Indice Anagrafico dei corsari operanti nel Mediterraneo:

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GABRIELE EMO Di Venezia.

+ 1584

Anno, mese

Stato, in proprio

Avversario

Azioni intraprese ed altri fatti salienti

1570

Venezia

Impero ottomano

Ha il comando di una galea (in qualità di sopracomito) nella guerra di Cipro (Kipros).

………….

Si segnala in alcune imprese guerresche in Dalmazia.

1574

Capitano e podestà a Brescia.

1583

Ha l’incarico di governatore delle galee dette dei condannati perché le ciurme sono composte da forzati, uomini condannati al remo.

1584

Gennaio

In proprio

Impero ottomano

Al comando di 3 galee si imbatte di fronte a Porto Ferro, nelle acque di Cefalonia (Kefallinia), in 2 galee di Tripoli che stanno scortando a Costantinopoli (Istanbul) Emina, vedova di Cayto Ramadan, pascia di Tripoli ucciso di recente dai giannizzeri. La donna ha caricato sulle navi tutte le ricchezze del marito consistenti in 8000 ducati ed in 400 schiavi frutto di precedenti scorrerie del pascià. Sono pure imbarcate 40 donne cipriote facenti parte dell’harem del defunto. Gabriele Emo, per desiderio di preda, fa strage di tutti i musulmani che si trovano a bordo  (50 mori, 75 turchi e 174 cristiani rinnegati), mette a morte tutte le donne e getta in mare i cadaveri. Si impossessa delle ricchezze; la vedova del pascia viene uccisa con il figlio tra le braccia. Si salva solo il dottore di bordo, un uomo originario di Candia (Kriti), che riesce a portare la notizia dell’eccidio nella capitale ottomana. Il sultano chiede la restituzione degli schiavi e della somma di 500000 zecchini che, a suo dire, si trovavano a bordo delle imbarcazioni; viene, pure, pretesa la punizione degli autori del delitto. Gabriele Emo si difende affermando di avere attaccato la nave con le sue 3 galee in quanto pensava di trovarsi di fronte a 2 legni corsari. Non viene creduto dalle autorità della Serenissima. Sono restituite agli ottomani le galee, 8000 ducati e solo parte degli schiavi in quanto alcuni di costoro sono stati liberati. Il veneziano è inviato in catene dal provveditore della flotta a Venezia; viene decapitato per l’atto di pirateria tra le due colonne della piazzetta di San Marco.

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