Indice Anagrafico dei corsari operanti nel Mediterraneo:

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PIETRO GIUSTINIAN Di Venezia. Cavaliere dell’ordine gerosolomitano. Priore di Messina.

1515 – 1575

Anno, meseStato, in proprioAvversarioAzioni intraprese ed altri fatti salienti
1523

Sebbene di minore età viene accettato nell’ordine gerosolomitano per i meriti del padre Paolo.

1565/1566MaltaImpero ottomano

Si distingue alla difesa di Malta come luogotenente del capitano generale e del governatore del forte di San Michele. Nel gennaio 1566, con altri due cavalieri, è inviato dal gran maestro Jean Parisot de la Vallette dal viceré di Sicilia alla ricerca di soccorsi per contrastare gli ottomani.

1567
Febbraio

E’ eletto priore di Messina alla morte di Signorino della Gattinara.

Primavera

Ha una lite con il priore d’Inghilterra (del suo stesso ordine) per ragioni di precedenza.

………………..

Ricopre l’incarico di ambasciatore dei cavalieri di Malta presso il papa Pio V.

1569

A marzo viene nominato dal nuovo gran maestro, l’italiano Pietro di Monte, suo luogotenente a La Valletta.

1570

 

Giugno

E’ inviato a Messina per unirsi con la flotta di Giovanni Andrea Doria. Ha il comando della fanteria nella squadra di galee capitanata da Francesco di Saint-Clement. Da qui si sposta a Palermo ed a Biserta (Banzart) per tentare di sorprendervi Occhiali.

SettembreMaltaImpero ottomano

Ha il comando della flotta maltese al posto del di Saint-Clement ucciso in carcere per la sua viltà. Il viceré di Sicilia consegna ai cavalieri 3 galee al posto di quelle andate perdute. Naviga con 4 galee, di cui una sopravvissuta alla recente disfatta. Si trova a bordo della capitana; 2 della squadra gerosolomitana sono affidate a Ippolito Malaspina (la “San Giovanni”) ed al Saint-Aubin (la “San Pietro). Si dirige subito verso Cipro (Kipros). Sorpreso da 17 galee di Occhiali non può sfuggire al combattimento: abbandona 2 galee. Mentre i turchi si attardano per conquistarle Pietro Giustinian si mette in salvo con le altre 2.

Ottobre novembre

Affianca con 3 galee Marcantonio Colonna prima a Messina e poi a Candia (Kriti) nella baia di Suda (Souda). Secondo le istruzioni ricevute nello schieramento cristiano deve procedere subito dopo la nave del comandante della flotta. Vista l’impossibilità di ogni azione tocca il capo di Santa Maria di Leuca e Siracusa per rientrare a Malta.

1571
Luglio ottobre

A Luglio giunge a Napoli con le sue 3 galee di cui una vecchia ed ormai inadatta al servizio. Pietro Giustinian ha il comando della “Santa Maria del Soccorso”, Alonso de Texada della “San Giovanni” ed il Saint-Aubin della “San Pietro”. La squadra è dotata di 15 cannoni, 600 fanti e 900 rematori, di cui molti sono volontari. Il comando è affidato a Gil d’Andrade.  I cavalieri di Malta sono sul punto di abbandonare la flotta cristiana alla notizia che a Venezia il Consiglio dei Dieci ha fatto impiccare il capitano Torquato Torto, pavese, commendatore dell’ordine, colpevole di avere cercato di imbrogliare la Serenissima nell’arruolamento di fanti per la sua compagnia per averla riempita di “passatori” (soldati che si prestano a comparire nelle rassegne dietro compenso ed a scomparire in un secondo momento, permettendo in tal modo al capitano arruolatore di incassare un sovrappiù di paghe).  Pietro Giustinian raggiunge la flotta di don Giovanni d’Austria a Messina. Nello schieramento di battaglia è inserito tra l’ala destra ed il corpo centrale della flotta cristiana. La sua capitana si trova al fianco della capitana e della padrona di Sicilia, a quella di Pandolfo Polidoro ed alla capitana di Niccolò Doria. Tenta di infilarsi con la sua nave immediatamente a destra del capitano generale pontificio Marcantonio Colonna a scapito di Andrea Provana che comanda le galee del duca di Savoia. Ne nasce una controversia procedurale destinata a rimanere viva per molti anni.

Ottobre

Salpa da Messina. Cerca nuovamente di occupare il posto di Andrea Provana: manca poco che per tale pretesa non venga speronato dalle galee sabaude. Don Giovanni d’Austria si pronuncia a favore degli antagonisti per cui nello schieramento della flotta cristiana è costretto a  collocarsi all’estrema destra della divisione centrale. Partecipa alla battaglia di Lepanto (Navpaktos) ove ha il comando dell’ammiraglia maltese. Staziona in mezzo al mare dopo avere rintuzzato gli attacchi di 2 navi avversarie. Gli viene contro Occhiali con 4 galee; circondato, combatte all’ultimo sangue per mettere in salvo il vessillo dell’ordine. L’aragonese don Martin de Ferrera difende inutilmente lo stendardo; avrà il braccio sinistro tagliato ed il viso sfregiato. Anche Pietro Giustinian è ferito (da 7 frecce); si rifugia nella sua cabina con alcuni difensori. Catturato, gli è salvata la vita dallo stesso Occhiali, in passato suo schiavo a Malta. Tutti gli uomini della sua galea, con l’eccezione di 3 marinai, restano uccisi nel combattimento; 30 cavalieri e gli ufficiali della galea sono sgozzati dagli avversari. La sua galea,  abbandonata a sé stessa dall’Occhiali in fuga, viene raggiunta e liberata dalla “Guzmana” del capitano Juan Ojeda: costui trova all’interno della nave il Giustinian feritop e incatenato, ma ancora vivo. Accanto a lui giacciono i cadaveri dei suoi cavalieri circondati da quelli di 300 turchi. L’Ojeda riceverà di seguito, in segno di gratitudine, la croce dell’ordine di Malta ed un vitalizio.

1572/1575

Comanda l’avanguardia della flotta della lega. Nel gennaio 1573 prende parte al consiglio dell’ordine; la sua presenza al medesimo capitolo è segnalata anche l’anno successivo. Muore probabilmente nel 1575.

CITAZIONI

-“ Vir impiger et strenuus.” Bizari

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