Indice Anagrafico dei corsari operanti nel Mediterraneo:

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ANTONIO CAPELLO (Marino Capello) Di Venezia.

1570 ca. – 1647

Anno, meseStato, in proprioAvversarioAzioni intraprese ed altri fatti salienti
1628
GiugnoVeneziaCorsari inglesi

Ha il comando di 2 galeazze; si collega con Giovanni Paolo Gradenigo (2 galeoni) per combattere i corsari. Entra nel porto di Alessandretta (Scanderun) dove sono accostati al molo 4 vascelli francesi con un ricco carico di reali d’argento. Si addentrano all’improvviso nel porto 5 vascelli corsari inglesi comandati da Kenelm Digby: costoro puntano contro i francesi. Giovanni Paolo Gradenigo e Paolo Capello diffidano i nuovi venuti dall’attaccare il naviglio francese; intervengono, infine, a favore di quest’ultimi. Al tramonto le navi veneziane, impacciate dai remi e disalberate dal fuoco dell’artiglieria nemica, sono sempre più in difficoltà nell’effettuare manovre nella rada; lasciano, pertanto, tali acque ed abbandonano le imbarcazioni francesi al loro destino. Le autorità portuali turche ringraziano i due veneziani per il loro tentativo di difesa.

1638
………………..VeneziaCorsari barbareschi

Ha l’incarico di provveditore della flotta. Viene a conoscenza di una scorreria a Cattaro (Kotor) di due corsari di Tunisi (Suppader, 8 galeotte) e di Algeri (Ali Picenino, altre 8 galeotte). E’ pure informato che i due si sono rifugiati nel porto di Valona (Vlona) dove si ritengono al sicuro. Lascia l’isola di Candia (Kriti), raggiunge Corfù (Kerkira) e da qui si sposta davanti a Valona.

Luglio agosto

Impedisce ai due corsari di uscire da Valona. Dopo un mese d’assedio entra nel porto e fa sparare con le galeazze contro le fortezza e la moschea; alcuni suoi marinai di Perasto tagliano le ancore e le catene e portano fuori dal porto tutte e 16 le galeotte. Queste vengono rimorchiate a Corfù e qui sono affondate per rafforzare un molo cittadino. Nell’azione, infine, sono liberati 3600 schiavi. Solo la capitana di Algeri sarà risparmiata per essere inviata all’arsenale di Venezia. Il sultano Amurad vuole dichiarare guerra alla Serenissima: è tacitato con il pagamento di un’ indennità di 250000 scudi per i danni subiti dalle attrezzature portuali e dalla città. Sarà pure restituita la galea, che, più tardi, verrà rimorchiata a Navarino (Pilos). Grazie a tale azione Antonio Capello è nominato consigliere; altri premi andranno ai suoi collaboratori.

1644VeneziaImpero ottomano

Arma ad Iraklion, capitale dell’isola di Candia, 23 galee; si dirige a Malta con 13 vascelli per difendere l’isola dalle minacce dei turchi.

1645
Agosto

Allo scoppio della guerra di Candia viene nominato capitano delle navi armate noleggiate dalla Serenissima, 20 galee e 13 vascelli che si raccolgono nel porto di Suda (Souda). Congiuntosi con la flotta veneziana e le squadre ausiliarie, tenta invano di impegnare l’armata turca schierata nella baia di La Canea (Khania). Mantiene la sua base operativa a Suda; non fornisce, tuttavia, un soccorso adeguato ad Antonio Navagero che, sopraffatto e stremato, si deve arrendere a metà agosto agli avversari.

1646
Maggio

La flotta veneziana e quella degli alleati si riuniscono di nuovo a Suda: si tratta di 130 bastimenti da guerra tra galee e galeazze, vascelli e barche armate, 3000 cannoni, 12000 rematori, 10000 marinai e 15000 soldati. La flotta ottomana è composta di oltre 300 navi.

Luglio

Gli alleati gli consigliano di bloccare La Canea (Khania), conquistata dagli avversari, dalla parte del mare e di assediare la piazza da terra con le truppe da sbarco. Antonio Capello non sa decidersi e fa trascorrere inutilmente alcune settimane preziose. A metà mese compare l’armata turca comandata da Jussuf Pascià: l’ammiraglio ottomano passa a bandiere spiegate davanti alla rada di Suda, supera la Melecca ed entra trionfalmente nel porto di La Canea. Giorni dopo, Antonio Capello, seppure con molta titubanza, cerca di attaccare gli avversari. Il vento di maestrale respinge indietro le sue navi; sospinto anch’egli dal vento furioso ordina di rientrare a Suda. Presto arriva in rinforzo ai difensori un contingente di 20000 uomini.

Agosto settembre

Su sollecitazione di Giovanni Battista Grimani mobilita all’improvviso la flotta per attaccare La Canea. Lasciata Suda, il Grimani, con 40 navi d’alto bordo, forza l’entrata a colpi di cannone e procede in avanti. 1000 cannoni turchi rispondono dalle alture, dai forti, dai moli, dalle navi all’ancora. Usando i remi le navi del Grimani manovrano rispondendo con un fuoco serrato e battente. Giunto in prossimità dei vascelli turchi il capitano veneziano lancia loro contro 2 brulotti: questi sono arrestati da uno sbarramento di tavole e di catene predisposto in precedenza dagli nemici. Non volendo arrendersi, Giovanni Battista Grimani ne lancia altri 2 in una direzione diversa: anche questi sono bloccati. Al tramonto il Capello ordina la ritirata per Suda. A fine mese una tempesta produce vari danni alla flotta della Serenissima; la peste, infine, si sviluppa virulenta a bordo delle galee. Come conseguenza, ai primi di settembre, la squadra maltese e quella pontificia lasciano il teatro delle operazioni.

1647

Riconosciuto inetto all’incarico di “general da mar”, Antonio Capello viene richiamato a Venezia; sotto l’accusa di viltà di fronte al nemico è rinchiuso nel carcere dei Piombi. Muore prima del processo.

 CITAZIONI

“Capo di grandissimo valore.” Valori

” Amiral vénitien à la reputation excellente.” Coulet du Gard

-“L’ardita operazione del Capello è certamente la più importante di questo periodo e dimostra che la Repubblica disponeva sempre di una flotta in piena efficienza e che non mancavano nelle alte cariche navali uomini di valore che sapevano assumersi in pieno la responsabilità delle loro azioni.” Mario Nani Mocenigo

 

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