà tale fatto come un miracolo del suo santo protettore, Sant’Erasmo. |
1491 | |||
Luglio |
Viene liberato dalla prigione. Hanno richiesto con insistenza la sua libertà sia il duca di Savoia che il re di Francia. Promette di non danneggiare per il futuro i beni dei genovesi ed in cambio gli è assicurata una certa somma di denaro. |
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1510 | Chiesa | Milita al servizio del papa Giulio II. |
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1515 | Muore. |
CITAZIONI
-“Egli era stato per alcuni anni mercante, non sappiamo di quali merci, poi s’era fatto costruire una bella e grande nave con gli aiuti finanziari dei fratelli Raffaele e Claudio, e si era dato alla pirateria con magnifici risultati sì che egli era conosciuto per le sue ruberie (dice un documento genovese) da “Siculi, Sardi, Hispani, Catalani, Napoletani, veneti e persino dal Re d’Ungheria”.” Pandiani