Il castello genovese di Chio
Il castello genovese di Chio

Indice Anagrafico dei corsari operanti nel Mediterraneo:

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FILIPPO DORIA Di Genova. Padre di Antonio.

1320 ca. – 1362 (dicembre)

Anno, mese

Stato, in proprio

Avversario

Azioni intraprese ed altri fatti salienti

1336Ricopre l’incarico di podestà di Savona.

1346

Fa parte della flotta guidata da Simone Vignoso, allestita con il contributo di privati cittadini, che più tardi costituiranno la Maona di Chio. A giugno le navi giungono all’isola di Negroponte (Evvoia), dove si incontrano con 26 galee crociate, in parte veneziane, in parte dell’ordine gerosolomitano e pontificie, condotte dal delfino Umberto di Vienne. Ufficialmente la loro  spedizione è volta a prestare soccorso ai difensori di Smirne (Izmir) e di Caffa attaccati dai turchi. Nella realtà loro obiettivo immediato è la conquista dell’isola di Chio (Khios). Simone Vignoso, rifiuta i 30000 fiorini, offertigli dai crociati per avere mano libera; entra nel porto di Chio ed espugna, a danno dei bizantini, il locale castello.  L’isola perviene in tal modo in possesso dei genovesi.

1350

Settembre

Genova

Venezia

Marco Ruzzini e Marco Morosini, al comando di 35 galee, si muovono nell’Egeo alla caccia della flotta genovese. Un’improvvisa tempesta a Negroponte  li costringe a prendere terra a Caristo (Karistos). In questo porto è all’ancora la flotta del genovese Niccolò Magnerri (14 navi) carica di truppe destinate a Pera. I veneziani attaccano i rivali; 4 imbarcazioni genovesi riescono a divincolarsi ed a riparare a Chio; le altre 10 sono bloccate da Marco Morosini. Di queste, 5 sono date alle fiamme perché gli equipaggi si rivelano restii a salire sulle galee della Serenissima.  Vengono catturati nell’azione 1000 uomini, tra cui 12 patrizi. Le 4 galee scampate alla cattura si rifugiano a Chio. Sono armate dai genovesi altre 9 galee.  Simone Vignoso affida a Filippo Doria il comando della nuova flotta.

Ottobre novembre

Filippo Doria si dirige a Negroponte  ribellatasi ai veneziani. Alla testa delle sue galee vendica la precedente sconfitta, si impossessa della città obbligando alla resa il veneziano Tommaso Viaro; libera i prigionieri e mette a sacco la località. Con un considerevole bottino, sono fatti prigionieri anche 23 patrizi veneziani, condotti a Chio (novembre) con le galee catturate nell’azione. A ricordo di tale vittoria sono appese sulla porta del castello genovese dell’isola le chiavi cittadine di Negroponte.

…………………

Doria

Re d’Aragona

Arma una squadra di 16 galee per liberare Alghero dall’assedio degli aragonesi. L’impresa fallisce.

1355

Aprile agosto

In proprio

Tunisi

Durante il periodo di trattative apertosi con la sospensione delle ostilità tra Genova e Venezia esce dal porto della sua città con 15 galee. Incrocia al largo delle coste della Sardegna senza riuscire ad intercettare nessuna nave catalana. Si dirige allora su Trapani, dove è informato che Tripoli si è ribellata al re di Tunisi. Nel porto siciliano fa predisporre macchine d’assedio atte a a portare un attacco alle deboli postazioni difensive della città africana. Si presenta come mercante e chiede il permesso di entrare nel porto di Tripoli per rifornire di vettovaglie la sua flotta. Suoi marinai sbarcano per osservarne le fortificazioni. la flotta prende poi il largo, non senza avere notato nelle acque del porto la presenza di 2 navi cariche di spezie provenienti da Alessandria d’Egitto (Al Iskanderiyah). Il giorno seguente, nottetempo, muta la rotta e si presenta all’alba davanti alle mura di Tripoli. Si appropria delle 2 navi egiziane.  La città, assalita di sorpresa, viene messa a sacco.   Ne porta via in schiavitù 7000 abitanti, specie se donne; si impossessa, inoltre, di un’ingente quantità d’oro valutata in 1.800.000 fiorini. La repubblica di Genova gli intima di ritornare immediatamente in patria. Non se ne dà per inteso e continua nelle sue razzie. Dopo tre mesi, alfine, riesce a vendere per 50000 doppie d’oro Tripoli al signore dell’isola di Gerbe (Djerba) Ibn Mekki. Poiché non vi è alcuna reazione da parte del re di Tunisi Filippo Doria viene perdonato dai genovesi alla condizione che per tre mesi si impegni a depredare le coste catalane a sue spese.

Settembre

In proprio

Re d’Aragona

A fine mese 12 galee, colme di bottino e cariche di schiavi, entrano nel porto di Genova; sono affiancate il giorno seguente da altre 3. Filippo Doria riprende la navigazione per incrociare nel Mediterraneo. Tra la fine di tale mese ed il dicembre 1362, data della sua morte, i cartolari dei notai genovesi sono pieni di segnalazioni riguardanti la compravendita di schiavi, tutti definiti “de illis de Tripoli”.

1357

E’ esiliato da Savona. Verrà poco dopo riammesso in Genova.

1362

Dicembre

Muore.

CITAZIONI

-“Huomo di somma prudenza e eloquentia mirabile e nelle battaglie per mare peritissimo, di modo che non haveva simile.” Foresti

-“L’impresa di Tripoli è stata celebrata da Gabriele D’Annunzio nella “Canzone del Sangue””. Bono

Fonte immagine in evidenza: wikimedia

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