Indice Anagrafico dei corsari operanti nel Mediterraneo:
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JEAN-BAPTISTE DE VALBELLE Di Marsiglia (Marseille). Corsaro con patente di Malta. Cavaliere dell’ordine gerosolomitano.
1627 – 1681 (aprile)
Anno, mese | Stato, in proprio | Avversario | Azioni intraprese ed altri fatti salienti |
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Di famiglia provenzale. Ha le sue prime esperienze marinare, a nove anni, a bordo della galea del padre. |
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1638-1642 | Francia | Spagna | Nel 1638, a undici anni, è imbarcato nella flotta che combatte gli spagnoli agli ordini dell’arcivescovo di Bordeaux Henri de Sourdis. E’ presente nello scontro in cui le galee del Pontcourlay investono quelle del Velasco davanti a Genova. Nel combattimento rimane ucciso il padre. Nel 1641 rimane ferito all’assedio di Tarragona; nel 1642 si distingue nelle operazioni che si svolgono davanti a Barcellona. |
……………… | Malta | Corsari barbareschi | Malgrado che i suoi titoli di nobiltà siano discutibili viene accettato come cavaliere nell’ordine gerosolomitano. Prende parte a numerose crociere ai danni dei corsari barbareschi. |
1654 | |||
Settembre | Francia | Corsari barbareschi |
Ritorna nella marina reale. E’ diretto verso il Levante con il “Perseo”, una fregata di 30 cannoni. Al largo delle Baleari si imbatte in 4 fregate inglesi dell’ammiraglio Robert Blake in crociera tra l’isola di Maiorca (Mallorca). Sono la “Langport” (50 cannoni e 260 uomini), la “Diamond”, la “Ruby” (ciascuna dotata di 36 cannoni e 160 uomini) e la “Pearl” (22 cannoni e 100 uomini). Si rifiuta di salutarle per primo per cui ammaina la sua bandiera di fronte a quella inglese; ripara a Campos, in un’ansa dell’isola di Maiorca. Attaccato a terra da una batteria spagnola diretta dal viceré dell’isola, e dal mare risponde al fuoco inglese ed ai ripetuti assalti condotti dal commodoro Roger Cuttance. In tre giorni di scontri perde 87 uomini, un terzo dell’equipaggio. Valbelle, Vinchiguerre, i luogotenenti Isnard e Bar, i capitani dei “marines” Murris e Baptiste sono tutti condotti a Le Ciotat. |
1661 | |||
Febbraio | Francia | Corsari barbareschi |
Nonostante la proibizione dello stato francese si dà alla guerra di corsa ai danni dei barbareschi. Con il suo vascello “Vierge” non esita ad attaccare a dieci miglia da Alicante 7 vascelli da guerra algerini. Ne affonda uno, ne danneggia 2 e mette in fuga i restanti. Tutta la sua nave è crivellata di colpi: l’unica eccezione è rappresentata da una statua della Madonna che si trova a bordo della sua nave. |
…………….. | Duca Savoia |
Non ascolta il Paul (Paul de Saumer) che lo invita a collegarsi con la flotta francese; al comando del “Vierge” e del “Levrette” di Marsiglia per diversi anni continua a condurre una vita avventurosa nel Mediterraneo con una patente di corsaro rilasciatagli dal duca di Savoia. Il suo gesto di ribellione gli costa la condanna a morte in contumacia. Le sue imprese contro i barbareschi gli valgono, invece, la nomina a commendatore dell’ordine gerosolomitano. Sbarca all’improvviso sulle coste algerine, cattura uomini, il cui numero raggiunge le 500 unità. Costoro sono destinati al remo delle galee dell’ordine di Malta. |
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1666-1672 | Francia | Nel marzo 1666 è richiamato nella marina reale. Ha il comando inizialmente del “Vermandois”, poi del “Dauphin” con il quale scorre in Levante nel 1671. Nel 1672 si trova a bordo del “Glorieux” nella guerra contro i Paesi Bassi. | |
1673 | |||
Giugno | Francia | Paesi Bassi |
Prende parte alla battaglia di Schooneveldt contro la flotta olandese di Adrianszoon Michiel de Ruyter. Con l’inglese Spragge ha il compito di proteggere il vascello “Cambridge” aggredito da Cornelis Tromp. |
Agosto |
Partecipa pure al combattimento che si svolge nei pressi dell’isola di Texel ove recita una parte importante a fianco degli inglesi. Dopo lo scontro accusa il Grancey di imprudenza ed il marchese di Gabaret di lassismo. Ne nasce una commissione d’inchiesta che rigetterà le sue accuse. A dicembre ottiene la nomina di caposquadra. |
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E’ inviato a Tripoli per ottenere la liberazione degli schiavi francesi. Gli è fatto rispondere dal pascià che avrebbe potuto ottenerne l’affrancamento solo con la guerra. |
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1674 | |||
Settembre | Francia | Spagna Paesi Bassi |
Messina si è ribellata agli spagnoli. A fine mese salpa da Tolone (Toulon) per la Sicilia con 7 navi che trasportano vettovaglie e 6 vascelli di linea: divide la sua squadra in tre divisioni. Egli naviga a bordo del “Pompeux”, 72 cannoni. Lo attendono sotto il faro 33 vascelli e 19 galee nemici. Veleggia tutto il giorno davanti a Messina; di notte, con il favore del vento, supera il blocco approntato dalla squadra spagnola di Melchior de la Cueva e rifornisce di vettovaglie gli assediati. Aiuta i messinesi a scacciare gli spagnoli dalle posizioni da essi occupate nella città e si prepara a fare rientro nel suo paese con gli stessi vascelli e le medesime navi trasporto. Salpa da Messina e riattraversa le linee avversarie riportando lievi perdite. |
……………… | Ritorna a Messina con nuovi rinforzi. | ||
1675 | |||
Gennaio |
Giunge a Messina con ulteriori soccorsi, inviato dal re Luigi XIV, il Vivonne (Louis Victor de Rochechouart duca di Montemmart e di Vivonne). Alla spedizione prendono pure parte Claude Forbin, il d’Amfreville, il Tourville (che guida la Syrene, 44 cannoni) ed il Coetlegon (Alain Emmanuel de Coetlegon de Méjusseaume). Il Valbelle esce dal porto forzando una volta di più il blocco spagnolo fornendo in tal modo un importante contributo alla vittoria finale. Con il Tourville si scontra con 2 vascelli dei quali uno è affondato e l’altro è obbligato a prendere il largo; abbatte con il suo fuoco d’artiglieria la torre della Lanterna (il faro), ancora occupata dagli avversari, e risponde alla batteria posta sul colle dei Cappuccini. Il Vivonne e Abraham Du Quesne nello stesso tempo completano l’opera, approfittano del momento di disordine nelle file nemiche e mettono in fuga gli avversari che prendono la strada per Napoli. 4 vascelli spagnoli sono nel complesso affondati. Il Valbelle fa il suo ingresso trionfale in città con il Vivonne. |
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Febbraio |
Prende parte alla battaglia di Stromboli: lascia Messina con 4 vascelli e coglie alle spalle le 16 galee spagnole del marchese del Viso Enrique Bazan. Si scompagina anche la linea dei 20 vascelli avversari agli ordini di Melchior de la Cueva; tali navigli si danno alla fuga chi verso Milazzo e chi verso Napoli. Collabora con il Du Quesne alla cattura del vascello “Nuestra Senora del Pueblo”. Per tale vittoria il Vivonne verrà nominato maresciallo di Francia. |
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Agosto | Augusta si ribella alla Spagna e gli abitanti chiedono aiuto ai francesi. Si presenta davanti alla città con il Vivonne alla testa di 29 vascelli. Apre il fuoco contro i forti cittadini mentre il Tourville ed il Coetlegon guidano le forze da sbarco per impadronirsi delle fortificazioni avanzate. La vittoria è così assicurata. | ||
1676 | |||
Gennaio |
Partecipa alla seconda battaglia di Stromboli, inserito nel corpo centrale davanti alla sua nave ammiraglia. Nel corso dello scontro viene pressato da vicino dal vascello nel quale si trova imbarcato Adrianszoon Michiel de Ruyter: a bordo del vascello del Valbelle, il “Pompeux”, 41 uomini sono uccisi o rimangono feriti. Interviene in suo soccorso Abraham Du Quesne con il “Saint-Esprit” forte di 70 cannoni. |
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Aprile |
Prende parte alla battaglia di Augusta o di Mongibello; non viene avvertito quando rimane ucciso il comandante dell’avanguardia, il marchese di Alméras, cosicché non ne può prendere il posto. Dà la colpa di tale fatto al capitano generale Abraham Du Quesne. |
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Geloso del Du Quesne, sparge notizie maliziose nei suoi confronti: è ripreso aspramente a corte dal ministro della marina Jean-Baptiste de Colbert, il Seignelay. |
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1678-1681 | Malta | Corsari barbareschi | Dopo la pace di Nimega soggiorna a Roma (1678). Il papa Innocenzo XI gli offre il comando della flotta pontificia. La sua cattiva salute lo costringe a declinare l’offerta. Ammalatosi, nel 1680 conduce una campagna infruttuosa davanti a Tripoli. Balivo dell’ordine gerosolomitano muore nel castello di La Reynarde, nei pressi di Marsiglia, mentre sta per essere promosso dai francesi luogotenente generale. |
CITAZIONI
-“Homme hardy jusqu’à l’effronterie.” De la Roncière
-“Marin renommé par son ingéniosité et son ésprit de décision..le “Tigre”…Les contradictions ne manquent pas chez Valbelle : il est insolent, joueur, duelliste, mais ami fidèle, désintéressé, adoré de ses équipages ; son audace et son habileté en font un des bons marins de l’époque.” Nicolas
-“Bon marin et combattant presque trop téméraire, mais prétentieux, égoiste, et intrigant plein de malveillance. Un « caractère » certes, mais profondément déplaisant. » Jenkins
-“D’une famille où, à toutes les générations, on sert dans la marine…A la cour, il est connu comme le “Fier Artaban”, le “Tigre Valbelle”, personnage héroique et peu commode. Madame de Sévigné est en extase devant lui.” Engel
-“Bon marin, son audace et son habilité lui valent le surnom de “Tigre”.” G. Buti