Indice Anagrafico dei corsari operanti nel Mediterraneo:
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THOMAS SHERLEY Inglese. Di Wiston (Sussex). Baronetto. Corsaro con patente del granduca di Toscana.
1564 – 1633
Anno, mese | Stato, in proprio | Avversario | Azioni intraprese ed altri fatti salienti |
1581-1593 | Inghilterra | Paesi Bassi | Studia ad Oxford, lascia il college senza ottenere la laurea. Nel 1581 è ammesso all’Inner Temple. In occasione della guerra contro gli olandesi segue il fratello Anthony ed il padre Thomas per combattere nei Paesi Bassi al comando di una squadra di cavalleria. Nel gennaio 1588 ha uno scontro con gli avversari. Accampatosi di fronte ai bastioni di Zwolle viene assalito all’improvviso mentre i suoi uomini non sono molto attenti nella guardia per avere abbondato nelle libagioni: solo una trentina di cavalleggeri si salva dalla strage. Malgrado la dimostrazione di incompetenza Thomas Sherley non viene punito; gli è, anzi, permesso di ricostituire il proprio reparto. Rientra in Inghilterra e si pone al servizio del Lord Deputy William Fitzwilliam in Irlanda. Nel 1589 è nominato baronetto. A corte è attirato da una ricca vedova, lady Elizabeth Stourton, cognata del ministro Robert Cecil. Vengono combinate le nozze con l’approvazione di entrambe le famiglie. Cambia però idea e nel 1591 sposa segretamente Frances Vavasour senza rompere i legami con la prima fidanzata. Viene fatto arrestare da lady Stourton; è rinchiuso nella prigione di Marshalsea da dove può uscire solamente con la nomina a deputato (1593). Rappresenta la città di Steyning; sarà rieletto in tale circoscrizione in altre due legislature nel 1614 e nel 1621. Ritorna a militare nella cavalleria sempre nei Paesi Bassi; si trova senza denaro e deve cedere il comando della propria compagnia al cognato Thomas Vavasour. |
1598-1602 | In proprio |
Nel 1598 arma una piccola flotta per incrociare al largo delle coste portoghesi; senza esperienza è ingannato dai suoi luogotenenti per cui non gli resta che il solo bertone “Golden Dragon” di 220 tonnellate. Si impadronisce di 4 imbarcazioni di Lubecca; le conduce a Portsmouth. Nonostante che i carichi a bordo appartengano a mercanti spagnoli è condannato dal Consiglio Privato a restituire le prede. A fine anno è nuovamente in mare: il cattivo tempo danneggia le sue navi. Agli inizi del 1599 cattura altre 2 navi: il loro carico è ora di proprietà di mercanti stranieri residenti a Londra. Deve ancora piegarsi, restituire il bottino e risarcire i proprietari. Thomas Sherley non si scoraggia; nei primi mesi del 1600 fa suoi altri 2 vascelli di cui uno proveniente dalle Antille: la preda gli è riconosciuta valida. Nel 1602, allo scopo di evitare disavventure similari, decide di dedicarsi alle operazioni terrestri. Per dotarsi dell’armamento necessario deve vendere 4 imbarcazioni ad alcuni soci sulle 6 di cui dispone (4 vascelli e 2 pinacce). La squadra si compone del “Dragon” (di cui Thomas Sherley ha il comando diretto), del “Lyon” (guidato da un omonimo), dal “George” (comandato dal Flood) e dal Virgin (Nichols); le 2 pinacce (“Kathrin” e “Nan”) sono agli ordini, rispettivamente, dei capitani Payne e Cobden. A bordo si trovano 900 uomini. L’azione si risolve in saccheggi a terra ai danni di località isolate del Portogallo. A maggio sono messi a soqquadro i villaggi di Buarcos, Tavarede e Figueira, posti all’imboccatura del Mandego, assieme ad un castello ed a un convento. Il cattivo tempo e le malattie a bordo contribuiscono al fallimento della spedizione che termina pietosamente a Southampton a fine giugno. Nell’autunno decide di scorrere nel Mediterraneo. Nello stretto di Gibilterra si impossessa di una nave olandese. Gli equipaggi della squadra sono scontenti dei risultati; rimane con il solo “Dragon”. Si reca a Livorno e si offre al granduca di Toscana Ferdinando dei Medici per darsi alla guerra di corsa contro i turchi. Nel suo equipaggio (200 uomini) vi sono marinai greci, veneziani e fiorentini. |
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1603 | |||
Febbraio | Toscana |
Si trova con William Pyers al comando del “Dragon” di portata superiore alle 600 botti e provvisto di 34 cannoni. Insieme i due corsari catturano 2 vascelli fiamminghi, la nave “Caldera” e l’urca “Salvatore” giunte nell’arcipelago greco per caricarvi frumento necessario per l’approvvigionamento di Genova. Nel porto di Milo (Milos) i due corsari sorprendono, pure, la marcigliana veneziana “Bersatona”, proveniente dall’isola di Candia (Kriti). Per giustificarsi di tale azione piratesca, come di altre compiute negli stessi giorni, Thomas Sherley scrive al granduca che l’equipaggio gli si è ammutinato. Promette un comportamento più adeguato per l’anno successivo. |
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1604 | |||
Aprile | Toscana | Corsari barbareschi | Affianca Fabio Inghirami nella sua azione nel porto di Algeri. |
1605 | In proprio | Impero ottomano |
Catturato nel mare Egeo dai turchi viene riscattato dalla schiavitù dall’ambasciatore inglese a Costantinopoli. La sua prigionia è stata particolarmente dura, specie nei primi mesi.
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1606 | Vive a Napoli e frequenta i salotti mondani della città. | ||
1607 |
Rientra in Inghilterra. E’ imprigionato nella Torre di Londra per avere interferito negli affari della Compagnia del Levante.
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1611-1622 | E’ nuovamente incarcerato per debiti nel 1611. Ritorna a far parte della Camera dei Comuni. Dal primo matrimonio nascono quattro femmine e 3 maschi; nel 1617 si risposa con Judith Taylor che gli darà 6 femmine e 5 maschi. Nel 1622, oppresso dai debiti, si ritira nell’isola di Wight. | ||
1633 |
Muore nell’isola di Wight. Passa alla storia per essere il padre del drammaturgo giacobita Henry Sherley.
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CITAZIONI
-“Sir Anthony et Robert (comte Shirley) sont ses deux plus jeunes frères. Ils ont tous les trois cherché la gloire, de manière differente. Dans leurs étranges destinées, la course est le dénominateur commun avec la religion (utilisée pour lutter les Ottomans)…Exemple de corsaire amateur, de pirate en attente d’accomplissement, d’infortuné.” P. Hrodej