Indice Anagrafico dei corsari operanti nel Mediterraneo:
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AURELIO BOTTIGELLA Di Pisa. Cavaliere di Malta. Priore di Pisa.
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1480 ca. – 1550
Anno, mese | Stato, in proprio | Avversario | Azioni intraprese ed altri fatti salienti |
1512/1522 | Francia
Rodi |
Impero Impero ottomano | Entra presto nell’ordine gerosolomitano. Nel 1512 combatte per i francesco contro gli imperiali. Ad aprile prende parte alla battaglia di Ravenna nella quale si segnala per la cattura del conte napoletano Borello Pignatelli. Nel 1522 prende parte alla difesa di Rodi attaccata dagli ottomani del sultano Solimano il Magnifico. Alla testa di cento armati resiste con valore agli attacchi degli avversari. Ferito ripetutamente, e mori la maggior parte dei suoi uomini, è costretto alla resa. E’ preso in ostaggio; presto riottiene la libertà. Ha l’incarico di condurre una missione esplorativa presso le principali corti europee per trattare la questione della nuova sede dell’ordine a seguito della caduta di Rodi. La scelta cade su Malta. Aurelio Bottigella vi è mandato con le galee per una prima ricognizione dei luoghi in vista dell’imminente insediamento. |
1530 Luglio |
E’ rilevato nel suo incarico di governatore di Tripoli dal gran maestro dell’ordine gerosolomitano de l’Isle Adam. |
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1532 | Malta | Algeri |
Viene inviato in soccorso di Tripoli per combattervi il Barbarossa che sta minacciando la località. Ha il comando di una squadra costituita da un galeone, 2 grippi ed un brigantino con a bordo 60 cavalieri, molti fanti ed un carico di munizioni, pezzi di artiglieria e vettovaglie per sostenere l’azione del re di Tunisi Muley Hassan alleato dell’imperatore Carlo V. Giunto a Tripoli, provvede a rafforzare le difese del castello ed a intavolare trattative con il re di Tunisi per contrastare il comune nemico. Gli fa avere 6 cannoni dietro il rilascio di un certo numero di ostaggi a titolo di garanzia. Con tale artiglieria Muley Hassan assedia Aydin Rais in Tagiora, roccaforte barbaresca alle porte di Tripoli. L’intervento del Barbarossa (aprile), accorso da Algeri con le galee, impedisce al re di Tunisi ed al Bottigella di conquistare la città. Con l’aiuto di un contingente di cavalieri gerosolomitani riesce solo ad espugnare il castello di Zagna, nel quale il Bottigella pone un presidio per bloccare le scorrerie dei corsari barbareschi e riattivare il commercio di Tripoli nell’area. |
1533 | E’ nominato governatore di Tripoli. | ||
1534 | |||
Primavera |
Ha il comando delle galee maltesi. Inizia una fortunata guerra di corsa nel Mediterraneo occidentale, divenuta famosa negli annali dell’ordine per l’audacia delle imprese e l’eccezionale ricchezza delle prede. Si porta sulla costa africana con l’intenzione di scorrere ai danni di Sinan e di altri corsari barbareschi. Alle Seccagne (le secche di Kerkenna), non lontano dall’isola di Gerbe (Djerba), si imbatte nel galeone di Alessandria (Al Iskandariyah) proveniente da Salonicco (Thessaloniki) con un carico di frumento, ferro, piombo e cotone: alla sua difesa vi sono 150 uomini, tra turchi e mori. Aurelio Bottigella lo abborda e se ne impadronisce dopo avere subito molte perdite. Nei giorni seguenti si impossessa, questa volta con facilità, di altri 2 galeoni, uno condotto da Chagi Iosuf ed uno da Mansur Rais: recupera pure una caravella, carica d’olio da trasportare in Levante, che viaggia di conserva con il secondo capitano ed è stata conquistata dai corsari ai portoghesi nei pressi di Djerba. |
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Giugno |
Rientra a Malta con a rimorchio le 3 navi: non gli viene riconosciuta alcuna parte di bottino. |
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1535 | |||
Maggio giugno |
Naviga con la caracca di Francesco Touchebeuf (Claramont) armata con 50 pezzi di artiglieria. Entrambi i capitani sono inviati a Cagliari presso l’imperatore Carlo V. Aurelio Bottigella ha a sua disposizione 4 galee ed un brigantino: a bordo si trova un corpo di fanti da sbarco comandato dal balivo di Lango Antonio de Grolée. Salpa a fine mese con 4 galee, una caracca ed un brigantino. Tocca Trapani; a giugno si collega con la flotta di Andrea Doria alla fonda a Cagliari. All’incontro con la galea reale che avviene nel porto, seguono da una parte e dall’altra colpi a salve di moschetto e di artiglieria per gli usuali saluti. La sua capitana si colloca alla sinistra della galea reale, mentre alla destra di questa si pone la capitana pontificia. I genovesi protestano per questo riconoscimento nei confronti dei cavalieri di Malta: deve intervenire Carlo V con atto d’imperio per legittimare tali posizioni. A fine giugno l’armata entra in Porto Farina. |
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Luglio |
Consiglia di attaccare La Goletta, fortezza che difende il porto di Tunisi. Sbarca a terra e fa tagliare gli uliveti di Capo Cartagine per costruire con il loro legname bastioni e trincee atti a difendere il campo delle truppe d’assalto. A metà mese incomincia il bombardamento dal mare di La Goletta. 2 sue galee vengono disalberate dal tiro dei difensori; da parte sua, richiama la sua caracca per rafforzare il fuoco di artiglieria della sua squadra. Abbatte la torre posta all’imboccatura del porto. I cavalieri scendono nell’acqua fino alla cintura armati di picche e di fuochi artificiati ed assaltano il tratto di mura diroccato. Alla loro testa è l’alfiere Guglielmo Cossier. I nemici si danno alla fuga dopo avere subito la perdita di 1500 uomini; fra i cristiani le perdite ascendono a 500 soldati. Sono presi 340 cannoni, 42 galee e 44 altre navi fra galeotte, fuste e brigantini ancorati tutti nel lago, senza contare 27 altre navi di ogni tipo. Tunisi è riconquistata e Muley Hassan è reintegrato nel suo regno. |
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………………… |
Ritorna alla guerra di corsa. Giorgio Schiling gli affida l’incarico di demolire una torre, nei pressi di Tripoli, utilizzata dai corsari barbareschi come base logistica ai danni delle navi cristiane. Espugna Bona (Annaba), con il relativo castello, distante solo tre miglia da tale torre, con l’ausilio di Andrea Doria. Al suo ritorno a Malta si imbatte in un grande galeone proveniente dall’Egitto con ricche mercanzie a bordo. Il bottino arricchisce il tesoro dei cavalieri di 160000 corone. Muore negli stessi giorni il gran maestro Piero del Monte. Aurelio Bottigella è tra i candidati a tale incarico. A causa dell’influenza dei cavalieri di lingua spagnola viene eletto Juan d’Omedes. |
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Novembre dicembre | E’ segnalato a Messina. A dicembre scade il suo mandato di capitano delle galee. E’ riconfermato per un secondo anno. | ||
1536 | |||
Maggio |
Scorta il viceré di Sicilia Ferrante Gonzaga da Messina a Palermo; ritorna a Malta con le sue 4 galee; al traino vi sono 2 galeotte, di Kara Mustafa e di Morat Rais, catturate una all’isola di Filicudi e l’altra all’isola di Favignana. Ha con sé 82 schiavi turchi. |
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Giugno |
Viene rimandato a scorrere le acque siciliane. Davanti a Messina blocca Memi Lipatoto con la sua galea sottile di 23 banchi. Si dirige all’isola di Filicudi perché viene a conoscenza che il Lipatoto vi si doveva unire con un altro corsaro, Quel Velli. Fa girare 2 sue galee da un lato dell’isola, altre 2 e la galeotta la percorrono, invece, nell’altro senso. Il corsaro viene catturato dalla galea di Jean Parisot de la Vallette. |
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Luglio |
Ritorna a Malta e Memi Lipatoto è impiccato alla Renella nonostante le promesse fatte a lui, ai suoi ufficiali ed ai rinnegati trovati a bordo di risparmiare loro la vita. Inoltre, malgrado le sue lamentele, vengono pure puniti alcuni cavalieri che hanno preso parte al saccheggio della galea del Lipatoto, carica di sete e di altre mercanzie, trafugate in precedenza dallo stesso corsaro. |
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Agosto | Malta | Algeri |
E’ nuovamente inviato alla difesa di Tripoli con 4 galee sulle quali sono imbarcate numerose truppe agli ordini di Antonio di Vivero; rimorchia un vascello caricato di vettovaglie, legname, ferro e di altri materiali necessari per rafforzare le difese della città. Per via sorprende la germa di Ardor Rais che, con un carico d’olio, è sulla rotta che da Gerbe (Djerba) porta ad Alessandria (Al Iskandariyah): il valore del bottino ascende a 80000 ducati; sono fatti schiavi 109 persone, per lo più mori. Dagli schiavi di bordo Aurelio Bottigella viene a sapere che alcune fuste barbaresche hanno catturato in precedenza una fregata sulla quale è stato fatto prigioniero un cavaliere di Malta, ucciso in un secondo momento a Djerba a colpi di bastone. Per vendetta i rinnegati trovati sulla germa sono tutti impiccati. |
Settembre |
Scander Rais naviga al largo di Tripoli con 5 galeotte, di cui 3 con voga rinforzata. Le 2 galeotte più lente sono distanziate nettamente dalle altre. All’avvistamento della squadra avversaria che avviene di giorno, Aurelio Bottigella se ne resta inattivo preferendo giocare a scacchi. Con il tramonto fa preparare le sue 4 galee e si mette alla loro caccia. Una galea maltese investe con i rostri una galeotta nemica che si spinge a terra; una seconda galeotta viene abbordata. Arrivano, infine, le altre 3 galeotte rinforzate con Scander Rais; tale corsaro si getta sulla galea di Jean Parisot de la Vallette che precede le altre. Il de la Vallette è ferito; con l’arrivo, alfine, del Bottigella viene assicurata la vittoria ai maltesi seppure con forti perdite. Scander Rais, ferito da due frecce e da un colpo di moschetto, si getta in mare e muore affogato; sono liberati 200 cristiani; 60 rinnegati, catturati, sono tutti impiccati; il resto dei turchi è avviato al remo. Il Bottigella rientra vittorioso a Tripoli. Sempre nel mese alla testa di 150 cavalieri e di 700 soldati italiani prende parte all’attacco della torre dell’Alcaide che dalla Menscia domina la città. Il forte è conquistato in cinque giorni dopo che è stata fatta brillare una grossa mina. Tutti i difensori trovati vivi, con l’eccezione di 2, sono ammazzati. Nel contempo, il governatore di Tripoli Giorgio Schiling, che comanda un corpo di cavalleria indigena inquadrato dai cavalieri della guarnigione, taglia la strada ai rinforzi musulmani accorsi da Tagiora e li chiude in un’oasi. Stretti tra le truppe del Bottigella e la cavalleria dello Schiling i barbareschi cercano scampo nella fuga e vengono inseguiti sino a Tagiora, lasciando sul terreno numerosi morti. Le fortificazioni di tale località sono rase al suolo. Il Bottigella, a seguito del felice esito delle operazioni, fa rientro a Malta: conduce 200 schiavi, un bottino valutato in 80000 scudi e 3 galeotte. Viene ricevuto con grandi onori; si dirige in processione nella chiesa di San Lorenzo dove è cantato un solenne Te Deum; le bandiere da lui conquistate sono poste nella cappella della Madonna di Filermo. Consiglia di munire adeguatamente Tripoli. |
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Dicembre |
Deve lasciare l’incarico di capitano delle galee; il suo posto viene preso da Leone Strozzi. La sua sostituzione dispiace in modo particolare al viceré di Sicilia Ferrante Gonzaga. In tale circostanza fa pressioni affinché l’ordine abbandoni la base di Tripoli a causa del suo costo di mantenimento. Carlo V è di opinione contraria e la sua valutazione prevale. |
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1537 | |||
Gennaio |
Prima di cedere il comando ottiene il permesso di dare la caccia ai corsari barbareschi sulle coste siciliane con 4 galee. Da Malta si porta a Capo Passero; cattura la galeotta di Velet Rais, inviato in esplorazione nelle acque maltesi. Si porta, quindi, a Messina dove gli imperiali non gradiscono la sua presenza. Rientra a Malta anche perché negli stessi giorni è stato eletto il nuovo gran maestro dell’ordine, Jean de Homedes. |
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Nell’anno è nuovamente nominato governatore di Tripoli. Manterrà tale incarico fino al 1539. |
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1543/1545 | Provvede nuovamente a rafforzare le difese di Tripoli. Nel 1545 è ricordato per una missione di rappresentanza alla corte del papa Paolo III al quale porta le congratulazioni del gran maestro dell’ordine Pietro del Ponte per l’investitura di Parma e Piacenza al figlio del pontefice Pierluigi Farnese | ||
1545 | Muore. E’ sepolto a Pavia nella chiesa di San Tommaso. E’ ricordato da Luca Contile. |
CITAZIONI
-“Il quale aveva..raggiunto l’alta fama di espertissimo navigatore e di vittorioso e sagace comandante, che fa di lui una delle maggiori glorie marinare d’Italia.” Monterisi
-“Audace generale delle galee.” Rossi
-“The knight Bottigella from hia base in tripoli became the scourge of the Muslim corsairs, capturing galley and galley, releasing hundreds of Christian slaves from bondage end enriching the Order’s coffers.” Testa
“Il Contile, che ne celebrò le gesta nel suo “Ragionamenti sopra le proprietà delle imprese con le particolari de gli academici affidati et con le interpretazioni et croniche”, ricordò che” non mancò di difendere un luogo consignatoli nella assediata città con cento soldati, e nel combattere notte e giorno, gli furono quasi tutti morti, et egli ferito in ambe due le gambe né potendo stare in piedi, perseverò in difesa della sua posta così ingenecchione, né mai si perdé d’animo che non potendo la città più tenere, si resero a patti.”” Zapperi