Indice Anagrafico dei corsari operanti nel Mediterraneo:
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KARA MUSTAFA (Mustafa Rais) Turco. Di Fochia. Corsaro. Sangiacco di Mitilene (Mitilini).
+ 1570 ca.
Anno, mese | Stato, in proprio | Avversario | Azioni intraprese ed altri fatti salienti |
1530 | In proprio | Malta |
Si collega con Kara Saym Rais (2 galeotte); insieme catturano un brigantino appartenente all’ordine gerosolomitano. Viene sorpreso tra l’isola di Vulcano e quella di Lipari da 5 galee maltesi condotte da Ugo di Copones. Sconfitto, è fatto prigioniero: non è impiccato perché nel corso di un’azione precedente non ha infierito sull’equipaggio. Non è neppure avviato al remo come gli altri 160 uomini, tra turchi e mori, trovati a bordo. |
1536 | |||
Giugno | In proprio | Malta |
Una sua galeotta carica di vino è catturata all’isola di Filicudi dalla squadra di Aurelio Bottigella. |
1541 | In proprio | Malta |
Incrocia alle Seccagne (le secche di Kerkenna) con lo Zoppo. I due corsari colgono una galea maltese comandata da Jean de la Vallette; la attaccano e catturano il cavaliere che viene condotto all’isola di Gerbe (Djerba). Il maltese sarà condannato al remo. |
1545 Novembre |
In proprio | Genova |
Salpa da Algeri nella seconda metà dell’anno agli ordini di Dragut per scorrere lungo le coste della Corsica. A novrembre sbarca nell’isola con 400 uomini tra turchi e mori. Si avvia verso il villaggio di Castellare già depredato dai corsari l’anno precedente. Le guardie del villaggio avvistano il suo arrivo e gli abitanti riescono a mettersi in salvo in tre torri. Mustafa Kara decide allora di riprendere il mare. La sua retroguardia viene attaccata dagli avversari. Nella scaramuccia rimangono sul terreno quattro corsari e tre sono catturati. L’azione termina solo con la razzia di qualche capo di bestiame. |
1546 Aprile giugno |
In proprio | Genova |
Salpa da Algeri con Dragut e lo Zoppo alla testa di 5 galee da 20 banchi e di altre galee più piccole. I tre corsari fanno tappa a Djerba. |
Luglio |
A fine luglio giunge nei pressi di Pietra Ligure. Il mattino seguente 14 navi (5 galee da 20 banchi, il resto fuste) approdano sul litorale di di Laigueglia nelle vicinanze di Alassio. 1000 uomini sbarcano e sorprendono gli abitanti nel sonno: oltre 250 persone, i 3/4 della popolazione, sono deportate; vi sono compresi tutti i bambini, le donne e parte degli uomini tra i quali il podestà di Andora. I morti sono 14; molti risultano i feriti. Dopo una breve sosta ad Andora per rifornirsi d’acqua dolce sotto il controllo di una fusta ferma all’altezza di Capo Mele, la flottiglia corsara riprende la navigazione e si trasferisce in tutta fretta nella Riviera di Ponente. Segue uno sbarco a San Lorenzo, ad un miglio da Porto Maurizio, con la cattura di numerosi abitanti attardatisi a mettere in salvo i propri beni; incendiatene le abitazioni Kara Mustafa assale Piano della Foce. Viene dato fuoco alla porta in legno di una casa; vengono ammazzati 3/4 uomini; sono fatti prigionieri donne e bambini. |
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1551/1553 | Impero ottomano | Impero |
Appoggia Dragut nel suo progetto di espansione territoriale nel Maghreb. A febbraio è inviato a Gabès con 200 soldati turchi e 4 pezzi di artiglieria per rafforzare la locale guarnigione. Di seguito scorre nel Mediterraneo ai danni degli imperiali. Nel 1553 segue sempre Dragut in un attacco all’arcipelago toscano. Ad agosto prende parte al vano assalto portato a Cosmopopoli (Portoferraio). Quando Dragut punta verso la Corsica è distaccato con 12 galee per dirigersi verso l’isola di Pianosa. Bombarda il castello e la torre che sembrano resistere con facilità; un corso indica al corsaro i punti deboli della fortezza. Bastano pochi colpi di cannone per indurre i difensori alla resa. Tutti gli abitanti scampati alla morte sono tratti in schiavitù. |
1558 | |||
Luglio | In proprio | Spagna |
Alla testa di 140 navigli punta verso le isole Baleari; si dirige su Minorca (Menorca) bordeggiando lungo la costa occidentale. Sbarca 1500 uomini per conquistare la locale cittadella difesa da 620 armati. Costoro si apprestano alla resistenza; sono respinti quattro assalti finché non salta in aria la santabarbara collocata nel municipio. Gli spagnoli, a causa della mancanza di munizioni, decidono di evacuare nottetempo la fortezza. I corsari bloccano il passo all’avanguardia sicché i restanti difensori sono costretti a rientrare nella cittadella. Viene ripetuto l’assalto; gli spagnoli sono obbligati alla resa. Sono fatti nel corso dell’azione 4000 prigionieri condotti tutti a Costantinopoli (Istanbul). |
1560 | |||
Maggio | Impero ottomano | Spagna |
E’ considerato il primo pilota della flotta ottomana nonché un avversario di Dragut. Giunge in soccorso di Tripoli con l’armata di Piali Pascià; la conduce nelle secche di Palo, nella costa africana, a trenta miglia dalla flotta spagnola di Giovanni Andrea Doria. Sale su un caicco con Occhiali e Kara Borno per ispezionare lo stato della flotta avversaria ferma nel porto di Djerba. Comprende lo stato di confusione in cui si trovano le navi nemiche e consiglia lo scontro. Prende parte alla battaglia di Djerba: sono catturate 4 galee a Giovanni Andrea Doria, 2 ai pontifici, 5 ai napoletani, 2 ai fiorentini, 2 ai siciliani, una ai Grimaldi di Monaco, una al marchese di Terranuova, una ad Antonio Doria, una ai dei Mari. Un’altra, appartenente al marchese di Terranuova, incagliatasi, è data alle fiamme dallo stesso signore siciliano. Tra gli imperiali 1000 sono i morti annegati; 5000 uomini, fatti prigionieri, sono ridotti in schiavitù. Subito dopo Mustafa Kara affianca Piali Pascia e Dragut all’assedio di Djerba alla cui difesa si trova Alvaro de Sande con 500 spagnoli. Le operazioni durano tre mesi e terminano con la vittoria ottomana. |
1561 | |||
……… |
Ha l’incarico di capitano delle galee della guardia di Alessandria (Al Iskandariyah). Riescono a fuggire dalla sua galea capitana i vogatori; costoro uccidono molti turchi e si mettono in salvo a Messina. |
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Settembre |
Mathurin Romegas si impadronisce di un suo caramussali. Si dirige con 3 galee nelle acque in cui si muove il corsaro maltese e lo costringe ad allontanarsi. |
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1566 |
Si trova a Mitilene (Mitilini) con l’incarico di sangiacco. Ha il comando di 4 galee. Ottiene in consegna da Piali Pascià alcuni spagnoli fatti prigionieri nella battaglia di Djerba (Giovanni di Cardona, Bernardino di Mendoza, Bernardino di Vargas) che l’ammiraglio non vuole consegnare al sultano Solimano per godere dell’intero riscatto. |
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1570 | Muore. |
CITAZIONI
-Con Occhiali “(I loro nomi) erano divenuti, accanto a quello di Dargut, sinonimi di terrore per le popolazioni costiere d’Italia e di Spagna.” Monterisi