Indice Anagrafico dei corsari operanti nel Mediterraneo:
A - B - C - D - E - F - G - H - I - J - K - M - N - O - P - Q - R - S - T - U - V - W - Y - Z
Cerca nel sito:
KENELM DIGBY Inglese. Di famiglia nobile. Cattolico. Baronetto. Della contea di Buckingham.
1603 (giugno) – 1665
Anno, mese |
Stato, in proprio |
Avversario |
Azioni intraprese ed altri fatti salienti |
………………. |
|
|
Il padre, cattolico, è implicato nella congiura delle polveri (Gunpowder Plot) e per tale motivo viene rinchiuso nella torre di Londra. Sarà giustiziato. |
1617 |
|
|
E’ iniziato all’educazione cortigiana con un soggiorno di otto mesi in Spagna: accompagna a Madrid un cugino del padre, sir John Digby, ambasciatore del re Giacomo I Stuart presso quella corte. |
1618/ 1619 |
|
|
Studia ad Oxford, a Gloucester Hall. Conosce il greco, il latino, il francese, l’italiano e l’ebraico. Non può completare gli studi perché non sottoscrive gli articoli di fede anglicana. |
1620 |
|
|
|
Aprile settembre |
|
|
Parte da Londra per un lungo viaggio in Europa. Sosta per qualche mese in Francia finché un’epidemia e le guerre civili lo spingono a raggiungere l’Italia. |
1621/ 1622 |
|
|
Vive in Italia per due anni e mezzo. Frequenta a Pisa la corte medicea e gareggia con gli accademici Filomati di Siena. Si fa un nome come valente spadaccino; Bonaventura Pistofilo gli dedica i suoi discorsi politici e militari editi a Siena nel 1621 con il titolo di Oplomachia. Sempre nell’autunno di tale anno è colpito dal vaiolo. |
1623 |
|
|
|
Febbraio ottobre |
|
|
Rientra in Inghilterra. Sa conquistarsi il favore dell’erede al trono Carlo Stuart e del duca di Buckingham. Ad ottobre viene creato baronetto. |
1624 |
|
|
E’ tra i candidati della Academy Royal. Anni dopo, nel 1663, sarà membro del primo consiglio direttivo della Royal Society. |
1625 |
|
|
Sposa Venetia Stanley: il matrimonio verrà tenuto segreto per alcuni anni per timore che il suocero non assegni alla figlia alcuni beni patrimoniali. |
1627 |
|
|
Entra in disaccordo con il duca di Buckingham, primo lord dell’ammiragliato. Pensa di condurre una spedizione in Guinea. La “Compagnia delle Indie Orientali” lo dirotta, invece, nel Mediterraneo, in particolare verso il Levante. Una serie di circostanze ritarda l’allestimento della squadra corsara: varie difficoltà legate al reclutamento di un buon equipaggio, l’incendio di una nave noleggiata e la perdita di un’altra, acquistata mentre è sul punto di salpare per la Groenlandia alla caccia delle balene e che farà ritorno a Londra molti mesi più tardi rispetto al previsto. Altri motivi di procrastinazione sono anche le dimissioni di alcuni capitani e la difficoltà di procurarsi a Londra le considerevoli quantità di polvere da sparo richieste per una spedizione di tal genere. |
1628 |
|
|
|
Gennaio |
In proprio |
|
Salpa dai Downs di Londra al comando dei velieri “Eagle” (condotto da Milbourne) ed il “George and Elisabeth” (capitanato da sir Edward Stradling) di stazza, rispettivamente, di 400 e 250 tonnellate; l’equipaggio è di 140 uomini. La qualità di corsaro di Kenelm Digby è attestata da una lettera firmata dal re e da una patente concessagli dal duca di Buckingham. Con la sua squadra, armata in parte a proprie spese, incrocia per qualche tempo nel Mediterraneo occidentale per fronteggiare e predare le navi dei nemici degli inglesi (Spagna e Francia). Al largo di Malaga intercetta 2 navi fiamminghe; sale a bordo di esse ed i suoi uomini le saccheggiano non trovando alcuna resistenza anche perché gran parte degli equipaggi si trova in uno stato di ebbrezza. Controllate le carte lascia andare le due imbarcazioni per la loro meta ufficiale, Amsterdam, anche se sospetta che si rechino a Siviglia (Sevilla) con il loro carico di libri cattolici e di grani di rosario. |
………………… |
In proprio |
Francia Spagna |
Una tempesta lo costringe a rifugiarsi nel porto di Algeri. Sosta per più di un mese in tale località sia per reintegrare gli equipaggi decimati da un’epidemia scoppiata a bordo, sia per negoziare con i barbareschi il riscatto di una cinquantina di inglesi fatti schiavi in precedenza. E’ ricevuto dal dey; di propria iniziativa stipula un trattato con il reggente che sarà, più tardi, accettato dal re Carlo I. Nel proseguimento della sua azione si impadronisce di una nave francese al largo di Maiorca (Mallorca); altre, tutte di Marsiglia (Marseille) sono catturate al largo delle coste sarde; una, olandese, carica di frumento e proveniente dalla Puglia per Napoli, sulle coste siciliane. Utilizza una tattica coraggiosa, basata sul sangue freddo e sull’apertura del fuoco di artiglieria solamente all’ultimo momento. Allorché i marinai reclamano subito la loro parte di bottino per poterla spendere in porto Kenelm Digby minaccia di rispedirli in Inghilterra e di farli processare per ammutinamento. |
Aprile |
|
|
Raggiunge nello Jonio le isole di Cefalonia (Kefallinia), Argostoli (Argostolion) e Zante (Zakinthos) controllate dai veneziani. In quest’ultima isola vende le navi predate ed i relativi carichi. |
Maggio |
|
|
Si impadronisce nell’arcipelago di alcune navi nemiche: la sua azione provoca il malumore della Serenissima perché Kenelm Digby non smette di rivendere le prede (frumento, riso, olio, vino, seta) nei porti controllati dai veneziani. Prosegue verso Cipro (Kypros). |
Giugno |
In proprio |
Venezia Francia |
A metà mese una sua vedetta gli riporta che nel porto di Alessandretta (Scanderun) vi sono 4 navi francesi, delle quali una deve ancora scaricare 100000 reali d’argento. Penetra nella baia con 5 vascelli che dispongono di 120 pezzi di artiglieria. Alla fonda nel porto si trovano anche 2 galeazze e 2 galeoni veneziani al comando di Antonio Capello e di Giovanni Paolo Gradenigo. Questi ultimi lo diffidano dall’attaccare il naviglio francese nelle acque neutrali della baia. Kenelm Digby propone a Antonio Capello di risolvere la disputa con un duello tra i due comandanti; il Capello gli intima di allontanarsi e gli piomba addosso con le sue navi. Al tramonto Kenelm Digby con il favore del vento si accinge ad abbordare i legni avversari che, impacciati dai remi e con gli alberi fracassati dal fuoco delle sue navi, non sono più in grado di manovrare contro gli agili velieri inglesi; Antonio Capello, vista la mala parata, è obbligato ad abbandonare i vascelli francesi al loro destino e si allontana dalla rada. Alcuni colpi di artiglieria cadono nella città e fracassano le uova dei piccioni viaggiatori del console inglese. Quest’ultimo protesta per il suo comportamento perché timoroso di rappresaglie turche ai danni del commercio del suo paese. Kenelm Digby trasporta a bordo delle sue navi merci e cannoni. L’episodio di Scanderun sarà celebrato in versi da Ben Jonson. Pochi giorni dopo fa vela su Candia (Kriti); si ferma ad Itaca (Ithaki) per lavori di rimessaggio della sua squadra. Previene i comportamenti scorretti a terra e mantiene sempre una ferrea disciplina tra i suoi uomini nonostante che due suoi capitani cerchino di battersi a duello. |
………………… |
|
|
Si apposta in agguato di nuove prede presso Sidone (Sayda); scende a terra, raccoglie l’invito degli abitanti per partecipare ad una battuta di caccia al cinghiale. Tra un’azione corsara e l’altra non manca di visitare i siti archeologici dell’Asia Minore e dell’arcipelago delle Cicladi (isole di Milo/Milos e di Delo/Delos). Si appropria in tal modo di statue antiche che porterà via con sé; in un’isola deserta nei pressi di Delo avvista un tempio di Apollo; non è in grado di spostare una colossale statua del dio e questa rimane tuttora in tale sito. |
………………… |
|
|
Decide di fare rientro in Inghilterra. A Patrasso (Patrai) mentre la sua squadra è impegnata in operazioni di rifornimento corre il rischio di essere rapito dalle autorità turche vogliose di mettere le mani sul suo bottino. Per salvarsi deve vendere a basso prezzo buona parte delle prede; si procura in tal modo quelle provviste che non può più avere nei porti veneziani. |
Novembre |
|
|
Naviga nelle acque siciliane. |
Dicembre |
In proprio |
Spagna Francia |
Nella baia di Cagliari sorprende alcuni pescatori addormentati; avvista una saettia francese, la abborda e la fa rimorchiare dalle sue scialuppe sotto i cannoni dei forti spagnoli. Sempre nei pressi della Sardegna cattura 2 navi provenienti da Cartagena e da Alicante (uno battente la bandiera di Amburgo ed il secondo quello della repubblica di Ragusa). Il carico è destinato a Venezia. L’ambasciatore della Serenissima a Londra Alvise Contarini denuncerà Kenelm Digby al fine di ottenere la restituzione delle merci; chiederà pure la sua punizione per avere violato i privilegi della neutralità della repubblica. La disputa si trascinerà fino al luglio 1639 allorché un tribunale dell’ammiragliato sentenzierà che a Kenelm Digby spettano i due-terzi del carico catturato (1468 balle di lana e 1182 canestre di ceneri, pari ad un valore di 200000 ducati). Invano i proprietari della merce, mercanti genovesi residenti in Spagna, ne richiederanno la restituzione. |
1629 |
|
|
|
Gennaio febbraio |
|
|
Attraversa lo stretto di Gibilterra e continua la navigazione per Lisbona. Avvista 2 vele barbaresche ed un vascello corsaro inglese, di 200 tonnellate che in sei settimane di caccia non ha fatto alcuna preda. Trova brutto tempo nel canale della Manica finché ai primi di febbraio sbarca a Woolrich. A bordo viene a rendergli omaggio il conte di Bristol. E’ ricercato a corte dal re. Non prenderà più il mare dedicandosi all’astrologia ed all’alchimia. |
1630 |
|
|
Kenelm Digby inizia la sua carriera politica. |
1639 |
|
|
|
Aprile |
|
|
Sottoscrive un appello ai cattolici inglesi affinché contribuiscano finanziariamente alla campagna che il re Carlo I sta preparando contro i rappresentanti del Parlamento: con tale atto cerca di essere eletto ambasciatore a Roma. |
1640 |
|
|
|
Maggio |
|
|
Il suo palazzo viene messo a sacco dai partigiani dei puritani. Incomincia a vendere i suoi beni per potersi trasferire all’estero. |
1641 |
|
|
|
Gennaio |
|
|
Il comitato parlamentare addetto al controllo delle attività dei ricusanti (i cattolici) gli ingiunge di giustificarsi per la lettera sottoscritta due anni prima e di rispondere alle accuse di proselitismo religioso. Arrestato, è liberato dopo breve tempo. |
Estate |
|
|
Si reca in Belgio per la cura delle acque termali. |
1642 |
|
|
|
Novembre |
Inghilterra |
Puritani |
Viene fatto prigioniero nella battaglia di Acton: è appena ritornato dal Kent dove si è recato per raccogliere truppe con cui contrastare gli eserciti del Parlamento. Sarà detenuto in Winchester Home. |
1643 |
|
|
|
Luglio |
|
|
E’ liberato a seguito dell’intervento della regina di Francia Anna d’Austria. Si reca in esilio in Francia; prima di partire deve promettere di non agire nel futuro ai danni del Parlamento. |
1645 |
|
|
|
Febbraio |
|
|
La regina d’Inghilterra Enrichetta Maria, stabilitasi a Parigi nel luglio dell’anno precedente, lo incarica di una missione diplomatica a Roma al fine di sollecitare l’appoggio del papa Innocenzo X alla causa di Carlo I. Kenelm Digby lascia la Francia, fa sosta a Torino presso la duchessa Cristina di Savoia sorella della regina d’Inghilterra. |
Maggio |
|
|
A Roma. Lascia la città a fine anno con il testo di un trattato da fare sottoscrivere al re ed un donativo di denaro per la regina. |
1646 |
|
|
|
Febbraio |
|
|
E’ segnalato a Milano. |
Settembre ottobre |
|
|
Continua la sua missione italiana: il suo esito sarà negativo perché Carlo I non può offrire alcuna garanzia per l’esecuzione del trattato stipulato tra Kenelm Digby ed il pontefice. |
1648 |
|
|
|
Febbraio aprile |
|
|
Lascia definitivamente Roma. A metà marzo giunge a Livorno, ai primi di aprile a Firenze. Caldeggia presso il granduca di Toscana Ferdinando dei Medici la causa dell’amico Cassiano dal Pozzo che aspira ad una commenda ed a una pensione contestategli da un parente. Sempre nel mese tocca Bologna, Padova e Venezia: spera di persuadere le autorità della Serenissima ad accettare il suo piano di campagna contro i turchi, respinto, peraltro, a Roma dall’ambasciatore veneziano Alvise Contarini. |
Maggio agosto |
|
|
Si trova a Lione (Lyon). Ad agosto i partigiani del re vengono definitivamente sconfitti a Preston. |
1649 |
|
|
|
Primavera |
|
|
Ha il permesso da Oliver Cromwell di rientrare temporaneamente in Inghilterra. Trascorre sei settimane a Dieppe nella vana attesa di ricevere il salvacondotto promessogli. Accetta il nuovo regime repubblicano senza tradire i suoi amici realisti, né abiurare la propria fede. E’ costretto a vivere in esilio disponendo solo di un terzo delle rendite dei suoi beni inglesi. |
1654 |
|
|
|
Gennaio |
|
|
Può partire per l’Inghilterra. Torna a Londra e cerca di recuperare i suoi crediti e di saldare, nel contempo, i suoi debiti. |
1655 |
|
|
|
Novembre |
|
|
Si trova di nuovo in Francia, probabilmente per un incarico datogli da Oliver Cromwell. |
………………… |
|
|
Effettua frequenti viaggi in Francia, incontra scienziati di tutti i paesi (cosa che, peraltro, non ha mai cessato di fare nel corso di tutta la sua vita). |
1661 |
|
|
|
Gennaio |
|
|
Rimpatria per sempre in Inghilterra. Incontra difficoltà con la Restaurazione e non riesce a reinserirsi a Londra in una qualsiasi attività pubblica. Entra a fare parte della Royal Society; presenta Laud alla Bodleian Library con alcuni manoscriti arabi. |
1665 |
|
|
|
Giugno |
|
|
Muore a metà mese nella sua casa di Londra sita a Holborn, nei pressi del Convent Garden. Verrà sepolto accanto alla moglie nella Christ Church. Il grande incendio di Londra dell’ anno successivo distruggerà anche la sua tomba. Suo ritratto da parte di Van Dyck. |
CITAZIONI
-“L’impresa nel Mediterraneo rappresentò senza dubbio pel Digby un episodio cruciale, “eroico” della sua vita, un collaudo decisivo delle sue capacità d’azione.” Gabrieli
-“Uomo di spirito vivace, molto valoroso e grandemente stimato dai suoi marinai.” (Da un dispaccio del novembre 1628 del provveditore di Cefalonia F.P. Malipiero al senato veneziano)
-“Le sue gesta, in prevalenza nell’Egeo, sono state da lui stesso narrate nel diario di bordo, tradotto in italiano con il titolo “Viaggio piratesco nel Mediterraneo”..Dotato di una ricca cultura umanistica, Sir Kenelm calmo e compassato anche nelle situazioni più ardue, incitava i suoi uomini all’ attacco con forbiti appelli degni d’un condottiero del mondo classico…Alcuni uomini che giungono come corsari nel Mediterraneo da terre e da mari più lontani sono di alta estrazione sociale, persino di elevata e raffinata cultura, e per loro l’attività corsara è soltanto un’esperienza nella vita. Fu così per l’inglese Kenelm Digby (1603-1665): dopo aver molto viaggiato in tutta l’Europa occidentale, passato dal cattolicesimo alla chiesa anglicana, armò un vascello per fare il corsaro, o forse meglio il pirata nel mare interno, dal dicembre 1627 al febbraio 1629. Ci racconta tutto egli stesso attraverso il diario di bordo, edito in italiano, mezzo secolo fa, da un autorevole anglista: un quadro vivace della “vita quotiidiana” di chi navigava nel Mediterraneo, ma anche di incidenti e d’un serio scontro con i veneziani davanti ad Alessandria.” Bono
-“Accounted “the most accomplished cavalier of his time”. Poet, lover, connaiisseur, alchemist and duellist, he was an extravagant figure in public and private life.” Rodger
-“Who collected classical statuary on his account, thus beginning the looking of Greek statuary from the Aegean sea. Digby presented Laud and the Bodleian Library with some Arabic manuscripts after a privateering cruise in 1628…Digby is important because the journal which he wrote is the only connected account we have from that time of a semi-piratical cruise…Aubrey (in “Breif Lives”) gives us an attractive picture of the author, an eccentric who was “held to be the most accomplished cavalier of his time…He was such a goodly, handsome person, gigantique and great voice, and had so graceful elocution and noble address etc. that had he been drop’t out of the clouds in any party of the world, he would have made himself respected”…He changed his religion more than once: as an amateur scientist he was more interested in other things, such as foreign travel and the patronage of poets like Ben Jonson. Though no seaman himself, Sir Kenelm continued the Elizabethan tradition of the courtier as a privateer.” Lloyd