Indice Anagrafico dei corsari operanti nel Mediterraneo:
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VALLEDUPAR Dell’Anatolia (Anadolu). Corsaro.
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Anno, mese |
Stato, in proprio |
Avversario |
Azioni intraprese ed altri fatti salienti |
1550 |
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Estate |
In proprio |
Impero |
Lascia l’isola di Gerbe (Djerba) con 3 galee per navigare con altri due corsari, originari anch’essi dell’Anatolia (Anadolu), Chamite e Vagassidubriz. Si vede passare davanti la squadra di Napoli di don Garcia di Toledo. Dietro di questa i tre corsari turchi avvistano una fregata carica di viveri distaccatasi da altre 2 galee addette alla sua scorta. Viene dato l’assalto a tale nave nei pressi d’Ischia: il capitano spagnolo di questa, insieme con i suoi sei archibugieri ed i 24 passeggeri (un cappellano ed i valletti dei gentiluomini della squadra) abbandona la fregata per fuggire nella scialuppa di salvataggio: ben presto i suoi passeggeri sono crivellati di frecce e di pallottole finché sono costretti a bloccarsi per essere fatti prigionieri. I tre corsari si fermano a Ventotene per dividersi il bottino; decidono di trainare ad Algeri la fregata con il suo carico di vino e di lardo. Sono intercettati nei pressi di Capri da un vascello spagnolo che si riappropria di tale legno e lo conduce a Messina. I tre corsari riprendono la corsa ed incrociano ancora per due settimane tra l’isola di Ponza e la costa laziale: finiscono con il sorprendere una grossa barca in viaggio per Roma per il giubileo che ha a bordo una quindicina di pellegrini. Pochi giorni sono sufficienti per venderli tutti come schiavi nel mercato di Hammamet (Al Hammamat). La spedizione ha termine con l’inseguimento di una nave mercantile: questa con un’abile manovra si piazza sotto la protezione dei cannoni di Ostia. Gli uomini toccano terra e si salvano; ai corsari resta il bastimento abbandonato sul posto dopo averlo svuotato delle sue merci e smantellato. |
CITAZIONI