Indice Anagrafico dei corsari operanti nel Mediterraneo:
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PIETRO FRANCESCHI Corso. Fratello di Francesco e di Santi (il corsaro Santo).
1633 – 1693
Anno, mese |
Stato, in proprio |
Avversario |
Azioni intraprese ed altri fatti salienti |
1650 |
In proprio |
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Si dedica alla guerra di corsa. Opera dal porto di Livorno. |
1666 |
In proprio |
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Deve affrontare un tentativo di ammutinamento da parte dei marinai del suo vascello “Santa Chiara”. Approda a Portoferraio dopo un lungo viaggio in cui ha subito molte perdite in uomini ed in armamento. L’equipaggio che, peraltro non ha ricevuto il soldo previsto dal contratto, decide di non proseguire più nelle sue scorrerie e chiede di rientrare a Livorno. |
1668 |
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Marzo |
In proprio |
Impero ottomano |
Si imbatte in una nave francese che, partita da Costantinopoli (Istanbul), porta a bordo 5 compagnie di giannizzeri destinate a combattere i veneziani nella guerra di Candia (Kriti). Sono uccisi nel combattimento, durato otto ore, 170 turchi ed 8 uomini del suo equipaggio; altri 200 turchi saranno condotti come schiavi nel porto di Livorno dal capitano Bracelli e da Giovanni Francesco Cardi. I restanti sono subito messi ai remi di una galea francese. |
…………….. |
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Con il fratello Santi affianca i veneziani, comandati da Lazzaro Mocenigo, nella guerra di Candia (Kriti). Le autorità della Serenissima riconoscono pubblicamente il valore dei due fratelli Franceschi. |
1670 |
In proprio |
Impero ottomano |
Rientra a Livorno con il fratello Santi a bordo del vascello “Santa Chiara”. Il bottino è costituito da 3000 verghe di ferro valutate in 5000 pezze di otto reali, in 24 balle di rame lavorato, in 500 sacchi di grano, in 96 sacchi di tabacco, in un sacco di stracci di seta, in 9 balle di seta ed in 24 schiavi. |
1673 |
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…………….. |
In proprio |
Impero ottomano |
Naviga in Levante con il fratello Santi. |
Giugno |
In proprio |
Corsari barbareschi |
veleggia nelle acque del Levante con i vascelli “Santa Madonna del Rosario” ed il “Santa Chiara”. Si impadronisce di una galeotta e di 2 saiche salpate da Alessandria (Al Iskandariah) e dirette ad Istanbul. Le sue navi sono bloccate dalla bonaccia e vengono raggiunte da 5 vascelli corsari di Tripoli. Nel combattimento rimane ucciso il nipote Santi. Pietro Franceschi ha la peggio dopo avere lottato per tutta la giornata; viene catturato con i due vascelli ed un corsaro maltese, mentre le prede, mossesi in precedenza, sono riuscite a mettersi in salvo a Malta. E’ condotto a Tripoli; per la sua liberazione è richiesto un riscatto di 20000 pezze contro un’offerta di 9000 pezze fatta dal fratello Francesco. |
1674 |
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Giugno luglio |
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Prigioniero a Tripoli è sottoposto ad un trattamento vessatorio. Il fratello Francesco, capitano del porto di Livorno, per rappresaglia peggiora le condizioni degli schiavi musulmani presenti nel locale Bagno e minaccia di chiudere le loro moschee. Ai primi di luglio Pietro Franceschi viene liberato e può lasciare Tripoli su una nave francese. |
1676 |
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Richiede alle autorità granducali il rinnovo della patente di corsaro. Naviga ora con il “Betlemme” e batte la bandiera del granduca di Toscana. |
1693 |
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Redige il proprio testamento nella sua villa di Centuri in Corsica. Muore nello stesso anno. |
CITAZIONI
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