Indice Anagrafico dei corsari operanti nel Mediterraneo:
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SANTA CRUZ (Alvaro de Bazan, Alonzo de Balzan) Spagnolo. Figlio di un ramo cadetto dei signori della città di Baztan in Navarra. Signore di Santa Cruz de Mudela. Padre di Alvaro e di Alonso. Cavaliere dell’ordine di Santiago .
1506 – 1569
Anno, mese | Stato, in proprio | Avversario | Azioni intraprese ed altri fatti salienti |
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Giovanissimo (1519-21) partecipa alla guerra delle “Comunidades” militando nel campo reale. Si fa apprezzare dal re di Spagna il futuro imperatore Carlo V. Nel 1525 sposa Ana de Guzman, figlia del conte di Teba e maresciallo di Castiglia, uno dei principali nobili spagnoli. Nel 1526 ha il comando delle galee di Spagna al posto di Juan Velasco. Nel 1527 chiede all’imperatore Carlo V che gli siano consegnate alcune fuste da lui catturate ai corsari barbareschi. Per il periodo 1528-1532 stipula con le autorità spagnole molti contratti di “assento”. Nel 1530, ad esempio, sulle 10 galee che compongono la squadra del Mediterraneo, 8 sono di proprietà imperiale e 2 appartengono al Santa Cruz. Nel settembre 1531 salpa da Malaga con 11 galee, 2 brigantini e vettovaglie sufficienti per due mesi. Di passaggio ad Orano imbarca nelle sue navi 250 soldati. Una volta ad Honein si trova ad avere a disposizione 700 soldati, di cui 400 archibugieri, due pezzi di artiglieria ma viveri per solo una quindicina di giorni. |
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1533 Aprile |
E’ fermo a Malaga con 2 galee, 2 galeotte di Andrea Doria , una galea di Siviglia (Sevilla) ed altre 2 navi: nelle sue imbarcazioni devono essere caricati 200 fanti, numerosi pezzi di artiglieria e munizioni destinati all’armamento della squadra di galee di Spagna da lui comandata. Su altre 2 navi, infine, è trasportato il biscotto destinato all”alimentazione dell’ ‘intero contingente.
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Luglio agosto | Impero | Corsari barbareschi |
A fine luglio sono imbarcati nella sua squadra di 10 galee 1200 vogatori, 100 marinai e 2000 fanti. Si dirige inizialmente verso Ibiza. Da qui assale sulla costa barbaresca la città di One nei pressi di Tlemcen. Sconfitto in mare Axaba Rais, che tenta di resistergli con 8 galee ed alcune galeotte, sbarca a terra. Viene respinto un suo assalto; ne segue un secondo con il quale sono superate le prime difese. I mori, che si sono asserragliati nella cittadella, a tale vista si danno alla fuga attraverso una porta murata in precedenza: restano sul terreno tra gli avversari 600 morti ed altri 1000 sono fatti prigionieri. |
Settembre |
Raggiunge a Messina con 12 galee Andrea Doria e Bernardo Salviati che comanda la squadra pontificia. Procede con costoro alla volta della Liguria. |
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1535 | |||
Maggio | Impero | Tunisi |
Stipula un ulteriore contratto di “assento” (altri sono stati dal Santa Cruz definiti, sempre con validità biennale, nel 1528, nel 1530 e nel 1532): in particolare gli sono riconosciuti 500 ducati/mese per ciascuna delle 12 galee di cui ha il comando. A suo carico sono tutti i costi relativi al vitto ed alla paga degli equipaggi, nonché quelli legati alla manutenzione delle navi. Non è previsto alcun controllo su quanto speso; ha il potere di nominare i vari capitani a lui sottoposti; riceve una provvigione e gli è garantita una partecipazione sul bottino (un quinto, come è previsto anche per la corona, l’equipaggio, il proprietario della nave e per altre spese legate al benessere degli equipaggi). Si unisce a Malaga con le sue galee alla flotta imperiale comandata da Andrea Doria destinata all’impresa di Tunisi. Salpa dalla città.
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Luglio |
Prende parte all’attacco contro Tunisi. A metà mese al comando di 24 galee si situa con il marchese di Villafranca don Garcia di Toledo a Capo Cartagine per impedire che escano i difensori da La Goletta ed attacchino alle spalle l’esercito imperiale; ha quindi l’incarico di condurre il primo assalto con gli uomini delle sue galee. Scende a terra al segnale convenuto ed è tra i primi ad entrare in La Goletta.
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Settembre |
Allorché la flotta imperiale rientra in Sicilia ha il compito di sorvegliare le coste barbaresche con 25 galee, comprese le 15 della sua squadra.
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1536 | Impero | Francia | E’ nominato alcalde di Gibilterra. Nell’anno si impadronisce della galea capitana di una squadra algerina pronta a colpire le coste spagnole in collegamento con la flotta francese. |
1539 |
Invia molti schiavi al Pennone di Velez de la Gomera per i lavori di restauro di tale fortezza. Altri prigionieri raccoglie alle foci del fiume Palmones dove le galee nel periodo invernale sono solite effettuare i lavori di rimessa per la navigazione. L’imperatore Carlo V gli vende le città di Viso del Marqués e di Santa Cruz de Mudela nei pressi di Ciudad Real. Farà qui costruire un magnifico palazzo di stile rinascimentale.
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1540 | |||
Agosto |
E’ assente da Gibilterra per incarico dell’imperatore allorché la località viene assalita da una squadra corsara condotta da Dali Mami e da Ali Caraman. Nell’anno è nominato capitano generale per la difesa delle coste andaluse. La funzione riunisce in un’unica persona le attività di armatore, di banchiere e quella di comandante militare che gli permette un rapido arricchimento personale. Esperto tecnico navale contribuisce ad alcuni perfezionamenti nella navigazione delle galeazze.
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1541 | Impero | Francia |
Sconfigge a Muros, a seguito di un accanito combattimento, la flotta francese comandata dal Burye. Presenta a Carlo V diversi progetti riguardanti i viaggi verso le Indie tra cui quello inerente la costruzione di 6 galeazze. I responsabili della “Compagnia delle Indie” vedono nel marchese di Santa Cruz un pericoloso rivale per i loro monopoli commerciali con il continente americano e riescono a fare abortire ogni suo piano al riguardo.
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1543 | |||
Luglio |
Riceve l’ordine di preparare una flotta di 15 navi per controllare le coste della Biscaglia. Combatte nuovamente i francesi in collegamento con gli inglesi. Ai primi del mese è sconfitto a Muros, a sud del Capo Finisterre (Cabo de Finisterre), dal bretone Jean de Clamorgon de Soane. Tra gli spagnoli vengono uccisi 8000 uomini. Secondo le fonti iberiche è, viceversa, il marchese di Santa Cruz a vincere la battaglia alla testa di 26 navi contro le 40 degli avversari. Di queste ultime, 5 sono prese all’abbordaggio, mentre delle altre 35 gli equipaggi francesi sono respinti a colpi di picca. L’anno successivo si impadronirà di 23 battelli di corsari francesi provenienti da Bayonne per depredare le coste della Galizia. Nella circostanza il figlio Alvaro contribuisce attivamente all’annientamento delle imbarcazioni avversarie: cessano le azioni di saccheggio ai danni di Lage, Corcubion e Finisterre. |
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1554- 1557 |
Spagna | Francia |
Dal 1554 alla morte ha il compito di sorvegliare le coste spagnole e quelle americane. Cattura numerosi corsari francesi. Nel 1556, capitano generale, si impadronisce di 2 navi che deve rilasciare a causa di una tregua quinquennale stipulata tra l’ Impero e la Francia. Nel 1557 alla testa della squadra andalusa opera di concerto con la squadra basca di Luis de Carvajal, la fiamminga di Adolphe de Boulogne-Wacken e la flotta inglese ai danni dei francesi. Sono inflitte pesanti perdite agli avversari. |
1563 | |||
…………… | Spagna | Corsari barbareschi |
Sorveglia con 8 galee il passaggio delle navi nello stretto di Gibilterra. Allorché i corsari barbareschi minacciano Orano (Oran) ha l’incarico di armare 4 galee e di inviarle a Siviglia per imbarcare su queste e su numerosi altri bastimenti un contingente di fanti e munizioni destinati ai difensori della località.
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Salpa da Barcellona. Il vento contrario impedisce alle sue 4 galee si superare Almeria; decide di dirigersi a Cartagena. In tale città si incontra con Francisco de Mendoza; insieme imbarcano nelle loro navi soldati e vettovaglie destinate ad Orano.
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Giugno |
E’ in vista di Orano e di Mazalquivir assediate dai mori. Una solenne processione, con aggiunto “Te Deum”, accoglie i soccorritori. Gli avversari si ritirano verso Algeri. Il marchese di Santa Cruz riceve l’ordine di assalire di sorpresa il pennone di Velez de la Gomera: a causa delle sue cattive condizioni di salute il comando è dato a Sancho di Leyva. Segue lo sbarco a terra dei fanti spagnoli sostenuti da 150/400 cavalieri di Malta. Su disposizione del di Leyva il Santa Cruz rimane a bordo delle galee con Pagano Doria, luogotenente del fratello Giovanni Andrea Doria, con Giovanni Antonio Pasqua, luogotenente di Marcantonio Colonna, con Juan de Cardona, generale delle galee di Sicilia e con il priore di Barletta che comanda le galee di Malta. Si avvicina a Velez e con il fuoco dei suoi cannoni protegge lo sbarco di altri contingenti. Gli spagnoli si trovano presto in difficoltà per il tiro degli archibugieri nemici. Nel successivo consiglio di guerra viene discussa l’ipotesi di reimbarcare i fanti nelle galee; altri consigliano di utilizzare i pezzi delle galee e di occupare le colline delle vicinanze per evitare possibili sortite da parte dei mori. Prevale il primo parere caldeggiato non solo da Sancho di Leyva, ma anche dal marchese di Santa Cruz, dal priore di Barletta e da Pagano Doria. Avviene il reimbarco; le galee concentrano il loro tiro contro la fortezza. Da questa si risponde con un pari bombardamento che danneggia la capitana del Santa Cruz.
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Luglio | Naviga verso levante lungo le coste barbaresche. | ||
Agosto |
Si trova presso Melilla e da qui prosegue per Malaga. Il re di Spagna Filippo II spedisce le galee in Italia per il periodo invernale.
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1564 | |||
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Ha il compito di raccogliere in Biscaglia ed in Andalusia tutte le imbarcazioni necessarie per il trasporto di truppe: raggiunge con queste Cadice (Cadiz).
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Giugno | Spagna | Corsari barbareschi |
Lascia il porto di Santa Maria, nello stretto di Gibilterra, con 12 galee e si dirige a Cartagena dove deve collegarsi con don Garcia di Toledo che ha il comando di una nuova spedizione tesa al recupero del pennone di Velez de la Gomera. Al Capo de Gata una sua fregata avvista una galeotta corsara che ha appena finito di scorrere nelle acque di Maiorca (Mallorca) e che, carica di bottino, sta puntando verso le coste barbaresche. Il marchese di Santa Cruz nasconde le sue navi nei pressi della Punta de la Mesa: la galeotta avverte la presenza della sua squadra e si getta verso il litorale; la sua galea “San Juan”, la più leggera, raggiunge gli avversari appesantiti dal carico. Durante il successivo scontro giunge il Santa Cruz ed abborda la galeotta. Il rais muore per un colpo di archibugio; i turchi ed i mori si gettano parte in acqua per salvarsi a nuoto. Il bottino recuperato ascende a 20000 ducati: il capitano rinuncia alla sua parte a favore degli equipaggi, trattenendosi come ricordo della vittoria solamente un arco turco. Sono liberati dal remo 80 schiavi cristiani; è impiccato un rinnegato francese. Nel corso del suo viaggio il marchese di Santa Cruz tocca Cartagena e Barcellona.
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Luglio |
A Barcellona si incontra con don Garcia di Toledo. Gli è dato il comando di 5 galee di nuova costruzione che sostituiscono 4 vecchie della sua squadra da avviarsi al disarmo. Parte per Tarragona ; prosegue poi per Malaga dove si sta raccogliendo la flotta spagnola e quella dei suoi alleati.
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Agosto |
Ritorna a Barcellona con Sancho di Leyva per imbarcare nelle sue galee dieci grossi cannoni. Si sposta a Malaga per congiungersi con don Garcia di Toledo. Naviga con il di Leyva; lungo la costa di Valencia si mette all’inseguimento di 2 galeotte barbaresche fermatesi per trattare il riscatto di un peschereccio catturato negli stessi giorni. Le galeotte sono ancorate presso la spiaggia con gli alberi abbassati mentre i corsari sono a terra intenti nel negoziato. La galea “Santa Barbara” di Sancho di Leyva investe intempestivamente una galeotta; il marchese di Santa Cruz, a sua volta, assale l’altra a poppa e la obbliga ad avvicinarsi a terra. Le due galee spagnole si ostacolano a vicenda nelle operazioni di abbordaggio sicché le 2 galeotte hanno la possibilità di prendere il largo. Da parte sua non è in grado di inseguire i fuggitivi per il peso dei cannoni trasportati dalla galea. Nello scontro rimane ferito il fratello Juan. Dopo tale episodio prosegue per Malaga.
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Settembre |
Sovrintende alle operazioni di sbarco dei fanti tesi alla conquista della fortezza del Pennone di Velez de la Gomera. Nella medesima operazione sono coinvolti anche Federico de Carvajal con le galee di Sicilia, Jacopo d’Appiano con quelle del granducato di Toscana, Juan de Cardona, Andrea Provana con le galee sabaude e Marco Centurione che ha il comando delle operazioni.
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1565 | |||
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Ha il compito di incrociare nello stretto di Gibilterra e di difendere dai corsari la rotta delle Indie.
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Giugno |
A Cartagena ed a Malaga. Nel secondo porto imbarca nelle sue galee 7 cannoni ed una grande quantità di biscotto destinati alla guarnigione di Orano. Di nuovo a Cartagena ed a Orano dove conduce ora un contingente di 1000 soldati.
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Luglio |
Prende a bordo delle sue 19 galee altri 1500 soldati e si trasferisce a Barcellona. Ne imbarca altri 500 e si sposta a Palamos dove lo aspettano Sancho di Leyva e Gil de Andrade, appena giunti da Messina con 8 galee per trasportare sulle loro navi le truppe destinate alla difesa di Malta assediata dagli ottomani. Una flotta di 35 galee, infine, si dirige verso Napoli dopo che su esse hanno preso posto altri 2500 fanti spagnoli. Durante la navigazione si collegano a tale armata anche 3 galee di Genova e 2 pontificie. Il marchese di Santa Cruz incrocia con la sua capitana al centro dello schieramento ; alla sua destra si trova la capitana pontificia ed a sinistra quella di Genova. Nell’ala destra si collocano la capitana di Napoli con Sancho di Leyva e nel lato sinistro Marco Centurione e Gil de Andrade. In alto mare si imbatte pure con le galee di Giovanni Andrea Doria, dirette in Toscana per caricarvi 4000 soldati. A fine mese Santa Cruz giunge a Napoli; nella città viene imbarcato il colonnello di Alvaro de Sande. Punta su Messina; nella città sono pronte 45 navi da trasporto pronte a dirigersi su Malta.
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Agosto |
Nel consiglio di guerra propone di muoversi subito in soccorso dei maltesi con 60 galee: don Garcia di Toledo, al contrario, preferisce attendere l’arrivo di Giovanni Andrea Doria con 4000 fanti toscani. A fine mese la flotta salpa da Siracusa con direzione Malta: è divisa in tre squadre di 20 galee ciascuna comandate rispettivamente da Giovanni Andrea Doria, da Juan de Cardona e da Sancho di Leyva.
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1569 | Muore. |
CITAZIONI
-“Noble y generoso caballero…Animimoso marino. “ Salva
-“Authentique marin, sa carrière l’amène du grade d’officier aux plus hautes responsabilités maritimes, en Méditerranée comme dans l’Atlantique.” J.-P. Priotti