Indice Anagrafico dei corsari operanti nel Mediterraneo:

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PANDOLFO CONTARINI
Di Venezia.

1505 ca. – 1567

 

Anno, mese

Stato, in proprio

Avversario

Azioni intraprese ed altri fatti salienti

………  
Tra il 1539 e l’anno della sua morte è nominato dodici volte a cariche connesse alla flotta ed alla sua amministrazione: da sopracomito a capitano generale in golfo, da provveditore all’armata a provveditore all’arsenale.

1559

 

 

 

Maggio

Venezia

Corsari barbareschi

Ha l’incarico di provveditore della flotta. 7 fuste corsare infestano le coste pugliesi e depredano nell’ Adriatico alcune navi mercantili veneziane. Negli stessi giorni un bastimento carico d’olio è condotto a Durazzo (Durresi). Non avvista in mare le navi corsare, si indirizza verso Corfù (Kerkira); scopre, alfine, le galeotte, le insegue;  queste si rifugiano nel porto di Durazzo. Viene spinto da Antonio da Canal a penetrare nel porto con la sua squadra di 10 galee. Bombarda la fortezza che protegge il porto; i tiri di risposta colpiscono la galea di Giovanni Balbi; Pandolfo Contarini si avvicina maggiormente e bersaglia le fuste; i corsari fuggono a terra. 2 navi sono affondate a cannonate e le altre sono rese inutilizzabili per la navigazione. Continua il fuoco contro la fortezza; ne viene gettata a terra parte delle mura (con l’uccisione di 90 turchi) ed è rovinata la moschea. Pandolfo Contarini si ritira con le scuse degli abitanti e rientra a Cattaro (Kotor) con una nave da lui catturata. I veneziani si lamentano con la Porta perché Durazzo dà ricetto ai corsari. I turchi protestano perché è stata violato lo spazio di uno stato sovrano. Si arriva ad un compromesso e la Serenissima riconosce a suo carico le spese per la ricostruzione delle mura diroccate. Il provveditore viene sostituito nel comando da Cristoforo da Canal.

1567

 

 

Combatte ancora i corsari. Scova 3 galeotte attorno a Cefalonia (Kefallinia) e le conquista; ne assale altre 5 e ne cattura 4 dopo un aspro scontro. Vengono liberati dalle catene molti cristiani. Mentre sta combattendo con l’arco è ferito da due frecce, di cui una gli trapassa il fianco. Muore il giorno dopo a Corfù. I veneziani assegneranno ai figli un vitalizio annuo di 400 ducati; alle due figlie verrà concessa una dote di 4000 ducati. Gli succede nella carica Filippo Bragadin.

    

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