Indice Anagrafico dei corsari operanti nel Mediterraneo:
A - B - C - D - E - F - G - H - I - J - K - M - N - O - P - Q - R - S - T - U - V - W - Y - Z
Cerca nel sito:
ORAZIO LERCARI Di Genova.
+ 1600 ca.
Anno, mese |
Stato, in proprio |
Avversario |
Azioni intraprese ed altri fatti salienti |
1588 |
|
|
|
Maggio |
Chiesa |
Corsari barbareschi |
Il papa Sisto V, per meglio difendere le spiagge romane, procede alla costituzione di una squadra permanente: viene allestita una squadra di 10 galee (2 grosse ed 8 sensili) e ne è dato il comando al genovese Orazio Lercari. Per trovare i rematori necessari alla voga sono fatte svuotare le carceri dello stato pontificio, sono comprati a Malta 130 schiavi turchi ed è emesso un bando per l’arruolamento dei buonavoglia. La dotazione annua della squadra è fissata dal papa in 102500 scudi ricavati dal gettito di una nuova tassa stabilita appositamente a carico delle province dello stato pontificio, nota come “tassa delle galere”: l’imposta sarà soppressa solamente nel marzo 1801. Al varo della flotta sono presenti a Civitavecchia il pontefice e sette cardinali. |
Giugno |
|
|
Hasan Agà effettua una scorreria a Pratica di Mare (aprile); sono rapite tra uomini, donne e bambini 150 persone. Il pontefice ordina di serrare i tempi per la preparazione della squadra. Questa può salpare solo a metà mese da Civitavecchia; Orazio Lercari naviga alla volta di Napoli e vi arriva solo quindici giorni dopo a causa del vento di scirocco. |
Agosto |
|
|
Lascia Procida ed inizia una crociera tra le isole di Ponza, Zannone, del Giglio e Giannutri. La caccia ai danni di Hasan Agà consegue un certo successo perché è catturata in mare una sua galeotta che viene rimorchiata a Civitavecchia. Alcuni dei cristiani liberati dalle catene sono tra coloro che sono stati fatti prigionieri mesi prima a Pratica di Mare. |
Settembre novembre |
|
|
Tocca Livorno e Marsiglia (Marseille); è segnalato successivamente a Genova da dove vengono rimorchiati a Civitavecchia due corpi di galea acquistati dai pontifici in Liguria. Nel suo rientro a Civitavecchia è ancora accolto dal pontefice e da sette cardinali. |
1589 |
|
|
|
Aprile luglio |
|
|
Hasan Agà scorre lungo le coste orientali della Corsica con molte fuste e brigantini. I genovesi, che hanno a loro disposizione solo 3 galee, si accordano con la squadra pontificia e quella del granduca di Toscana al fine di catturare il corsaro barbaresco. I genovesi si appostano a Capo Corso, i toscani a Bastia ed Orazio Lercari con le sue navi a Bonifacio. Le tre squadre si muovono all’unisono e prendono in mezzo la flottiglia avversaria: sono catturati 12 legni corsari, tra fuste e brigantini, con gli equipaggi e le prede che si trovano a bordo. Hasan Agà riesce a dileguarsi con alcuni navigli. Divisesi le prede (giugno) Orazio Lercari continua la caccia ai fuggitivi nelle isole Eolie spesso toccate dai corsari tunisini. Incrocia nelle varie insenature ed esamina i loro usuali nascondigli della Leuca, di Vulcano e di Stromboli. Il vento di libeccio lo obbliga a salpare da Ponza ed a rifugiarsi a Gaeta. Nell’entrare in tale porto non osserva il rito della cerimonia di saluto, le salve di cannone che dovrebbe fare sparare in segno di omaggio al suo ospite. Il governatore della città se ne risente, gli fa puntare contro i suoi pezzi di artiglieria e gli intima di lasciare lo scalo. Orazio Lercari fa uscire ad una ad una le galee, ultima la capitana, e raggiunge Terracina. Fa rapporto al papa di quanto è successo. |
Agosto |
|
|
3 fuste tunisine, mentre la sua squadra si trova nel basso Tirreno, sono spinte dal vento di libeccio dalla Sardegna sul litorale romano; alla foce del Tevere si imbattono in un bastimento carico di vino, proveniente dalla Grecia, ed in una feluca, con frumento e legname a bordo, prossimi a salpare. I corsari sono avvistati sulla costa dalla torre di San Michele che li prende a cannonate; stanno trainando con le fuste la feluca catturata; l’altro bastimento è stato, viceversa, da essi affondato. Tutte le torri costiere, scaglionate fino a Terracina, segnalano l’una all’altra con colpi di cannone o con segnali di fumo la loro presenza. Orazio Lercari, di ritorno dalla crociera, viene informato della presenza dei corsari barbareschi. Si mette immediatamente alla caccia delle 3 fuste. Non tarda ad avvistarle: i tunisini approfittano del tramonto, si danno alla fuga abbandonando la feluca predata in precedenza. Orazio Lercari rientra a Civitavecchia. |
Ottobre |
|
|
Dopo un duro intervento del papa sull’ambasciatore spagnolo per l’offesa ricevuta dal suo ammiraglio, Orazio Lercari fa ritorno a Gaeta; viene salutato con tutti gli onori all’imboccatura del porto dal governatore della località. Gli sono sparati in segno di omaggio 21 colpi dal forte cittadino; la squadra, ormeggiata nei pressi, risponde con un pari numero di colpi. Ritorna a sorvegliare le marine del Monte Circeo mentre Sisto V può battere per quindici giorni le campagne pontine di Cisterna e di Terracina con una numerosa comitiva di ingegneri idraulici e di architetti per studiare il modo migliore di dragare le acque e di costruire colmate e canali di scarico. |
1590 |
|
|
|
Marzo |
|
|
Segue il cardinale Antonmaria Sauli di cui è luogotenente generale; chiede il permesso di lasciare il suo incarico. |
Giugno |
|
|
A Civitavecchia. Passa le consegne a Francesco Grimaldi suo successore al comando della flotta. |
1600 |
|
|
Muore. |
CITAZIONI
-“Nobile genovese e valente marino.” Guglielmotti