Indice Anagrafico dei corsari operanti nel Mediterraneo:

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RICHARD GIFFORD (Richard Giffort, Richard Giffard) Inglese. Corsaro prima con patente del dey di Algeri e poi con quella del granduca di Toscana.

 + 1630 ca.

 

Anno, mese

Stato, in proprio

Avversario

Azioni intraprese ed altri fatti salienti

1603

In proprio

 

Esercita la guerra di corsa con base Algeri. E’ amico del dey Eder Pascià.

1604

 

 

 

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A seguito della morte di Eder Pascià, fatto strangolare dal sultano di Costantinopoli ed il contemporaneo avvento al potere di Hasan Agà, si reca in segreto a Livorno: informa i cavalieri dell’ordine di Santo Stefano riguardo i preparativi di una nuova offensiva barbaresca che stanno per essere messi in atto dal nuovo dey, in particolare con l’allestimento di 8 nuove galee.

Aprile

Toscana

Corsari barbareschi

Con William Pyers affianca la squadra stefanesca comandata da Cosimo Angelini nella sua impresa ai danni di Algeri. Entra nel porto con il suo bertone. Si finge un pacifico mercante di sale, ormeggia nel molo interno, studia la situazione e si accorge che se si riesce a tagliare un piccolo ponte, che unisce l’imbarcadero con la terraferma si può facilmente impedire agli algerini di prestare soccorso alle navi messe temporaneamente in disarmo e malamente sorvegliate. Richard Gifford si incontra con altri due capitani francesi, Brochet e Siguelen (o Sigueier) che si trovano ad Algeri per motivi commerciali;  li convince ad assisterlo nella sua impresa. All’ora stabilita un gruppo di marinai condotto dal Siguelen punta verso la terraferma, approfitta della negligenza delle guardie e rompe il pontile che comunica con la città. Gli altri due capitani, nel contempo, con più lance cariche di marinai armati vogano verso la darsena e danno alle fiamme le navi più importanti (al momento deserte, eccezione fatta per la presenza a bordo di otto schiavi cristiani), mediante l’utilizzo di fuochi lavorati preparati a Livorno in precedenza. Vengono poste le micce nelle camere di poppa, di mezzo e di prua. Intanto iniziano i combattimenti con la guarnigione; agli attaccanti si aggiungono gli uomini scesi dalle fregate. Una delle galee è in fiamme. Richard Gifford libera dagli ormeggi un petacco conquistato in precedenza: tale imbarcazione, carica di sostanze infiammabili, è spinta dal vento verso le navi algerine. Vengono in tal modo interamente distrutte dal fuoco 4 galee e 3 galeotte tra cui la capitana di Amurat Rais (26 banchi), una galeotta di Soliman Rais (21 banchi), una di Ramand Rais (20 banchi) ed una di Alì Rais (19 banchi). Al termine delle operazioni Gifford prende il largo per rientrare a Livorno con Cosimo Angelini. Rimangono prigionieri degli algerini alcuni marinai inglesi del capitano Brochet: per poterli riscattare il corsaro francese raggiungerà il porto di Bougie (Beraja). Qui giunto, farà salire a bordo sul suo battello battente bandiera inglese circa 20 giannizzeri cui offre laute ed amichevoli bevute. Costoro sono fatti prigionieri per essere condotti a Livorno dove avverrà lo scambio con i marinai francesi. Il governatore di Algeri reagisce indignato; molti mercanti presenti in città sono imprigionati per rappresaglia e condannati a pagare pesanti ammende; alle navi inglesi è vietato l’accesso al porto.

1607-1608

 

 

 

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Toscana

Corsari barbareschi

E’ incarcerato a Firenze. Presto viene liberato e passa al servizio del granduca di Toscana. Opera dal porto di Livorno ai danni dei navigli barbareschi.  Cerca di dare alle fiamme alcune galee di fronte ad Algeri con il pretesto che venti inglesi sono trattenuti in tale località in carcere come ostaggi. Consegna i turchi nelle sue mani alla Compagnia di Levante. Sempre nell’anno si sposta in Marocco ove alla testa di 200 avventurieri inglesi, tra cui Francis Verney, combatte al servizio del pretendente al trono Mulay Sindan. Coinvolto nella sconfitta, ritorna alla guerra di corsa.

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Toscana

Spagna

E’ segnalato da un osservatore veneziano in navigazione verso Livorno a bordo di un bastimento bene armato e con un equipaggio di 180 uomini. Danneggia imbarcazioni inglesi e barbaresche sebbene sia dotato di una lettera di marca che lo autorizza ad agire ai danni dei soli spagnoli.

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Ottiene l’indulto dal re d’Inghilterra; ha un comando nella marina reale.

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Viene chiamato a far parte dell’Ammiragliato con altri ex-corsari come sir Henry Mainwaring e sir John Pennington.

1630

 

 

Muore.

 CITAZIONI

 

 

 

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