Indice Anagrafico dei corsari operanti nel Mediterraneo:
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CURTOGOLI/KURDOGLI (Kurtoglu Muslihiddin Reis, Cortoglu, Cadegoli, Cadoli, Gadoli, Kurtog Alì, kurtoglu, Kurdogoli, Cartugli, Cartalli, Orthogut, Kurd Oglou) Turco, il cui nome, Kurtoglu significa “Figlio del lupo”. Corsaro.
1487 – 1535 ca.
Anno, mese | Stato, in proprio | Avversario | Azioni intraprese ed altri fatti salienti |
1508 | |||
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Si stabilisce a Biserta (Banzart), in Tunisia, ospite del re, il berbero Abu Mohammed Abdullah. Al sovrano, per l’ utilizzo dello scalo viene riconosciuta dopo ogni spedizione la quinta parte del bottino razziato. Curtogoli ha ai suoi ordini una flotta di 30 imbarcazioni nella quale sono imbarcati 6000 corsari. |
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Estate | In proprio | Genova |
Mette a ferro e fuoco la Liguria; alla testa di un migliaio di uomini sbarca a Diano Marina, sulla Riviera di Ponente, e pone a sacco la città. Numerosi sono gli schiavi tratti da questa razzia. |
1509 | |||
Febbraio | Impero ottomano | Rodi |
Prende parte con 17 vele all’attacco contro Rodi (Rodhos). Con le sue navi effettua il trasporto di truppe per conto degli ottomani. L’attacco viene respinto dai cavalieri gerosolomitani. |
Agosto | In proprio | Chiesa |
Sorprende sulla foce del Tevere 2 galee pontificie condotte da Baldassarre di Biassa: se ne appropria di una. |
1510 | |||
Maggio | Impero ottomano | Rodi |
I cavalieri di Rodi (4 galee e 5 fuste) intercettano nei pressi dell’isola la sua squadra. Sono catturati al Curtogoli 16 fuste e la sua galea: sono fatti prigionieri solo 28 uomini. Gli altri membri degli equipaggi cadono uccisi nello scontro o si gettano in mare. |
Settembre | In proprio | Venezia Genova |
Con 9 fuste assale nottetempo nell’isola di Andro (Andros) il castello della Moluca (4 morti e 12 feriti fra gli occupanti); vengono rapite 88 persone. Fra i turchi si registra la perdita di 3 morti ed il ferimento di molti uomini. Curtogoli dona al governatore turco di Negroponte (Evvoia) 4 schiavi ed ottiene il passo per Sovrasseri. Sempre nel mese approda con 6 fuste a Chio (Khios), controllata dai genovesi, e rapisce 100 uomini che verranno liberati dietro il pagamento di un riscatto da parte degli isolani di 100000 aspri. Ritorna dopo quattro giorni e colloca in imboscata 60 turchi. Costoro vengono scoperti dalle guardie dell’ isola; assaliti, ne sono catturati vivi solo tre: gli altri sono uccisi in combattimento a colpi di schioppetto, di balestra o d’ arco. La maggior parte muore annegata mentre tenta di fuggire. |
……………………. | In proprio | Spagna |
Rende quasi proibitiva la navigazione nel Tirreno; desola le coste siciliane, calabresi, sarde e napoletane, seminando ovunque panico e terrore. Esce con la sua flotta agli inizi della primavera e conclude le sue imprese in autunno allorché, per le tempeste che si susseguono nel Mediterraneo, le navi corsare non sempre hanno la certezza di potere rientrare sane a salve alla loro base di partenza. |
1514 | |||
Maggio | In proprio |
Con una galea e 5 fuste scorre prima nelle acque tunisine ed in un secondo momento nell’alto Tirreno.
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Estate | In proprio | Genova |
Alla testa di una galea e di 3 fuste si impossessa sulle coste della Corsica della capitana di una squadra genovese. Nel combattimento viene fatto prigioniero Matteo Trucco.
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1515 | |||
Febbraio | Incrocia nelle acque di Rodi. | ||
Luglio | Lascia Chio con 9 fuste e 2 galee per scorrere sulle coste siciliane. | ||
……………………. | In proprio | Genova |
Preda nei pressi di Capo Corso una galea genovese che viene condotta a Biserta con tutto l’equipaggio; da qui la invia a Tunisi in omaggio al locale sovrano. |
1516 | |||
Febbraio |
Scorre nelle vicinanze di Corfù (Kérkira). Gli viene consegnato un salvacondotto dagli ottomani per potersi recare ad Adrianopoli (Edirne) dove, al momento, si trova il sultano Selim. E’ invitato a far parte della flotta ottomana. |
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Aprile | In proprio | Spagna |
Saccheggia la Liguria con 20 vele; si impadronisce di una galea. A metà mese sono caduti, nel complesso, nelle mani dei suoi uomini 18 bastimenti siciliani diretti a Genova, tutti carichi di frumento. I legni sono rimorchiati a Biserta; il grano viene scaricato e gli equipaggi catturati sono inviati ad ingrossare il numero degli schiavi nel bagno di Tunisi. Compie una lunga scorreria nell’arcipelago toscano; minaccia il traffico che fa capo al porto di Civitavecchia. I pontifici allestiscono, per combatterlo le squadre di Giovanni di Biassa e di Paolo Vettori. Viene avvistato sulle coste catalane. |
Maggio | In proprio | Chiesa Genova Francia |
Veleggia ancora nelle acque della Liguria con Barbarossa. I genovesi, condotti dall’arcivescovo di Salerno Federico Fregoso, decidono di affiancare i pontifici nella loro caccia al Curtogoli. A costoro si uniscono anche Prégeant de Bidoux, Bernardino d’Ornesan ed il Servian con 6 galee e 3 galeoni. Il corsaro barbaresco è segnalato al largo di Civitavecchia con 27 navi (23 fuste e 4 galee); naviga nel canale di Piombino, attorno all’isola di Giannutri ed all’isola d’Elba con il Barbarossa. Assedia il castello di quest’ultima località. |
Giugno | In proprio | Napoli |
Approda in Puglia e vi rapisce 800 persone. Si appropria di una nave siciliana di 800 botti, che proviene dall’ Inghilterra e che ha appena sbarcato a Genova il suo carico. La cattura nel Tirreno mentre sta ritornando in Sicilia. Curtogoli punta su Gerbe (Djerba). |
Agosto | In proprio | Chiesa Francia |
Si trova alla Goletta, minacciata dalle navi spagnole. Gli vengono contro la squadra pontificia e quella francese condotte dal cardinale di Salerno Federico Fregoso. A bordo di queste ultime vi sono 1000 soldati; altri comandanti ne sono Paolo Vettori con 3 galee e 2 brigantini pontifici, Giovanni ed Antonio di Biassa con 4 galee del papa; Andrea Doria con 8 galee genovesi (di cui 4 sono di proprietà di privati), Prégeant de Bidoux, Bernardino d’Ornesan ed il Servian con 6 galee e 3 galeoni. Curtogoli viene ricercato fra l’isola d’Elba, l’isola di Capraia, la Corsica e la Sardegna. Gli avversari, alla fine, puntano su Biserta ai danni del re di Tunisi: pontifici, genovesi e francesi si nascondono nottetempo dietro l’isoletta della Galitta ed il mattino seguente irrompono di sorpresa nel porto di Biserta. Il corsaro ha avuto il tempo di ritirare nell’entroterra, alla fiumara, come se dovesse svernare, 30 navi. Le sentinelle sono colte di sorpresa. Gli schiavi cristiani tumultuano. I genovesi scendono a terra, liberano gli schiavi e si mettono a saccheggiare le navi di Curtogoli: sono distrutte 15 fuste ed alcune galee. Il porto di Biserta viene messo sottosopra. E’ perso del tempo prezioso. Accorrono i suoi uomini ed i tunisini: i genovesi sono costretti a ritirarsi con la perdita di 2 navi che, a causa del vento contrario, non riescono più ad uscire dalla laguna in cui si sono introdotti in precedenza. Curtogoli, a seguito di tale disavventura, si trasferisce sulla costa albanese e si impadronisce di una nave veneziana carica di botti di vino. |
Settembre | In proprio | Venezia Spagna |
Si porta a Chio con 18 fuste e 4 galeotte. Si provvede di vettovaglie e d’acqua nell’isola; saccheggia le coste dell’isola di Candia (Creta). Avvista nelle acque di Capo Maleo 2 grippi: uno si butta verso Cerigo (Kithira). I marinai si salvano a terra ed abbandonano il carico; sul secondo è catturato il veneziano Marino Falier che reca con sé 2000 ducati; oltre a sequestrargli la somma Curtogoli chiede per la sua liberazione un riscatto di altri 3000 ducati. Nel proseguimento della sua azione conquista pure una caravella ed un galeone, sempre veneziani. Di seguito raggiunge la badia della Fraschia (posta nell’isola di Candia), si appropria di alcune barche di pescatori di Retimo (Rethymno) e di La Canea (Khania), sempre senza trovare opposizione nelle autorità della Serenissima. Assale quattro isole controllate dai veneziani nell’arcipelago: Micone (Myconos), Schiro (Skiros), Serifo (Sérifos) e Milo (Milos): in tale occasione viene ovunque respinto. Si trasferisce in Calabria con 15 vele; scende a terra a Crotone e ne bombarda il castello. Si accosta alla Puglia con 2 galee, 3 galeotte, 6 fuste e 4 vascelli: sbarca nel Salento e saccheggia Supersano; cattura molti prigionieri e li libera dietro il pagamento di un riscatto di 1200 ducati. Prosegue la sua corsa nell’Adriatico: 2 galee veneziane lo tallonano da vicino per spiarne i movimenti. Al capo di Santa Maria di Leuca viene raggiunto da altri corsari turchi; si trova ora alla testa di una flottiglia di 22 vele. A fine mese con 4 galee incalza a 3 miglia da Otranto uno schierazzo di Zante (Zakinthos); l’equipaggio si salva a terra. Si impossessa analogamente di 2 fuste ai danni dei pontifici. I veneziani si rivelano impotenti nei suoi confronti nell’Adriatico. |
Ottobre |
Sbarca presso Lavinio con 18 fuste ed è sul punto di catturare il papa Leone X, recatosi a caccia ed a pesca in quei luoghi. I cortigiani hanno sentore dell’incursione e galoppano di gran fretta in salvo a Roma. Curtogoli sfoga la sua disillusione mettendo a sacco tutte le campagne da Lavinio ad Anzio. Riparte con le sue navi, si reca all’isola d’Elba, la desola con le sue scorrerie. |
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Novembre | In Sardegna; rientra carico di prede a Biserta. | ||
1517 | |||
Marzo | Impero ottomano | Egitto Rodi |
Combatte contro il sultano d’Egitto Tuman Bay (Tomanbay). E’ segnalato a Tenedo (Imroz) con 30 vele nell’attesa di unirsi con la flotta turca. Si ancora all’isola di Fisco (Episkopi) con 35 vele di fronte a Rodi; si avvicina, per controllarne i movimenti, una squadra rodiota. Le navi si colpiscono reciprocamente con le artiglierie per tre ore fino a sera: una grossa barza dell’ordine gerosolomitano viene gravemente danneggiata; sono affondate 3 galee turche ed una feluca (i morti fra i cavalieri sono dodici e 150 i feriti). |
Aprile | In proprio | Genova |
Rifornisce la flotta ottomana di vettovaglie caricate a bordo sia a Chio che nella costa anatolica. Imperversa sempre nel Mediterraneo con 13 navi, una galea, 3 galeotte e 9 fuste. Avvista Andrea Doria con 2 galee nelle acque di Pianosa. Lo insegue con la sua squadra ed all’altezza di Capo Sant’Andrea dell’isola d’Elba si accorge che vi sono in agguato ai suoi danni altre 4 galee. Volta la prua ed è inseguito dalle 2 galee del Doria. Assale la capitana con la galea e 5 fuste; le galeotte e le altre fuste si dedicano all’altra nave. Giungono nel frattempo anche le altre 4 galee agli ordini di Filippino Doria ed è strage fra i corsari barbareschi. Di 600 turchi se ne salvano solo 25; molti sono pure i morti ed i feriti fra i genovesi. |
Giugno | Impero ottomano | Egitto |
Perviene ad Alessandria (Al Iskanderiyah) con 170 vele; nell’entrare nel porto la flotta ottomana si impossessa di 2 navi genovesi con il loro carico valutato sui 100000 ducati. Le imbarcazioni vengono condotte a Chio. Con alcuni legni leggeri risale il Nilo fino al Cairo. Rientra ad Alessandria; prima di raggiungere la città cattura una nave ragusea (di Dubrovnik). |
Luglio |
Naviga ancora nel Nilo con 25 vele, fra galee, fuste e galeotte; raggiunge il Cairo. Gode di una provvigione giornaliera di 80 aspri. Gli egiziani sono sconfitti ed il sultano è impiccato. Lascia Alessandria con le sue navi sulle quali sono imbarcati 500 giannizzeri. E’ diretto allo stretto dei Dardanelli (Canakkale Bogazi). |
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Ottobre | E’ segnalata la sua presenza nei pressi di Rodi. | ||
Dicembre | In proprio |
Danneggia Nasso (Naxos); ne rapisce gli abitanti. Peri Pascià gli ordina di restituire le prede. |
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1518 | |||
Gennaio |
A Costantinopoli (Istanbul). Ha il comando di una flotta nonostante le reiterate proteste del bailo veneziano nei suoi confronti. |
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Marzo | In proprio | Venezia |
Viene accusato di essersi impadronito di un grippo veneziano nelle acque di Mitilene (Mitilini) e di averne fatto affogare gli uomini; saccheggia ancora Nasso. |
Ottobre |
Il bailo veneziano lo accusa a Costantinopoli di avere rapito 3000 sudditi della Serenissima e di averli trasportati sulle coste dell’Anatolia (Anadolu). |
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Dicembre | In proprio | Impero ottomano |
Si collega con Peri Rais. Si colloca tra Tenedo (Imroz) e Chio per intercettare le navi di Talaisman Rais, che sta scortando l’ambasciatore veneziano Alvise Mocenigo di ritorno da Costantinopoli. L’agguato va a vuoto. |
1519 | |||
Marzo | A Costantinopoli. | ||
Settembre | Gli è dato il comando della flotta per combattere i cavalieri di Rodi. | ||
1520 | Impero ottomano | Rodi | |
1521 | |||
Maggio | Ha il comando di una flotta di 25/30 galee e di 50 fuste. | ||
……………………. | Impero ottomano | Rodi |
E’ desideroso di vendicarsi dei cavalieri di Rodi che hanno ucciso due suoi fratelli ed un terzo trattengono in prigione a Rodi. Alla testa di numerosi vascelli cerca di catturare a Capo Maleo il gran maestro dell’ordine gerosolomitano Philippe Villiers de l’Isle Adam in navigazione da Marsiglia (Marseille) verso Rodi: costui, si è fermato a Siracusa per fare riparare la sua galea “Santa Maria” dai danni provocati da una tempesta nel cui corso un fulmine ha colpito la sua nave uccidendo con la sua scarica 9 cavalieri. Philippe Villiers de l’Isle Adam riesce a lasciare il porto in silenzio e sfuggire così all’imboscata approntata dal corsaro turco. Curtogoli penetra allora nel canale di Rodi ed assale una nave candiotta; alla comparsa delle galee dei cavalieri, è costretto a retrocedere. |
Luglio |
Si congiunge con Kara Mahmud (con il quale divide il comando di 60 fuste) per condurre una spedizione in Valacchia (Valahia). |
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1522 | |||
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Tenta di intercettare la caracca del gran maestro dell’ordine gerosolomitano Philippe Villiers de l’Isle Adam, che da Marsiglia sta rientrando a Rodi con Prégeant de Bidoux.
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Maggio | A Capo Sant’Angelo con 30 galee. | ||
Giugno dicembre | Impero ottomano | Rodi |
Ha il comando di una squadra agli ordini di Piri-Mehmed Pascià. Sempre con Kara Mahmud, assale in Rodi i cavalieri dell’ordine gerosolomitano. Gli è assegnata la supervisione della flotta con l’incarico di impedire agli assediati di ricevere rifornimenti via mare. A fine giugno una seconda flotta ottomana, proveniente dalla Siria, si aggiunge alle navi che si muovono attorno a Rodi, portando il totale delle imbarcazioni coinvolte nell’assedio ad una cifra oscillante fra le 300 e le 400 unità. Nonostante la barriera predisposta nell’agosto una galea carica di vettovaglie, con a bordo 4 cavalieri più un piccolo contingente di mercenari, giunge dalla Sicilia riuscendo ad oltrepassare il blocco navale ed a guadagnare il porto di Rodi. Furibondo, il sultano Solimano ritiene Curtogoli responsabile di tale fatto: il corsaro è fatto flagellare alle piante dei piedi a bordo della nave ammiraglia, in modo che tutti imparino a non peccare di leggerezza nel corso dei loro doveri. Con la conquista dell’isola (fine dicembre) Curtogoli ne viene nominato sangiacco (governatore) dal sultano Solimano. |
1524 | |||
Marzo | Impero ottomano | Rivoltosi |
Raccoglie truppe in Anatolia (Anadolu), arma a Rodi alcune galee per intervenire al Cairo dove si sono ammutinati i giannizzeri locali. Respinto da Alessandria, raggiunge nelle acque libanesi Ajaz Pascià e lo coadiuva dal mare nella sua azione contro i rivoltosi. |
Aprile | In Egitto con 3 galee e 2 fuste. | ||
Agosto | In proprio | Impero |
E’ segnalato il suo rientro a Negroponte con una galea, 2 galeotte e 15 fuste. Danneggia Otranto e Gallipoli, cattura una nave di 700 botti, carica di zucchero, ed altri 7 navigli. Si sposta, infine, verso Taranto e le coste siciliane. Il provveditore della flotta Giovanni Vitturi viene messo in allerta con 12 galee. |
Ottobre |
Passa molti giorni nel golfo di Taranto apparentemente senza effettuare alcuna depredazione; si accontenta di scandagliare i vari siti. Prosegue per Capo Colonna e per le coste della Barberia. |
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1525 | |||
Maggio | In proprio |
Nei pressi di Candia si appropria di 4 schierazzi, carichi di vino e diretti a Costantinopoli. |
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Agosto | Impero ottomano | Corsari maltesi |
A Costantinopoli con la sua galea. Le sue navi sono, invece, ferme all’isola di Tino (Tinos): nell’ultima campagna si è impadronito di 27 navigli (6 galee sottili, 2 navi grosse, un galeone, 18 fuste). Di tutte queste imbarcazioni, la maggior parte sono state date alle fiamme e gli occupanti sono stati uccisi. Ottiene dal sultano Solimano il comando di 3 navi e di 10 galee. Esce per combattere i corsari maltesi. |
Dicembre |
Cade in disgrazia presso la Porta; gli è tolto lo stipendio ed il titolo di aga. |
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1526 | |||
Maggio |
A Costantinopoli, a pranzo con il bailo veneziano Pietro Zeno. E’ sempre in disgrazia presso il gran visir; si offende con il suo ospite perché non lo gratifica con gli usuali doni. |
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Luglio |
Si incontra nuovamente a Costantinopoli con il bailo: ottiene dai veneziani la restituzione del bottino di una fusta da costoro catturata nelle acque di Negroponte. |
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1527 | |||
Aprile | Arma 10 galee per dare la caccia ai corsari cristiani. | ||
Luglio | In proprio | Venezia |
A Capo Maleo con 4 galee, 3 fuste ed un brigantino. Si imbatte in una nave veneziana di 500 botti, diretta a Costantinopoli; la bombarda; il fuoco di risposta gli uccide sulla tolda 14 uomini. Inferocito, abborda la “Grimana”, la dà alle fiamme e ne uccide tutto l’equipaggio. Vende a Modone (Methoni) le merci trovate a bordo (panni vari). Per vendetta i veneziani sorprendono una sua galea a Capo Maleo e sono ammazzati tutti i membri dell’equipaggio. Curtogoli si impadronisce allora di 2 galee bastarde, uccide le ciurme e conduce le navi a Rodi. |
Novembre |
Ritorna a Costantinopoli; dona parte del bottino di cui si è appropriato sulla “Grimana” al beilerbey Ibrahim Pascià (75 vesti di panno, 30 di seta, una coperta di velluto). |
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1528 | |||
Marzo |
I veneziani continuano a lamentarsi per il suo comportamento presso la Porta. |
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1530 | |||
Aprile |
Lascia i Dardanelli con 36 galee. E’ segnalato alla volta del canale di Rodi dove vive con la famiglia. |
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Giugno | Impero ottomano | Corsari |
Si muove alla volta delle coste siciliane con 20 galee; è alla ricerca di alcuni corsari francesi come il Formillon, che hanno provocato gravi danni alla marineria ottomana. Fa ritorno a Costantinopoli. |
1531 | |||
Marzo | Viene dato per morto. | ||
1532 | |||
Marzo | A Costantinopoli. Pronto a salpare con la flotta. | ||
Aprile | A Rodi. Con 3 galee ed una fusta. | ||
Giugno |
A Genova si sparge la voce che la sua squadra si sia impadronita di 4 galee barbaresche del Barbarossa. |
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Agosto | In proprio | Venezia |
Si incontra a Zante con il capitano generale della flotta veneziana Vincenzo Capello. Acquista panni di seta e di lana per 400 ducati. Dichiara di essere diretto a Modone per dare la caccia a 6 fuste di corsari cristiani; cattura, viceversa, nei paraggi dell’isola una galea (la “Zena”) ed un grippo candiotti; quest’ultimo carico di vino e di formaggi. Il provveditore di Zante, Matteo Barbarigo, gli chiede la restituzione della galea. Fronteggia un galeone veneziano e danneggia i dintorni di Zante e di Cefalonia (Kefallinia). |
Settembre | In proprio | Continua a scorrere i mari con l’appoggio del sultano. | |
1533 | |||
Febbraio | A Rodi. | ||
Marzo | Naviga con 2 galee. | ||
Maggio |
Barbarossa invia da Alessandria in dono al gran visir Ibrahim Pascià una nave tolta a dei veneziani. Questi ultimi la intercettano e la bombardano: il legno sta per affondare con le sue mercanzie. Curtogoli avverte i colpi di artiglieria e fa in tempo ad intervenire in suo soccorso; rimorchia l’imbarcazione a Finica (Finike). La nave affonda appena dopo che sono terminate le operazioni di scarico delle merci trasportate a bordo. |
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Giugno | Impero ottomano | Impero Venezia |
Si trova sotto Corone (Koroni); ha ai suoi ordini 25 vele. Rimorchia nelle acque di Rodi una nave presa a suo tempo da Cifut Rais ai veneziani. Il bastimento, che trasporta merci turche e barbaresche da Alessandria a Costantinopoli, affonda. Nello stesso mese Curtogoli, con 4 galeotte e 2 brigantini si appropria di 2 galee sottili della Serenissima nei pressi di Samo (Samos): sequestra le due navi (anche se Venezia non è in guerra con l’impero ottomano) e non le vuole restituire ai suoi legittimi proprietari perché a bordo sono state trovate armi, a suo dire, destinate ai difensori di Corone. Sempre rivolto alla medesima finalità, con la sua azione obbliga Francesco Nicardo a desistere dal suo obiettivo di vettovagliare Corone ed a allontanarsi lungo le coste del Libano e dell’ Egitto. Recupera una nave turca sequestrata dai corsari gerosolomitani e la conduce a Rodi; da ultimo, si collega nelle stesse acque con Moro d’Alessandria e con 40 navi continua con più forza nell’azione di blocco delle vettovaglie e delle munizioni ai danni dei difensori di Corone. |
Agosto | Verso Rodi con 10 galee; altre 2 ne invia nell’arcipelago greco. | ||
Settembre | Impero ottomano | Corsari |
Circola tra Milo (Milos) e Capo Maleo con 5 galee, 2 fuste ed una galea candiotta, la “Zena” presa ai veneziani. Traina quest’ultima a rimorchio; si imbatte in alcuni schierazzi veneziani carichi di vino e di formaggi. Si fa consegnare da ogni nave una botte di moscatello e dodici forme di formaggio; ricambia con biscotti ed agrumi (arance, limoni e cedri). Spedisce 3 galee a Malvasia (Monemvasia) alla ricerca di corsari cristiani. |
Ottobre | Sempre alla guardia di Rodi. | ||
1533 | |||
Gennaio |
I veneziani richiedono a Costantinopoli la restituzione della galea “Zena”. |
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1535 |
Muore a Rodi dopo essere caduto in disgrazia una volta di più presso il sultano Solimano. |
CITAZIONI
-“Famoso corsale.” Diedo
-“Corsaro molto potente…E’ homo astuto, praticato ed eloquente…è gran manzador. Nominatissimo capitano.” Sanudo
-“Famoso corsale.” Casoni
-“Insignis pirata.” Morosini
-“Pirata, degno di figurare nella galleria dei massimi predoni da forca di tutti i tempi.” Panetta
-“Corsaro molto famoso.” A. Giustiniani
-“Capitano di grande abilità.” Franchi
-“Aveva un custode, Curtogoli. Non solo non fu appeso alla varea di un pennone come meritava: quel pendaglio da forca, diventato principe di Rodi, morì decrepito nel suo letto senza che le scelleratezze commesse gli facessero peso sulla coscienza.” Bravetta
-“Un autre fameux pyrate, que les insignes cruautez et brigandages n’ont pas moins rendu renommé parmy ces barbares et infidelles.” Dan
-“Fue.. el gran protagonista de las acciones de corso mediterraneo en aquello temporada.” Sola
-“Il corsaro Cortoglu..non era un predone del mare come tanti altri. Dalla sua base di Bizerta egli infestò per anni i litorali italiani, al punto che una volta sfiorò il rapimento di papa Leone X, sorprendendolo al ritorno da una gita di caccia alla Magliana…Il sultano Selim I si era sevito di lui per contrastare il disegno talassocratico della Spagna, e voci ben informate davano..Curtoglu alle segrete dipendenze di Solimano.” Pellegrini
-“Riuscì a spadroneggiare per quasi dieci anni.” Scarpello
-“Tristemente noto nelle cronache italiane.” Bono