Indice Anagrafico dei corsari operanti nel Mediterraneo:
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ANTONIO DORIA Di Genova. Marchese di Santo Stefano di Aveto e di Ginosa.
Cavaliere dell’ordine del Toson d’Oro. Cugino di Andrea, genero di Brizio Giustiniani.
1495 c. – 1577 (gennaio)
Anno, mese |
Stato, in proprio |
Avversario |
Azioni intraprese ed altri fatti salienti |
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Giovane, segue il padre in Spagna, prima a Toledo e poi a Siviglia. Si dedica all’attività mercantile al servizio di uno Spinola. |
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Aprile | Francia | Impero |
Con Magdalon d’Ornesan e Maurice de Jonas ha il comando della squadra navale di Levante forte di 14 galee.
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Maggio giugno |
Chiesa |
Corsari barbareschi |
Salpa da Monaco e passa con Andrea Doria al servizio dello stato pontificio con 2 galee. Collabora con il congiunto per contrastare il Barbarossa comparso nelle acque della Toscana. |
Luglio | Chiesa | Impero |
Salpa da Marsiglia (Marseille) per affiancare Pietro Navarro nella sua spedizione contro Genova. Ha il comando di una galea.
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Agosto |
Nella sua galea si imbarca l’arcivescovo di Salerno Federico Fregoso. Rientra presto a Marsiglia per avere a disposizione una galea che sta per essere ultimata nei locali cantieri.
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Settembre |
Pur di non collegarsi con la flotta di Pietro Navarro ritarda deliberatamente l’ultimazione dei lavori delle 2 sue galee.
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1527 |
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Novembre |
Affianca il cugino Andrea Doria nella spedizione condotta da Renzo di Ceri in Sardegna.
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Dicembre |
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Ha la responsabilità della sorveglianza dei litorali tirrenici dal Monte Circeo al Monte Argentario. |
1528 |
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Primavera |
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Rompe i rapporti con Andrea Doria. |
Maggio |
Francia |
Impero |
All’assedio di Napoli. Prende parte alla battaglia di Capo d’Orso. |
Settembre |
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Affianca con 2 galee la squadra del Barbecieux . I francesi entrano nel porto di Genova con 8 galee. La città viene ora bloccata dal mare dagli avversari. Il Barbecieux decide di abbandonare le operazioni con 6 galee per puntare su Savona e la Provenza (Provence). Il Doria approfitta della situazione con il congiunto Andrea: quest’ultimo attacca i francesi benché in precedenza abbia dato delle assicurazioni in contrario. |
Dicembre |
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Ha il comando di una squadra composta da 12 galee, da una fusta, da un galeone e da una barza. |
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Sono ai suoi ordini 4 galee. Fa base a Marsiglia; mantiene stretti rapporti con il fratello Melchiorre, allora a Genova. Chiede una sistemazione ad Anne de Montmorency. | ||
1531 |
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Giugno |
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Si licenzia ed abbandona Marsiglia con le sue 2 galee: allega la motivazione di non essere pagato da lungo tempo. |
Agosto |
Chiesa |
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Al servizio del papa Clemente VII con 3 galee ed un brigantino: gli viene riconosciuta una provvigione annua di 15000 scudi. Ottiene il comando della flotta pontificia. Ha l’ordine di portare la flotta a 12 galee e di tenersi pronto per la primavera dell’anno successivo al fine di affiancare in Levante la flotta imperiale contro le truppe del sultano Solimano. |
Settembre |
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Con le sue 3 galee scorta da Civitavecchia in Francia il duca di Albany, ambasciatore del re Francesco I presso la Santa Sede. |
1532 |
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Primavera |
Chiesa |
Impero ottomano |
A Messina con 12 galee (3 di sua proprietà e 9 da lui armate a Genova). |
Luglio |
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Il re di Francia Francesco I considera Andrea ed Antonio Doria come due traditori. |
Agosto |
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Esce da Messina all’avanguardia; lo seguono Andrea Doria con 38 galee e Bernardo Salviati collocato alla retroguardia con 4 galee dei cavalieri di Malta. Si avvicina a Zante (Zakinthos) dove è incrociata una flotta veneziana di 60 galee comandata da Vincenzo Capello. Omer Ali si dà precipitosamente alla fuga; Antonio Doria è inviato in avanscoperta con 7 galee per sorvegliare i movimenti degli avversari fino a Modone (Methoni). |
Settembre |
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Giunge a Capo Maleo ed a Napoli di Romania (Nauplion) con 10 galee; informato che le navi turche sono sul punto di raggiungere l’isola di Negroponte (Evvoia) ritorna indietro. Affianca il congiunto Andrea Doria nell’attacco al castello di Corone (Koroni). Si trova alla conquista di Patrasso (Patrai). |
Novembre dicembre |
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Finisce la campagna; raggiunge Otranto con 12 galee. Riconduce a Civitavecchia la sua squadra. |
1533 |
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Gennaio |
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Viene chiamato a Genova da Andrea Doria divenendone il luogotenente. Il comando della flotta pontificia è dato a Bernardo Salviati. Nella città acquista il palazzo di San Tommaso (già dei Fregoso). Nel 1537 lo rivenderà alla repubblica a causa dello stato di rovina della costruzione dovuto alla guerra. |
Febbraio |
In proprio |
Corsari barbareschi |
Si impadronisce di 2 galeotte e di una nave dei corsari barbareschi nelle acque della Corsica. Nell’azione vengono liberati 180 cristiani. Il capitano della nave risulta essere un rinnegato di Napoli: è condotto in un primo momento a Genova e successivamente a Napoli per esservi giustiziato. Nave e galeotte sono rimorchiate a Genova. |
Maggio |
Impero |
Impero ottomano |
A Napoli ed a Messina per preparare una nuova spedizione contro i turchi. Ha il comando di 3 galee della guardia di Napoli. |
Luglio |
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E’ segnalato a Napoli. |
Agosto |
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Alla testa di 5 galee salpa da Messina con Andrea Doria al fine di soccorrere Corone. Nella formazione della flotta è schierato a sinistra con 16 galee di Napoli e della Sicilia. |
1534 |
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Agosto |
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A Messina. Ha il comando di 4 galee della squadra del congiunto Andrea Doria per difendere la città da eventuali attacchi di Barbarossa. |
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Rientra in Liguria con Erasmo ed Obizzo Doria (13 galee); tutti sono raggiunti a Portovenere da Andrea Doria che ne conduce altre 6. |
1535 |
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Marzo |
Impero |
Tunisi |
Si dirige verso Napoli con 22 galee per congiungersi con il resto della flotta imperiale. Su 8 vascelli sono imbarcati 8000 fanti tedeschi agli ordini di Massimiliano Herbestein. |
Giugno |
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A Cagliari con Andrea Doria; ha ai suoi ordini 5 galee. Viene inviato con 4 galee in avanscoperta davanti a La Goletta. |
Luglio |
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Bombarda dal mare il forte di La Goletta: 800 sono i morti tra gli avversari. |
1536 |
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Viene comunicata la presenza di corsari barbareschi lungo le coste corse. Antonio Doria naviga subito in tali acque; scopre che costoro si sono già allontanati. Gode di una rendita in Sicilia concessagli dall’imperatore Carlo V. |
Luglio |
Impero |
Francia |
Prende parte all’assedio di Marsiglia. In un secondo momento ha l’incarico da Andrea Doria di trasportare con 8 galee 800 fanti del colonnello di Agostino Spinola: le truppe sbarcano ad Antibes per portarsi in Piemonte alla difesa di Alessandria minacciata dai francesi. Il Doria scende a terra con i suoi uomini. Alla notizia dell’arrivo a Genova delle milizie di Guido Rangoni, di Cagnino Gonzaga e di Cesare Fregoso si trasferisce alla guardia della città. |
Agosto |
Si colloca nella foce del Bisagno; con le sue galee bombarda le truppe di Bernabò Visconti e di Cesare Fregoso che stanno attaccando Genova da quel lato. Gli avversari sono costretti a ritirarsi con molte perdite. Risalgono a tale anno le prime notizie di una rendita concessagli da Carlo V sui proventi della “Sicilia ultra”. Altre ne seguiranno negli anni successivi.
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1537 |
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Luglio |
Impero |
Impero ottomano |
Affianca ancora Andrea Doria contro gli ottomani. Si trova all’ancora presso Corfù (Kerkira) ed ha il comando dell’ala sinistra della flotta con 12 galee. Si scontra con 12 galee ottomane di Ali Celebi presso l’isola di Paxo (Paxoi): rimane gravemente ferito nel corso del combattimento. |
Settembre |
Prende parte alla battaglia di Prevesa (Préveza). Al comando di 6 galee cerca di prestare soccorso a 2 navi imperiali cariche di soldati: non riesce ad impedire l’affondamento di una di queste con a bordo un contingente di 300 fanti.
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1538 |
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Viene nuovamente ferito in una spedizione contro i turchi in Croazia. |
1540 |
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Entra in lite a Messina con Vincenzo Cicala. Fa sparare dalla sua galea due colpi di archibugio contro il rivale; quest’ultimo è ferito al collo. |
1541 |
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Ottobre |
Impero |
Algeri |
Prende parte alle operazioni contro Algeri. Ha il comando di 6 galee nelle quali è imbarcato un colonnello di fanti. |
1542 | |||
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Impero |
Francia |
All’assedio di Perpignano (Perpignan) sulla frontiera catalana. Si rinnova il suo odio nei confronti di Andrea Doria. |
Settembre |
In navigazione con 6 galee da Napoli a Genova viene informato da una fregata inviatagli dal congiunto che nelle stesse acque si trovano 20 navi francesi. Si rifugia nel porto di Talamone; avendone constatato l’inadeguatezza delle difese raggiunge Porto Ercole. Fa mettere guardie sulle torri di Castiglione della Pescaia, nella vicina isoletta della Troia, all’isola del Giglio ed al Monte Argentario.
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1543/1544 |
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Sceglie a Genova, nella zona di Santa Caterina, l’area su cui edificare il suo nuovo palazzo. Nel giugno 1544 naviga lungo le coste pugliesi con don Garcia di Toledo alla vana ricerca di Dragut (che invece imperversa nel Tirreno). A fine mese sono segnalate 2 sue galee all’isola di Capraia e poi alla ricerca di Dragut, reduce quest’ultimo da una scorreria nelle acque di La Spezia e lungo il litorale di Aigues Mortes. |
1546 |
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Maggio giugno |
Impero |
Corsari barbareschi |
Si dirige a Malta con 13 galee; ai primi di giugno si pone alla caccia del Dragut. Punta su Capo Passero nel tentativo di intercettarlo; il suo antagonista si trova, invece, all’isola di Favignana per fare ritorno alle coste della Barberia. |
1547 |
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Gennaio |
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A Napoli allorché Gianluigi Fieschi si ribella a Genova. In pochi giorni raggiunge la città. Con la vittoria sui rivoltosi e la la relativa spartizione dei feudi dei Fieschi gli spetta Santo Stefano d’Aveto nell’Appennino ligure con il titolo di marchese. Consiglia, senza parteciparvi, l’assedio di Montoggio dove si sono asserragliati gli ultimi ribelli. |
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Riparte per Napoli passando per Siena. E’ di grande aiuto a don Pietro di Toledo in occasione dei moti cittadini contro l’ inquisizione. A fine ottobre cattura una galeotta ed una fusta barbaresche nei pressi dell’isola di Palmarola. |
Novembre |
Libera dalla schiavitù due abitanti di Capraia catturati in precedenza dai corsari barbareschi nei pressi della torre dello Zenobito della stessa isola.
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1548/1549 |
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A Genova. Sulla fine dell’anno a causa dei suoi dissapori con Andrea Doria è trasferito da Carlo V a Napoli. Ha il comando di 6 galee che egli tenta di vendere. Nel maggio 1549 si collega a Napoli con Andrea Doria con 2 galee (appartenenti alla squadra di Napoli) per dare la caccia nel Tirreno a Dragut. |
1550 |
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Giugno |
Impero |
Algeri |
Rinnova il contratto di “assento” per 6 galee. A Malta con Berenguer de Requesens per fronteggiare Dragut con una squadra 14 galee. E’ annunciata la sua presenza a Siracusa ed a Messina. |
1551 |
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Maggio luglio |
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A maggio salpa da Trapani per portare a Mehedia i soccorsi richiesti da Hernando de Vega, rimasto alla difesa della località con 800 uomini privi di scorte sufficienti di munizioni e di viveri. La sua squadra (6 galee ed alcune navi da carico) incappa in una tempesta; a causa dell’oscurità una galea ed alcuni vascelli fanno naufragio sugli scogli di Lampedusa; solo con difficoltà Antonio Doria riesce a rifornire la fortezza prima di potere fare ritorno a Trapani. A giugno scorta Francesco Piedfert, che ha il comando delle galee dell’ordine gerosolomitano, a Malta; a luglio prosegue per le coste africane con Berenguer de Requesens (15 galee) per prevenire gli attacchi alle coste siciliane da parte di Dragut. Naviga di notte e presso Malta è colto da una violenta tempesta. Il Requesens consiglia di fermarsi a Gozo; Antonio Doria fa valere la sua opinione volta ad affrontare il temporale. Il mare si ingrossa sempre più e 8 galee naufragano contro gli scogli di Lampedusa. Rientra a Trapani per le operazioni di rimessaggio delle galee scampate al fortunale. |
1552 |
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Al servizio del re di Spagna Filippo II. Ha sempre il comando delle 6 galee di Napoli. A luglio segue Andrea Doria diretto alla difese delle coste napoletane. Ad agosto si imbatte in 17 galee ottomane all’isola di Ponza. La sua galea capitana subisce forti danni nel combattimento; un’altra galea della sua squadra è catturata dagli avversari. |
1553 |
Spagna |
Francia |
Si sposta a Bruxelles. Segue la campagna militare contro i francesi; è nominato con Giovambattista Castaldo consigliere militare del futuro duca di Savoia Emanuele Filiberto. |
1555 |
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Viene insignito dell’ordine del Toson d’Oro per avere partecipato nei Paesi Bassi alla lotta contro i francesi. |
1556 |
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Marzo/settembre |
Impero |
Corsari barbareschi |
E’ inviato con Plinio Tomacelli ad Ajaccio presso Giordano Orsini per recuperare i pezzi di artiglieria, le attrezzature navali e le ciurme di 11 galee incagliatesi al largo del porto di San Cipriano. La repubblica di Genova gli fa avere 2 galee al posto di altrettante da lui perdute in tale occasione. Si collega con Juan de Mendoza e Giovanni Andrea Doria per scorrere nelle acque di Orano (Oran). A settembre con le sue galee prende parte ad un grande raduno marittimo promosso da Andrea Doria. |
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Da tempo ha preferito convertire la rendita annua di 2000 scudi, goduta in Sicilia e concessagli dall’imperatore Calo V, nel marchesato di Ginosa. Nel periodo litiga con il genero Antonio Spinola per l’amministrazione di tale feudo. |
1558 |
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Autunno |
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A Genova. E’ proprietario di 6 galee che sono affittate al re di Spagna sotto il comando del figlio Scipione. |
1559 |
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E’ segnalato a Bruxelles. Al fianco del duca di Savoia appoggia gli imperiali nella guerra nelle Fiandre. |
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Viene inviato a Napoli con del denaro da Juan de Mendoza. Naviga con 2 galee assieme con Bendinello Sauli.
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Spagna |
Tripoli |
Lascia Genova e raggiunge la Sicilia con il Mendoza. Gli viene dato il comando delle 5 galee di Sicilia; prende parte all’impresa di Tripoli con il figlio Scipione. |
1560 |
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Maggio |
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La spedizione si risolve in un terribile scacco. Gli sono conquistate o affondate 3 galee nella battaglia di Djerba (Gerbe); Giovanni Andrea Doria ne perde 4 nella medesima occasione. |
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A seguito della sconfitta di Djerba guida a Siracusa 7 galee sulle quali sono imbarcati 2000 fanti.
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Novembre |
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Alla morte di Andrea Doria sono deluse le sue speranze di succedergli nel comando della flotta imperiale: viene, infatti, scelto il figlio di Andrea, Giovanni Andrea Doria. Ciò non gli impedisce di divenire apprezzato consigliere per gli affari militari, spesso interpellato dal re di Spagna Filippo II su questioni tattiche e strategiche. |
1561 |
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Febbraio |
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Continua il suo odio nei confronti di Vincenzo Cicala. Quando costui acquista una galea catturata dalla flotta siciliana ad Occhiali interviene sul viceré di Sicilia per bloccare tale acquisizione. |
1562 |
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Giugno | Spagna | Corsari barbareschi |
Fa parte con 6 galee della squadra di Juan de Mendoza : ha il compito di navigare nelle acque sarde ed in quelle napoletane e di impedire eventuali scorrerie da parte dei corsari algerini.
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Ottobre |
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Il figlio Scipione, al comando di 6 galee, trasferisce numerosi fanti in Spagna viaggiando di conserva con il Mendoza. A fine mese il figlio salpa dalla Spagna sempre agli ordini del Mendoza. Una furiosa tempesta coglie la flotta (28 galee) alla Herradura: 3 naufragano con la capitana ed altre 22 (fra cui le sue 6) sono fracassate dalle onde. Si contano 5000 morti nel naufragio tra cui lo stesso Mendoza. |
1565 |
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Estate |
Spagna |
Impero ottomano |
Ha la carica di Presidente di Sicilia. Si trova a Messina. Esprime dubbi sulla fattibilità di soccorrere in tempo i cavalieri di Malta contro i turchi che stanno assediando l’isola. In ogni caso prende attivamente parte alla campagna ai danni degli ottomani; si muove con le galee tra la Spagna e la Sicilia ed è accompagnato, come sempre, da lusinghieri giudizi, specie dal viceré di Napoli Pedro Afan de Ribera. |
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Al termine dell’assedio le sue navi giungono a Malta per reimbarcarvi i fanti spagnoli. |
1566 |
Chiede l’autorizzazione al re di Spagna Filippo II di potersi ritirare a Genova. Nella città fa costruire una cappella di famiglia nella chiesa degli agostiniani della Consolazione (distrutta nel 1681). |
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1570 |
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In Spagna, con l’incarico di ispezionare le fortezze del regno. |
1571 |
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Pubblica a Genova un “Compendio delle cose di sua notizia e memoria occorse al mondo nel tempo dell’imperatore Carlo V”; è autore anche di “Discorso sopra le cose turchesche per via di mare”. |
1572 |
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Si imbarca su una galea medicea per recarsi a Messina. |
Ottobre/novembre |
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Con don Garcia di Toledo è nominato dal re di Spagna consigliere di don Giovanni d’Austria al posto del nipote Giovanni Andrea Doria. Affianca quest’ultimo nella sua poco significativa campagna in Levante. |
1574 | Liguria | ||
1575 | |||
Luglio |
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Campania |
E’ inviato a Napoli con il nipote Giovanni Andrea Doria su incarico della repubblica di Genova. Viene segnalato al fianco di don Giovanni d’Austria. Quando a Genova esplode il conflitto tra vecchi e nuovi nobili parteggia per la prima fazione. |
1576 |
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Il suo patrimonio è valutato in 100000 scudi. Il soggiorno a Napoli è funestato dalla notizia che il figlio Cesare è rimasto ucciso a Finale Ligure in una rissa con altri giovani della nobiltà “vecchia”. Un altro figlio, di nome Lelio, è ammazzato a Roma nel 1560, durante le feste di carnevale. |
1577 |
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Gennaio |
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Muore a fine mese a Genova. Agli inizi degli anni quaranta sceglie a Genova un’area su cui fa edificare un palazzo nella zona di Santa Caterina, dalla parte opposta della città rispetto al palazzo di famiglia del cugino Andrea. Dedica cure e capitali alla sua costruzione chiamandovi ad affrescarlo vari artisti, tra cui Giovanni e Luca Cambiaso. Sposa una figlia di Brizio Giustiniani e Geronima Fieschi. Paolo Partenopeo gli dedicail “De obedentia”. |
CITAZIONI
-“Huomo per l’eccellenza dell’ingegno, e dell’animo suo molto illustre.” Bonfadio
-“Non fu men eccellente a casa, nell’arti civili, che si fusse poi di fuori, nelle cose di guerra.” Foglietta
-“E’ tra il principe (Andrea Doria) e il signor Antonio Doria poca amorevolezza; anzi, secondo li andamenti, si può congetturare occulto odio e inimicizia; percioché molte fiate il signor Antonio è stato in animo di vendere e alienare le sue sei galere, e attendere con la sua persona alla milizia di terra; giudicando per la via del mare, con la inimicizia del principe, non potere giammai andare più innanzi di quel ch’egli era.” (Da una relazione di Bernardo Navagero al senato veneziano, riportata dall’Alberi)
-” Era bel parlatore, di bellissima presenza, di mediocre giudicio, e d’esperienza nelle cose marittime, per essere stato longamente alla scuola del Prencipe D’Oria (Andrea Doria), dal quale fu aggiurato e molto favorito e beneficato, come ne può far fede il privileggio che ha del Marchesato di Santo Stefano, nel quale l’imperatore Carlo V dice darcelo per instanza del Prencipe D’Oria. Ma fu grato alla genovesa, perché come vidde il Prencipe vecchio, la casa in difficoltà, con esser vario e bugiardo, cominciò ad entrare in pretensione di succeder nel carico al Prencipe, et fioriò con cose simili alla verità tante e tali cose, che molti credettero poter essere.” Giovan Andrea Doria
-“Ses activités guerrières, notamment face à l’Ottoman, l’amènent à rédiger en 1539 un “Discorso sopra le cose turchesche per via di mare”, à l’intention de Diego Mendoza, alors ambassadeur de Charles Quint à Venise, dans lequel il examine le péril que représente Barberousse pour les chrétiens et la nécessité de s’y opposer en formant una Ligue catholique forte de deux cent cinquante galères, dont cent vingt cinque seraient fournies par Genes, Venise et la paputé, et 125 par l’Espagne.” B. Carpenter – J-P. Priotti
-“Veggio un Antonio D’Oria far disegno/ ch’il nome suo si spande in ogni via/ E lo ardir, la virtù, suo divo ingegno/ crescer li deve stato e signoria./ Questo è anche capitan tra gli altri degno/ E andrà per Carlo (Carlo V) ove bisogno sia.” Bilintano
-“La continua partecipazione alla guerra navale era alla base di un suo breve progetto che, pur rimasto manoscritto, ebbe una circolazione vastissima (almeno a giudicare dal numero di copie oggi conservate in biblioteche italiane e straniere): si tratta del “Discorso sopra le cose turchesche per via di mare”, redatto nel 1539 e indirizzato a don Diego de Mendoza, ambasciatore di Carlo V a Venezia.” Savelli
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