Indice Anagrafico dei corsari operanti nel Mediterraneo:

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LORENZO VENIER Di Venezia.

1552 – 1625

Anno, mese Stato, in proprio Avversario Azioni intraprese ed altri fatti salienti
1571
Ottobre Venezia Impero ottomano

Combatte nella battaglia di Lepanto (Navpaktos): viene ferito nel combattimento.

………………… Ricopre l’incarico di governatore di Spinalonga.
1595 Ha l’incarico di capitano della guardia dell’isola di Candia (Kriti).
1598 Viene eletto capitano del Golfo.
1602
Aprile Venezia Corsari turchi
Ha sempre l’incarico di capitano del Golfo. A metà mese alla testa di 3 galee avvista una fusta di 19 banchi nelle acque di Pesaro appartenente ad alcuni corsari turchi. La nave, datasi alla fuga,  è costretta ad arenarsi sulla spiaggia di Gabicce. I corsari sbarcano e vengono catturati dalla popolazione locale; l’imbarcazione è consegnata ai veneziani.
1606 Ha il comando di 3 galee.
1614
Marzo Venezia Uscocchi

Provveditore in Dalmazia, combatte i pirati uscocchi.  Stringe d’assedio Segna (Sejny) malgrado le proteste dell’arciduca d’Austria. Nell’estate 200 uscocchi assalgono le greggi di alcuni veneziani che stanno pascolando le loro bestie nei territori austriaci. I banditi uscocchi restituiscono il bestiame razziato ai cittadini dell’impero e si trattengono quello di proprietà di cittadini della Serenissima. Il Venier fa ordina al capitano del Golfo Antonio Civran di effettuare uno sbarco di truppe tra Laurana e Voloda che pongono tutto il territorio a ferro e fuoco. 

1615

Ordina al rettore di Pago Antonio Zorzi di attaccare il porto di Sirisa dove trovano rifugio alcuni pirati. L’azione si conclude negativamente; lo stesso Antonio Zorzi vi perde la vita con 80 uomini. Il Venier, irritato per il mancato successo dell’impresa, assale di notte Novi (feudo di Niccolò Frangipani, capitano di Segna), si impadronisce di tutte le navi che si trovano nel porto compresa la galea ed  alcuni pezzi di artiglieria presi nel porto di Pago dai pirati uscocchi due anni prima. La località viene messa a sacco; diverse case ed alcune barche sono date alle fiamme, le saline sono distrutte, Niccolò Frangipani, catturato, viene imprigionato in una galea. Gli austriaci minacciano la guerra e fomentano ancor più gli uscocchi contro la Serenissima. Le forze di terra veneziane sono sopraffatte nei pressi di Trieste; gli austriaci depredano 5 villaggi sui confini dell’istriano; altri 7 vengono incendiati nel territorio di Monfalcone. Il Venier presidia Albona e Fianona ed aggredisce inutilmente con 8 galee Moschenizza. Suscita nuove proteste da parte dell’arciduca d’Austria.

1616 E’ sostituito nel suo incarico da Giacomo Zane.
1617
Aprile Venezia Napoli

E’ nominato capitano delle navi armate. Salpa da Venezia con 7 galeoni (comandati rispettivamente da Luca Pesaro, Francesco Tron, Girolamo da Molin, Ferigo Nani, Lorenzo Soranzo e Paris Malipiero), 2 galeazze (affidate ad Antonio Pisani ed a Marco Antonio Badoer) e 2 galee;  ha l’ incarico di collegarsi in Dalmazia con il provveditore della flotta Giovanni Antonio Belegno. A quest’ultimo è ordinato di proibire l’ingresso nell’Adriatico alle navi napoletane del viceré di Napoli don Pietro Giron duca d’Ossuna. A metà mese Venier giunge all’isola di Lesina (Hvar) e vi trova all’ancora il Belegno con 7 navi, 4 galee grosse, 10 galee sottili e 15 barche albanesi. Il Belegno indugia nei pressi; quando lascia l’ancora si accorge che il suo avversario Francisco de Ribera ha già lasciato le acque della Dalmazia. Di sua iniziativa il Venier con 7 galeoni e 4 galeazze fa vela verso la costa pugliese.

Maggio

Si presenta davanti a Brindisi; Francisco de Ribera non si muove. Fa allora rotta su Otranto, da qui si sposta a Corfù (Kerkira), ritorna a Curzola (Korcula) e si ricongiunge con il Belegno. Il suo operato viene elogiato dal Senato; da questo riconoscimento sorgono forti dissapori con il Belegno. 

Luglio

Si trova a Lesina con il nuovo provveditore della flotta Giacomo Zane. Convince con difficoltà costui ad uscire fuori dal porto ed a affrontare Pietro de Leyva, uscito da Brindisi con 18 galeoni e 33 galee, senza contare le navi sussidiarie. Procedono in formazione le 6 galeazze, seguono le galee in doppia fila ed in coda vengono i galeoni di Lorenzo Venier rimorchiati da parte delle galee. La flotta della Serenissima consiste in 16 navi a vela, di cui 5 venute dai Paesi Bassi, in 6 galeazze, in 32 galee ed in 25 altri legni tra barche albanesi e navi sussidiarie. la flotta esce senza che lo Zane abbia concretato un piano di battaglia, né che abbia stabilito i posti delle varie unità nella formazione. Le 6 galeazze si trovano in prima linea; seguono le galee in doppia fila ed in coda i galeoni del Venier, rimorchiati da parte delle galee.  Le distanze tra i vari reparti dell’armata e tra le galee sono eccessive; molti capitani, in effetti, non hanno alcuna esperienza nella navigazione in formazione. Giunta a Capo Pellegrino, estremità occidentale dell’isola di Lesina, il vento gira cosicché i veneziani perdono  il vantaggio del sopravento.  Il Venier si sgancia dal rimorchio delle galee e si dirige contro il nemico; dà tutte le disposizioni per il combattimento convinto che lo Zane lo segua con il resto della flotta.  Gli è viceversa ordinato di allontanarsi senza indicargli in quale direzione. D’altra parte, sia Il provveditore generale che il Belegno lo odiano per il suo carattere irruento, anche perché convinti che solo egli avrebbe ricevuto tutti gli onori in caso di vittoria. Deve rientrare per cui Pietro di Leyva può continuare poi  ad incrociare indisturbato con la sua flotta tra le isole della Dalmazia. In questo frangente gli spagnoli catturano a quindici miglia da Zara (Zadar) una galea e 2 galeazze cariche di merci per un valore superiore a mezzo milione di ducati; della relativa scorta di 8 galee, comandate da Antonio Civran, 7 navi si danno alla fuga. Pietro di Leyva si reca a Trau (Trogir) con le navi predate; in un secondo momento fa ritorno a Brindisi. In tutto questo quadro Giacomo Zane si preoccupa di impedire a Lorenzo Venier di inseguire i nemici. A fine mese il Senato esonera dal comando per inettitudine lo Zane e nomina al suo posto come provveditore generale dell’armata lo stesso Venier. Il comando dei galeoni passa a Francesco Morosini.

Agosto

Comincia a riordinare la flotta con continue esercitazioni, con lo scopo di infondere in tutti uno spirito nuovo; distacca pure vari reparti per essere informato dei movimenti degli avversari. Natale Donà è inviato in Puglia, dove prende terra a Bari; è qui informato che le galee del de Leyva hanno lasciato l’Adriatico e che a Brindisi si trovano i soli vascelli del de Ribera, per lo più con equipaggi ridotti a causa delle malattie. Si porta con tutta l’armata ad Otranto; non incontrando i nemici dà fondo a Solta; a Curzola. Riattraversa l’ Adriatico e si colloca davanti a Bari, Brindisi ed Otranto; muove per le isole Merlere e Corfù.

Settembre

Prosegue per Valona (Vlona);  a metà mese si ferma nel porto di Santa Croce, presso Ragusa (Dubrovnik), per continuare con intensità l’addestramento equipaggi. Blocca Ragusa facendo costruire un fortino nell’ingresso del porto.

Novembre dicembre

A metà mese il de Ribera con 15 vascelli si presenta davanti a Ragusa. Il Venier esce dal porto di Santa Croce con i velieri al traino delle galee. Dispone di 18 navi a vela, alcune delle quali con equipaggi olandesi, 28 galee, 5 galeazze e 7 barche albanesi. Manovra in modo da essere in sopravento rispetto agli avversari. Nottetempo prende contatto con gli avversari tramite le artiglierie. Il de Ribera, essendosi alzato un vento di scirocco,  fa rotta verso la costa dalmata seguito dai veneziani. All’alba il Venier dispone i galeoni in una formazione che richiama la mezzaluna;  si colloca davanti ad essi con le galee e le galeazze; il de Ribera dispone le sue navi in doppia fila frontale. Il combattimento dura tutto il giorno; non risulta  decisivo per l’operato infido delle navi olandesi e per la viltà di alcuni capitani veneziani che non eseguono gli ordini con la determinazione necessaria. Alla sera il de Ribera può    prendere il largo e dirigersi a Manfredonia. Con il rafforzarsi del vento, il mattino seguente, il Venier ordina che le galee si dirigano a Sebenico; egli si trasferisce sul galeone “Balbi” e con i pochi vascelli che gli sono rimasti e le galee sottili prosegue l’inseguimento. Aumenta il vento; le navi perdono il contatto tra di loro; 5 galee sottili, comandate dal Morosini, fanno naufragio sugli scogli de Meleda. Le navi, dopo una iniziale perdita di contatto, si  riuniscono più tardi a Palagosa dove il Venier rinuncia a proseguire nella sua azione.  A dicembre raggiunge Curzola.  

1618
Gennaio

Scrive una relazione sull’accaduto in Senato: vengono arrestati 6 governatori di galee e galeazze.

Marzo

A causa del suo cattivo stato di saluto viene nominato Pietro Barbarigo al suo posto. Il Venier diviene procuratore di San Marco.

1619
Aprile Venezia Corsari barbareschi

Ha nuovamente il comando della flotta. Ai primi del mese lascia Venezia; riunisce la flotta a Curzola. E’ informato che il duca di Ossuna sta compiendo grandi preparativi per la per il prossimo conflitto; che a Napoli sono pronte 12 galee agli ordini del Santa Cruz e che altri 7 galeoni stanno per essere inviati a Calamata; che il viceré ha concesso una base navale agli uscocchi a Trani; che in Sicilia sono pronte altre 4 galee e che gli spagnoli fanno pressioni sullo stato pontificio affinché si schieri contro i veneziani. Il Venier comincia a fare scendere a terra 2000 olandesi, presenti nella sua flotta, di cui non ha alcuna fiducia, e li sostituisce con altrettanti italiani. Subito dopo con le 5 galeazze e 12 galee naviga lungo le coste pugliesi ed abruzzesi. Si impadronisce di varie fuste di corsari e ne cattura 4 cariche di schiavi cristiani; si impossessa di una grossa nave a vela fiamminga che ha caricato del frumento a Bari ed è diretta a Napoli. Si porta, indi, a Corfù per assicurare la navigazione a 10 galee che, agli ordini di Antonio Pisani, da Candia stanno per congiungersi con la sua flotta: il loro cammino, è insidiato dal marchese di Santa Cruz salpato da Napoli con la sua squadra. Con la sua sola presenza  il Venier obbliga il Santa Cruz a ritirarsi da Cedalonia e ad abbandonare lo Jonio. Entra nell’Adriatico con tutte le galee sottili, si congiunge a Meleda con il naviglio a vela (34 vascelli) e continua a scorrere sulle coste dalmate catturando altre navi che portano vettovaglie a Napoli (2 vascelli partiti da Valona ed altri 3 sul litorale albanese). Impedisce che avvenga l’imbarco di 7000 uomini, distribuiti lungo il litorale da Otranto al Tronto, destinati alla guerra in Boemia; si trasferisce a Pola (Pula) ed invia navi in crociera lungo le spiagge marchigiane ed abruzzesi per fermare ogni bastimento sospetto.

Luglio ottobre Venezia Napoli

La sua flotta è composta di 35 navi, che hanno a bordo 8437 soldati, così divisi per nazionalità: 3556 olandesi, 353 inglesi, 158 corsi, 1099 italiani, 1112 croati, 1092 greci e 1067 albanesi.

Novembre dicembre

La guerra con  il duca di Ossuna ha termine a novembre. Vengono licenziate le navi olandesi ed a dicembre la flotta viene ridotta ai quadri del tempo di pace.

1620
Gennaio Ai primi di gennaio si reca a Venezia.
…………………

Molti uomini influenti della politica veneziana gli sono ostili e gli impediscono, nonostante i suoi meriti, di aspirare al dogato.

1625 Muore.

CITAZIONI

-“Nodrito da primi anni nell’arte marittima.” Nani

-“Non cessò mai di lottare e di difendere Venezia.” Marco Nani Mocenigo

-“Prode e prudente duce.” Siri

-“Espertissimo delle cose di mare…Egli era però molto autoritario, aveva un carattere imperioso ed una notevole dose di superbia, ma il suo grande sentimento del dovere ed un amore di patria elevatissimo lo facevano tenere nella più alta considerazione.” Mario Nani Mocenigo

 

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