francesco spinola
Monumento funebre di Francesco Spinola (XV secolo)

Indice Anagrafico dei corsari operanti nel Mediterraneo:

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FRANCESCO SPINOLA Del ramo di San Luca. Di Genova. Signore di Pieve di Teco, della valle d’Arroscia e di Lerna.

+ 1442 (febbraio)

Anno, meseStato, in proprioAvversarioAzioni intraprese ed altri fatti salienti
1421
EstateMilanoGenova

Al servizio del duca di Milano Filippo Maria Visconti combatte il doge Tommaso Fregoso. Con i suoi partigiani collabora con le truppe di Guido Torelli in Val Polcevera ed in Val Bisagno nelle zone immediatamente a ridosso di Genova. Il tentativo fallisce. La città capitolerà a fine ottobre in conseguenza della vittoria dell’esercito visconteo nella Riviera di Ponente e della sconfitta in mare di battista Fregoso, fratello del doge.

1422
DicembreGenovaRe d’Aragona

Ha il comando di 7 navi con le quali contrasta gli aragonesi. Non viene riconosciuto alcun soldo all’equipaggio, solo il vitto ed il vino. Affronta 8 navi catalane e le mette in fuga: nell’azione si impadronisce di 3 imbarcazioni catalane e di una siciliana. Di seguito si sposta in Sardegna e si impossessa del porto di Longosardo.

1423
GennaioRientra a Genova a fine mese;  gli vengono tributati grandi onori. E’ coinvolto nella strategia difensiva del duca di Milano Filippo Maria Visconti volta ad ostacolare le famiglia aristocratiche genovesi ostili al suo governo.
………………..

Gli è affidato il comando di 13 galee. Si unisce con Luigi d’Angiò ed affronta ancora una volta gli aragonesi di Alfonso d’Aragona.

1425

Gli aragonesi appoggiano Tommaso Fregoso nel suo tentativo di recuperare il dogato di Genova. Le Riviere di levante  e di Ponente si ribellano al Visconti ad opera non solo dei Fregoso, ma anche di Fieschi, Grimaldi ed Adorno.

1426

Ottiene in feudo da Filippo Maria Visconti, in cambio di 8000 lire genovine che deve ricevere dal comune di Genova, Pieve di Teco, un borgo della Valle Arrosa che controlla la strada che collega la Riviera di Ponente con il Piemonte occidentale.  L’anno successivo gli è assicurato il controllo di tutta la valle.

1427
AgostoCon Ottolino Zoppo viene inviato, alla testa di 500 uomini, alla difesa di Gaeta.
NovembreMilanoFirenzeCombatte nuovamente i partigiani del Fregoso nelle valli del genovese.
1428E’ chiamato a fare parte degli Anziani del comune.
1429
SettembreGenovaCorsari

Arma una galea e con Andreolo Grimaldi dà la caccia a Paolo Cicogna, un pirata genovese che infesta le acque del Mediterraneo occidentale. La ricerca si rivela infruttuosa.

1430MilanoFirenze Venezia

Recupera Sestri Levante, Moneglia ed il castello di Portofino, terre cadute in precedenza in mano dei fiorentini e delle famiglie ostili al duca di Milano (i Fregoso).

1431
Gennaio

In missione diplomatica a Lucca. Rappresenta la sua città in un’alleanza con tale stato ai danni dei fiorentini. Analogo accordo stringe, sempre per conto di Genova, anche con Siena.

Agosto

A fine mese al comando di 21 galee e di una nave grossa viene sconfitto e fatto prigioniero da Piero Loredan nella battaglia di Portofino o di Rapallo, avvenuta al largo della chiesa di San Fruttuoso. Gli avversari entrano nel golfo di Rapallo salvo a riguadagnare il mare. E’ attaccato quando Piero Loredan ha il vento in poppa. I genovesi abbordano 3 galee della Serenissima; lo Spinola investe con il rostro una galeazza fiorentina. Nello stesso tempo i veneziani aggrediscono la sua capitana. Con la  cattura dello Spinola gli avversari si impossessano di altre 8 galee con i relativi sopracomiti; 11 si salvano a Portofino, una ritorna a Genova ed una ripara a Piombino. I morti, d’ambo le parti, sono 800 e 4000 i feriti. Lo Spinola viene incarcerato prima a Firenze con 3 consiglieri ed i proprietari della navi fatti prigionieri.

1433
Luglio agosto

Condotto a Venezia agli inizi del 1432, è rinchiuso nel carcere delle Torricelle. Viene liberato nel luglio 1433 alla stipula della pace tra veneziani e viscontei. Ad agosto rientra a Genova dove è accolto da più di 500 cittadini a cavallo.

1435
Giugno luglioMilanoRe d’Aragona

E’ inviato nuovamente nel regno di Napoli con una galea sottile ed una nave cariche di munizioni e di vettovaglie. Si trasferisce con 800 uomini, dei quali la metà sono costituiti da balestrieri, alla difesa di Gaeta assediata dalle truppe del re Alfonso d’Aragona. Al suo fianco si trova il commissario visconteo Ottolino Zoppo. Sopravviene in città la carestia e la peste; fa uscire dalla cittadella le bocche inutili; 4000 persone escono da Gaeta e vengono accolte pietosamente dal sovrano nemico. Respinge gli attacchi degli avversari condotti sia da terra che dal mare; fa affondare la sua nave nel porto per impedire agli avversari di avvicinarsi ulteriormente dalla parte del mare. Si comporta da valoroso; i genovesi si rivelano soldati indomiti, specie i marinai di una caracca che con lunghe pertiche e sassi abbattono tutti coloro che si avvicinano alle mura cittadine con le macchine ossidionali. Durante un assalto lo Spinola è ferito da una freccia ad una coscia. Continua a dirigere le operazioni di difesa. L’umanista Antonio Beccadelli detto il Panormita, segretario del sovrano aragonese, offre la resa. I ducali con Ottolino Zoppo accettano. I genovesi e gli abitanti della località sono contrari, chiedono un mese di tregua che viene rifiutato. Ad infondere coraggio agli assediati è un messo della repubblica genovese, Benedetto Pallavicini, che riesce ad entrare nella città con il pretesto di indurre i difensori alla resa. Lo Spinola è così informato del prossimo arrivo dei rinforzi condotti da Biagio Assereto.

Agosto dicembre

Con la vittoria navale dell’Assereto a Ponza effettua una sortita da Gaeta che si conclude con la sconfitta degli avversari. Gli assediati si impossessano in tal modo di armi, munizioni e del bagaglio del re abbandonato dai nemici in fuga. Nel proseguo della campagna il duca di Milano libera il re d’Aragona Alfonso fatto prigioniero a Ponza. Lo Spinola rientra in Liguria. Genova non accetta il fatto che il re d’Aragona sia stato liberato da Filippo Maria Visconti. Lo Spinola si ribella alla politica del duca di Milano; si allea con Tommaso Fregoso, confinato a Sarzana, per uccidere la sera di Natale il governatore della città Opicino Alciati. Tutto è rimandato per la difficoltà dell’impresa.

1436
GennaioGenovaMilano

Filippo Maria Visconti invia a Genova come nuovo governatore della città Erasmo da Trivulzio. Opicino Alciati va incontro a quest’ultimo alla Porta di San Tommaso.  Francesco Spinola  approfitta di questo ingresso solenne per uscire all’improvviso con una schiera di suoi partigiani; è appoggiato dalla popolazione. La porta cade in potere degli insorti. Opicino Alciati cerca di reagire raccogliendo truppe nelle strade cittadine; ferito in contrada Fossatello dalle pietre lanciate dalle donne dalle finestre, è ucciso; il suo cadavere, denudato, giace dinanzi alla porta della chiesa di San Siro in segno di trionfo. Erasmo da Trivulzio, Biagio Assereto ed il commissario ducale Luigi Crotti, che si trovano alla Porta dei Vacca, si rifugiano nel frattempo nella fortezza del Castelletto, situata nella parte più alta della città a ridosso delle mura trecentesche. Il moto dilaga per tutta Genova. La maggior parte delle truppe viscontee, più di 2000 uomini, si arrende senza opporre eccessiva resistenza. Solo la guarnigione del Castelletto resiste. Vittorioso, lo Spinola , con altri 7 nobili, viene chiamato a far parte del collegio dei presidenti della città. Nell’attesa dell’arrivo dell’esercito ducale si impadronisce dei castelli posti sulla strada che porta in Val Polcevera. Inizia ad assediare il Trivulzio. Si avvicina nel frattempo a Genova Niccolò Piccinino con più di 15000 fanti e 1000 cavalli. I genovesi scavano un fossato intorno al Castelletto per impedire l’eventuale ingresso di soccorsi ai difensori. Alla fine Erasmo da Trivulzio è costretto ad arrendersi a patti alla condizione che Niccolò Piccinino non riesca a portargli soccorso entro un breve termine. La popolazione assale la fortezza e questa cade in suo potere prima del termine stabilito.

1439Tommaso Fregoso riassume la carica di doge di Genova e gli riconquista Pieve di Teco.
1442
FebbraioMuore a Finale Ligure ai primi del mese. E’ sepolto nella chiesa di San Domenico. Il suo corpo è posto in un sarcofago greco-romano donatogli a Gaeta, sopra il quale fu appoggiato un monumento equestre. Il sarcofago si trova oggi nel Museo della Galleria Nazionale di Palazzo Spinola a Genova.

CITAZIONI

-“Homo prestante in facti d’arme.” Sabellico

-“Lectissimae nobilitatis viri.” Bizari

-“ Huomo di molto valore e autorità.” Summonte

-“Vir quidem virtute et periculis expertus.” Stella

-“E’ una delle figure più rappresentative nella storia genovese della prima metà del sec. XV.” Balbi

-“Lume e splendore della nazion genovese, la bontà del quale appresso di noi, e la diligenza in difendere la città nostra è stata tanta, che certo noi medesimi non la potremmo desiderare maggiore, il quale non come uomo che da puerizia fosse allevato delicatissimamente si è contentato di poco e di grosso cibo, come che appresso di noi l’assedio (di Gaeta) ne avesse fatto le cose molto strette.. Ma che diremo delle fatiche sue in ogni cosa che richiedeva la guerra pronto e sprezzatore della vita propria, e quasi ch’aveva per male che alcuno dei soldati il precedesse in le fatiche.” A. Giustiniani

-“Huomo di molto valore, e di autorità grandissima.” Di Costanzo

-“Francesco Spinola di Ottobono, per famiglia, per potenza, e per valore, molto riputato.” Interiano

-“Fu attivo sulla scena politica e militare a partire dal terzo decennio del Quattrocento, tra gli oppositori filoviscontei dei Fregoso, che al tempo reggevano il dogato. In questi anni infatti, nel quadro dei reiterati tentativi del Ducato di Milano, e nel caso specifico di Filippo Maria Visconti, di impadronirsi di Genova – città chiave per la politica mediterranea dei ducali -, Spinola, con altri suoi parenti e con molti membri di altre casate aristocratiche genovesi, partecipò in prima persona alle iniziative militari intraprese dal duca per conquistare la città… Per la sua capacità di tenere testa alle forze nemiche durante il lungo assedio (di Gaeta), Spinola venne definito dagli ambasciatori di Gaeta “lume e splendore della nazione genovese.” Bezzina

Fonte immagine: Spinola.it

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