Indice Anagrafico dei corsari operanti nel Mediterraneo:

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CAMALI/KEMAL RAIS (Kamali, Kamal Alì, Kamal Rais, Camal Aichio. Camalicchio, Ahmed Kemaleddin) Turco. Corsaro ed ammiraglio. Di Gallipoli. Figlio di un turco di karaman, città dell’Anatolia centrale. Zio paterno del famoso ammiraglio e cartografo Piri Rais.

  • 1451 – 1510 (dicembre)

Anno, mese Stato, in proprio Avversario Azioni intraprese ed altri fatti salienti
1487/1495 Impero ottomano Re d’Aragona
Inizia la sua carriera al comando di una nave del sangiacco dell’Eubea (Evvoia). E’ inviato dal sultano Baiazet in soccorso dell’emiro di Granada Abou Abdallah in guerra con castigliani ed aragonesi. Irrompe su Malaga, dà alle fiamme i villaggi finitimi, mette a sacco le abitazioni e fa prigionieri numerosi abitanti. Prosegue le sue scorrerie nelle acque della Corsica, delle isole Baleari ed è avvistato nei pressi di Pisa. Si volge verso l’Andalusia; in numeroso occasioni fra il 1490 ed il 1492 trasferisce sulle coste maghrebine, nel Nord Africa, i moriscos e gli ebrei in fuga dalla Spagna. In un suo passaggio bombarda i porti di Alicante, di Malaga e di Almeria. Nel 1495 gli è dato il comando di una squadra della flotta ottomana. Segue la costruzione di una galea grossa, la “Goke”, in grado di trasportare 700 soldati ad armata con numerosi cannoni. Sono costruite 2 galee di questo tipo; la seconda è affidata a Burak Rais.
1496
Ottobre Impero ottomano

Salpa da Costantinopoli (Istanbul) con una squadra di 5 galee, 5 fuste, una barza di 1500 botti ed una nave più piccola. E’ sospettato di volere puntare su Taranto.

1497
Gennaio In proprio Venezia Rodi

Salpa da Modone (Methoni); si impadronisce di diverse navi veneziane,  fa annegare i marinai trovati a bordo e  trasporta i carichi a Negroponte, nell’Eubea.

Marzo Impero ottomano

Con un altro corsaro di Gallipoli (Gelibolu),  Camensan, si sposta nelle acque di Rodi (Rodhos) alla testa di 2 barze e di 3 fuste. Combatte una barza di corsari cristiani nelle vicinanze di Montestrato; costoro abbandonano la nave e fuggono su una caravella.  Camali giunge a Stalimene (Lemnos) con le barze e le fuste. Si dirige poi a Tenedo (Imroz) ed a Costantinopoli: ritorna al servizio del sultano e gli viene concessa una provvigione giornaliera di 20 aspri. Ha l’incarico di scortare le navi che trasportano i pellegrini musulmani diretti alla Mecca ed a Medina.

Giugno

Gli sono messe a disposizione 2 grosse navi. Con Enrichi ha l’incarico di bloccare tutti i bastimenti che trasportano frumento nelle acque delle Scolosie e di dirottarli su Costantinopoli. Il motivo: una grave carestia che sta desolando l’Asia Minore.

Luglio

Staziona presso Chio (Khios) al comando di 2 galee grosse (una della portata 700 botti e l’altra di 400). Fa dell’isola la propria base operativa ai danni dei veneziani e dei cavalieri dell’ordine gerosolomitano.

1498
Aprile Impero ottomano

Ha il comando di 6 galee, 12 fuste armate con grosse bombarde, 4 barze ed altre 4 navi più piccole. Esce dai Dardanelli (Canakkale Bogazi) e veleggia verso l’arcipelago greco.

Giugno

E’ segnalato nelle vicinanze di Paro (Paros). Prosegue per l’isola di Candia (Kriti); sbarca a Sitia, saccheggia una chiesa e ne asporta gli arredi sacri, si impossessa del bestiame. Si informa sulle condizioni del locale castello.

Luglio settembre Impero ottomano Corsari

Giunge a Rosetta (Rashid) con 5 galee, 6 fuste e 2 barze per condurre 300 pellegrini, diretti alla Mecca, che hanno con sé 400000 ducati da consegnare al sultano mamelucco d’Egitto da parte del sultano di Costantinopoli Baiazet. Alla bocca di Bicchieri (Abu Kabir) cattura la barza di un corsaro portoghese (300/400 botti di portata e 180 uomini a bordo) e si impadronisce pure di un galeone (anch’esso portoghese) trovato immobile per via della bonaccia. La seconda nave è attaccata con le galee: molti turchi sono uccisi dai cannoni. La barza viene invece assalita sui  fianchi da 2 vascelli fatti appositamente rimorchiare da Camali. Lo scontro dura due giorni ed in esso muoiono più di 250 turchi. Nell’abbordaggio finale gli ottomani uccidono i superstiti trovati in coperta; coloro che rimangono vivi al termine del combattimento sono fatti prigionieri; i più giovani verranno inviati a Costantinopoli come schiavi, altri saranno impalati.  Camali prosegue nella sua campagna e si appropria della barza veneziana di Santorino (Thira): sempre nel periodo attacca un’ altra nave portoghese reduce da un viaggio a Costantinopoli (dove ha consegnato un carico di zucchero) e diretta a Salonicco (Thessaloniki) al fine di imbarcarvi del frumento.

Novembre In proprio Venezia

Sono catturati dalla galea veneziana di Paolo Nari alcuni corsari turchi che navigano su una fusta del Camali. I corsari sono condotti a Corfù (Kérkira).

1499
Gennaio Salpa da Costantinopoli con 10 galee e 4 navi.
Marzo Impero ottomano Venezia

E’ pronto a combattere i veneziani: con lui sono anche Enrichi, Kara Hasan e Chablasi.

Luglio

Agli ordini di Daud Pascià (67 galee, 20 galeotte e 200 imbarcazioni minori) prende parte alla battaglia navale che si svolge a Navarino (Pilos): attacca una galea avversaria e la dà alle fiamme. Nella sua squadra è presente anche una nave tonda. Si porta, successivamente, a Capo Colonna: la flotta turca, a seguito della battaglia navale, non si trova in buone condizioni operative. Camali naviga su una grossa galea della portata di 3000 botti nella quale sono imbarcati 700 uomini.

Agosto

Giunge nei pressi di Lepanto (Navpaktos); al largo, di fronte a tale località, viene sconfitta la flotta veneziana (47 galee, 17 galeotte e 100 navi minori) di Antonio Grimani ; i prigionieri  sono decapitati. Assale la nave di Andrea Loredan e la dà alle fiamme. Salva la vita al capitano avversario, nonostante che il capitano generale della flotta ottomana Ibrahim Pascià ne abbia decretata la morte.

Settembre

Chiede come bottino di guerra 10 galee fra quelle che sono state conquistate ai veneziani. Negli stessi giorni Antonio Grimani viene arrestato a Venezia per essere rilasciato in un secondo momento.

Ottobre dicembre

Staziona con la sua squadra nei pressi dell’isola di Cefalonia (Kefallinia). A dicembre deve allontanarsi a seguito dell’offensiva dei veneziani; si sposta alla difesa di Lepanto.

1500
Aprile maggio

E’ fermo a Lepanto e provvede a fare riparare le navi della flotta ottomana: nei lavori sono coinvolti 15000 operai. Si trova alla testa di 15 fuste.

Luglio A Lepanto con l’armata condotta da Alimech Pascià.
Agosto

Scorre le acque di Corfù ed è presente alla conquista di Modone (Methoni): bombarda la fortezza dal mare; subito dopo si sposta davanti a a Corone (Koroni). Si volge contro la flotta avversaria; conquista un brigantino all’isola di Sapienza (Sapientza) ed affonda la galea “Lezza”. Nello scontro vengono uccisi tutti i membri dell’  equipaggio della nave della Serenissima; anche 500 giannizzeri della flotta muoiono nella fase del suo abbordaggio. I prigionieri del brigantino, viceversa, sono portati a Capo Colonna da dove riusciranno a fuggire con la medesima nave nei giorni successivi.

Settembre Minaccia Voiussa.
Ottobre

Naviga al largo del capo di Santa Maria dell’isola di Santa Maura (Lefkada).

Novembre Termina la campagna;  Camali rientra a Costantinopoli.

1501

Gennaio

Salpa da Costantinopoli con 35/36 navi fra galee e fuste.
Febbraio

Si dirige verso Negroponte con 10 fuste; naviga verso Napoli di Romania (Navplion).

Marzo

Da Negroponte si avvia verso Corfù. Riprende la guerra di corsa. Entra nel Tirreno e sbarca nell’isola di Pianosa ove fa prigionieri gli abitanti.

Aprile

Con 60 vele si volge alla volta di Napoli di Romania e di Malvasia (Monemvasia). Alla notizia il capitano generale della Serenissima, che si trova a Corfù con sole 4 galee, fa requisire 5 galee in viaggio verso il Libano.

Maggio

Nelle acque di Chio con 21 vele (fra cui 8 galeotte da 20 e 22 banchi, e 13 fuste di 12, 15 e 16 banchi). Si porta a Tino (Tinos) e vi trasporta pietrame per rafforzare le difese dell’isola. Si impossessa della nave del provveditore della flotta Girolamo Pisani (con la relativa fanaleria e lo stendardo di San Marco) e della galea “Basadonna”. Entra nel porto di Zonchio (sulla costa del Peloponneso, nei pressi di Navarino) con i fanali e la bandiera veneziana bene in vista: lo seguono 14 fuste e 5 galeotte. I difensori gli vengono contro fiduciosi; i turchi sbarcano a terra e conquistano in meno di dieci ore il castello la cui guarnigione si arrende vilmente. Si appropria nel porto di 3 galee, di una caravella proveniente da La Canea/Khania (carica di biscotto, formaggi e vini) e di altri grippi locali. Convoglia le prede su Modone e sull’isola di Egina (Aiyina); 2000 persone sono trasferite a Negroponte. Recupera Navarino (Pilos).

Giugno

Presta soccorso alle guarnigioni di Vojussa e di Valona (Vlona).

Luglio In proprio

Lascia Modone con 3 galee e 16 fuste: naviga sulla “Basadonna” mentre la fanaleria utilizzata sulla sua capitana è quella della nave di Girolamo Pisani. Primo dei corsari barbareschi si spinge nel medio Tirreno dove ha campo libero. Jacopo d’Appiano, signore di Piombino, che potrebbe opporglisi si trova, infatti, in gravi  difficoltà di fronte all’attacco portato ai suoi danni da terra dalle milizie pontificie  di Cesare Borgia. Camali approfitta della favorevole situazione per sbarcare nell’isola di Pianosa e condurre via come schiavi gli abitanti. Infesta il canale di Piombino.

Agosto settembre
In proprio Piombino Spagna Portogallo

Scende a terra in Sardegna e rapisce altre 1050 persone; in mare tenta di impadronirsi di una nave genovese, la “Artihac”, che, grazie ad una forte pioggia, riesce a sfuggire al suo abbordaggio ed a mettersi in salvo a Garre, presso Marsiglia (Marseille), benché crivellata da numerosi colpi di bombarda. Camali si dirige verso le isole Baleari;  si scontra con gli spagnoli a Maiorca (Mallorca). Scorre sulle coste di Valencia e cattura 7 navi lungo il litorale. A bordo di tali imbarcazioni è trovato uno strano cappello fatto di piume, una pietra nera presa dagli spagnoli nei Caraibi ed una mappa utilizzata da Cristoforo Colombo nei suoi viaggi. Tale carta geografica sarà inserita più tardi da Piri Rais nei suoi lavori. Si volge a sud e bombarda i porti andalusi;  effettua sempre frequenti incursioni a terra sia per potersi approvvigionare di vettovaglie che di procurarsi nuovi schiavi. Punta ora ad ovest, attraversa lo stretto di Gibilterra ed entra nell’Atlantico. Sono qui razziate le coste spagnole e portoghesi. Prosegue verso sud-ovest e giunge alle Canarie dove gli ottomani riscontrano una debole resistenza. Piri Rais da questo viaggio trae lo spunto per creare un famoso portolano che entrerà a far parte di un’opera dedicata alla navigazione.  Da ultimo Camali ritorna verso est, passa vicino alla costa atlantica del Marocco, rientra nel Mediterraneo attraverso lo stretto di Gibilterra. Per strada si ferma in numerosi porti marocchini ed algerini; prosegue verso Tripoli; si impossessa di alcune navi corsare genovesi, qui portatesi non solo per la ricerca di bottino, ma anche per dare la caccia alle galee veneziane di Barberia.

1502
Maggio Parte da Costantinopoli con 50 vele e si dirige alla volta di Negroponte.
Giugno Impero ottomano Venezia Rodi Francia

Esce con 50 vele per danneggiare l’isola di Langò (Kos) ed il castello di San Pietro che appartengono ai cavalieri di Rodi; minaccia Napoli di Romania. A Venezia è interrogato dal Consiglio dei Dieci un suo cognato, Eustachus o Stac Sparcina di Negroponte, accusato di spionaggio ed arrestato a bordo della galea “Mosta”.

Luglio

Si trova con 12 fuste alla difesa di Mitilene (Mitilini), assediata da francesi e veneziani. La località è conquistata dai francesi.

Agosto

Ha come base l’isola di Santa Maura (Levkas), di cui è nominato governatore, sita nello Jonio e vicina alle coste albanesi; da qui infesta l’ Adriatico e l’ Jonio facendo prede di robe e di persone, uccidendo senza pietà chi gli oppone resistenza. Nominato governatore della località, è assalito dalla flotta veneziana di Benedetto Pesaro (50 galee) e da quella pontificia del vescovo di Pafo (Paphos) Iacopo Pesaro (13 galee), commissario del papa Alessandro VI e fratello di Benedetto. Agli italiani si congiungono anche il cavaliere di Scalenghe con 3 galee di Rodi e 4 francesi agli ordini di Prégeant de Bidoux. Le 12 galee pontificie, favorite dai venti australi, si infilano rapidamente tra la terraferma e l’isola; oltrepassati lo Scorpione, il Dreparo, la punta della Torretta ed il forte di San Giorgio, tali navi entrano con determinazione nel grande stagno presso l’estremità del canale dove si trovano 12 galeotte dei corsari. Le imbarcazioni ottomane sperano di potere cogliere alla sprovvista la squadra del vescovo Iacopo Pesaro. Sono, al contrario, i corsari a subire l’azione di sorpresa. I pontifici non indugiano a fare bottino; proseguono nella loro azione, rompono il ponte che collega Santa Maura alla terraferma ed appostano 4 galee sulla costa greca per impedire ogni possibilità di soccorso ai difensori. Sbarcano nell’isola 1000 fanti; costoro investono la piazza dal lato meridionale ed occupano il borgo. Sul far della sera i pontifici, riparati dalle case del borgo, pongono i loro alloggiamenti vicino al castello e tagliano le condutture dell’acquedotto che provvedono all’approvvigionamento idrico della fortezza. La flotta veneziana di Benedetto Pesaro, nello stesso tempo, sempre con il favore dei venti australi, giunge sino alla spiaggia dei Pineti; non è, tuttavia, in grado di orzare tanto da accostarsi alla piazzaforte. La situazione migliorerà nei giorni seguenti. Favorita dalla brezza, la fanteria veneziana sbarca rafforzata da alcuni pezzi di artiglieria di grosso calibro. Sono battute le mura del castello alla cui difesa provvedono, oltre ai corsari, molti giannizzeri e 2000 abitanti. Il governatore turco dell’Epiro spedisce in aiuto di Santa Maura 1000 cavalli ed alcuni battaglioni di fanti: tali uomini, giunti alla testa del ponte di congiunzione, sono presi sotto il fuoco delle 4 galee pontificie e vengono dispersi. L’isola viene espugnata a fine mese; sono catturati 600 giannizzeri; tutti i corsari fatti prigionieri nella circostanza, sono impiccati ai merli della fortezza. Camali sfugge alla cattura (anche se per alcune fonti coeve muore impiccato come gli altri). Migliaia di schiavi pugliesi, siciliani, calabresi sono posti in libertà.  Camali riesce a fare rientro a Gallipoli: in un primo momento sembra cadere in disgrazia presso la Porta, anche perché in precedenza non è stato in grado di sostenere con la dovuta energia la difesa di Mitilene.

Settembre

Lascia Gallipoli con 60 vele; una burrasca ne disperde 30 nei pressi di Mitilene.

Ottobre

Ordina di varare nuove navi al posto di quelle perse nella tempesta. Ne segue i lavori nell’arsenale sito nel Corno d’Oro.

1503
Gennaio

A Costantinopoli. I lavori di ricostruzione della flotta proseguono a rilento.

Marzo Ha il comando della flotta turca a Gallipoli.
Novembre

Vittima del mal francese, è segnalato in cattive condizioni di salute.

Dicembre

Sempre inattivo per la malattia a Costantinopoli. Si parla nuovamente di una sua caduta in disgrazia.

1505
Marzo Impero ottomano Rodi

Alla morte del gran priore dell’ordine gerosolomitano Pierre d’Aubusson esce dai Dardanelli con 3 galee e 17 fuste per combattere i cavalieri di Rodi ed i corsari legati all’ordine,  soliti ad intercettare i carichi di frumento diretti in Asia Minore. Punta sull’isola di Lango (Kos).

Maggio

Assale le coste di Rodi: sbarca a terra un grande numero di turchi per devastare le campagne e gli abitati. Gli vengono contro molti cavalli e fanti. Costretto a riprendere il mare, si porta all’isola delle Scimmie; bombarda il castello da terra con alcuni pezzi di artiglieria. I turchi sono respinti dai cavalieri di Rodi, che vi sono alla difesa, con molte perdite. Camali attacca, successivamente, le isole di Tilo (Tilos) e di Nisiro (Nisyros) trovando ovunque la medesima resistenza. Danneggia l’isola di Lemno (Limnos); dalla sua flotta fuggono molti rinnegati che riprendono la fede cristiana ed informano l’ordine gerosolomitano dei suoi piani. Camali punta, infine, su Chio. Si collega con Kara Tornus.

Luglio Ritorna a Modone con 2 galee e 3 fuste.
Settembre In proprio Spagna Ragusa

Mette a sacco l’isola di Pantelleria. Incrocia nelle acque siciliane e vi cattura 3 navi cariche di frumento, una ragusea (di Dubrovnik) e 2 siciliane. 

1506
Gennaio

Il suo operato è richiesto dai mori di Gerbe (Djerba) per combattere gli spagnoli. Scorre una volta di più sulle coste andaluse; bombarda i porti di Almeria e di Malaga. Trasporta con le sue imbarcazioni in Nord Africa musulmani ed ebrei in fuga dalla Spagna.

Febbraio

Si reca in Africa e si sposa con la vedova di un capo di Tunisi. Ha con sé 11 navi.

Maggio

Ritorna nell’arcipelago greco con 8 legni fra galeotte e fuste. Molte teste di prigionieri decapitati in Ponente fanno parte del suo bagaglio.

Giugno Impero ottomano Rodi

Si getta all’improvviso sull’isola di Lero (Leros); vi si accosta nottetempo con la sua flottiglia. Fa sbarcare 500 turchi e li fa nascondere presso il castello nell’attesa di un suo segnale da darsi con un colpo di cannone  della sua squadra. Si cela anch’egli con le navi in un’ansa non sorvegliata. Gli abitanti escono il mattino per raccogliere orzo;  Camali dà il segnale per aggredire il castello. I pochi difensori, agli ordini di Paolo Simeoni, rintuzzano i suoi assalti e lo obbligano a ritirarsi.

Luglio agosto

Le sue fuste infestano le acque dell’arcipelago. Camali si trasferisce da ultimo in Ponente con una flotta di 22 navi (fra cui 3 galee grosse e 11 fuste). Naviga tra la Sardegna e la Corsica. Ad agosto assale con 3 galee l’isola di Capraia. Sbarcano sulla costa 300 corsari dopo un breve fuoco di artiglieria, condotto, fra l’altro, con una bombarda che lancia pietre di 60 libbre. I suoi uomini sono respinti dagli abitanti dell’isola (6/8 corsari uccisi ed altri feriti contro il ferimento di soli 10 isolani). Prima di partire sono date alle fiamme alcune case e sono tagliati alcuni vigneti.  Camali continua le sue scorrerie attorno alla Corsica; le 3 galee puntano su Capo Corso, danno alle fiamme un’imbarcazione e si muovono nuovamente tra la Corsica e l’isola di Pianosa. A fine mese  Camali ritorna in Barberia con la sua flotta. Costeggia i litorali siciliani: il viceré di Sicilia prepara una squadra per affrontarlo.

Settembre Corsari barbareschi Spagna

Combatte contro gli spagnoli alla difesa dell’isola di Djerba. Con 4 galee sottili e 4 fuste si impossessa di una galea.

Ottobre Impero ottomano Corsari

Nel porto di Trapani incendia un barzotto di un corsaro genovese dopo che costui è riuscito a scaricare a terra 2000 stera di frumento appartenenti alla comunità di Palermo. Ne sono lasciati liberi i marinai perché non hanno partecipato ad una precedente azione di pirateria svoltasi nell’ arcipelago ai danni della nave del veneziano Benedetto Priuli. Dal forte cittadino gli sparano contro; fa rispondere alle sue navi. Transita al largo di Cerigo (Kithira) con 3 galee e 2 fuste. Si incontra con il provveditore della flotta veneziana Girolamo Contarini: i due si salutano e si scambiano i doni di rito. Raggiunge Costantinopoli dove presenterà al sultano una filza di 100 e più teste.

1507
Gennaio Impero ottomano Rodi

Lascia Gallipoli (Gelibolu) con 15 galee e 25 fuste bene armate agli ordini di un genero del sultano Bajazet; ha l’obiettivo di cacciare i corsari cristiani e le navi dei cavalieri di Rodi. Si scontra per tutta la primavera e parte dell’estate con gli avversari.

Marzo Esce da Costantinopoli con 14 vele.
Agosto

Salpa ancora da Costantinopoli per Alessandria (Al Iskandariyah) con 25 vele: porta in dono al sultano d’Egitto, affinché sia in grado di combattere i portoghesi nel mar Rosso, 8000 remi e 50 pezzi di artiglieria.

Dicembre Si trova sempre in Egitto.
1508
Febbraio Segnalato in Egitto.
Maggio

Segue, nell’arsenale del Corno d’Oro a Costantinopoli, i lavori di allestimento della flotta che deve contrastare nell’arcipelago greco i corsari cristiani ed i cavalieri di Rodi.

Giugno Impero Francia
Naviga sulle coste provenzali. Una sua galea si scontra con un vascello basco fra la fortezza di Brégançon e Pont-Cros, nelle isole Hyères. Si impadronisce nel corso della scorreria di molte barche da pesca. Mette a sacco Diano Marina. Suoi uomini risalgono i monti fino ai confini con le valli piemontesi.
Agosto

Viene avvistato a Negroponte con 2 galee, 3 barze e molte fuste.

Ottobre

Alla volta di Tenedo danneggia una nave nel porto di Sizia. Respinge le minacce dei corsari rodioti;  in tal modo assicura a Costantinopoli il necessario approvvigionamento di frumento.

Novembre In proprio Genova

Nelle acque di Tenedo si appropria di una galeazza di Savona, partita da Chio e diretta a Costantinopoli: a bordo vi sono prodotti vari appartenenti a mercanti fiorentini e genovesi. L’equipaggio viene ucciso.

1509
Gennaio Impero ottomano Rodi

Assale con 13 vele il castello di Coo appartenente all’ordine gerosolomitano; è respinto. Negli stessi giorni rifiuta di restituire la galeazza da lui depredata in precedenza ai legittimi proprietari.

Febbraio

Imbarca su 2 grosse fuste un buon numero di giannizzeri. Alla testa di 20 navi (una galeazza, una barza, 2 barzotti, 4 galee, 2 galeotte, 10 fuste) sbarca a Rodi con  Curtogoli. Seguono in pochi giorni quattro assalti alle mura del castello della capitale. A metà mese con 3 galee e 3 fuste si pone alla caccia della flotta dei cavalieri riparatasi all’isola di Coo: si imbatte in 3 galeoni ed in altre 9 navi. Preferisce ripiegare.

1509 In proprio Genova

Incrocia nelle acque della Liguria. Continua le sue incursioni nel Mediterraneo e rientra a Gallipoli.

1510
Gennaio E’ prevista la sua uscita usuale contro i corsari cristiani.
Aprile Si sparge a Roma la voce della sua morte.
Settembre Impero ottomano Portogallo

Lascia Gallipoli con 2 galee, una galeotta ed alcune fuste;  scorta nuovamente un convoglio diretto ad Alessandria  che trasporta legname, artiglierie ed altri materiali destinati alla flotta egiziana in lotta con i portoghesi nelle acque indiane. Camali esce con 40 vele, tra cui 8 galee.

Dicembre

27 navi della flotta naufragano nel corso di una tempesta presso Nasso (Naxos).  Camali muore annegato.

CITAZIONI

-“Tanto celebre.” De Hammer

-“A la Porta dil Signor molto honorato…Chamallì hé huomo di pocha riputatione in Costantinopoli et a presso a’ turchi, ma pur, per gli favori che lui ha, mediante la sua astutia et ingiegno, hé ussito fuori con quatuordici velle de licentia del signor…Archipyrata famosissimo.” Sanudo

-“Rinomato corsaro.” Leti

-“Qui étoit le plus fameux corsaire de son temps.” Richer

“Jusque-la (1505), le corsair le plus dangereux pour le monde chrétien.” Garnier

“Camalh ou dans une forme italianisante Camali, ce corsaire et amiral turc fut le commandant supreme des forces navales ottomanes à la fin du XVe siècle. Il participa à de multiples combats et raids contre les flottes et établissements chrétiennes, notamment ceux de Venise. Il aurait été l’inventeur des canons de marine à longue portée.” Rigaud

-Con Burak Rais “Two experienced corsair captains..already well known to the Venetians for raids in their shipping.” Crowley

-“Aveva dato buona prova di sé come combattente e come ricognitore marittimo per conto della Sublime porta.” Pellegrini

-“Già ai tempi del sultano ottomano Bayazid, giunse in Occidente, quale primo corsaro turco, Kemal Rais: nelle fonti italiane – dove figura come Camali o Camalicchio – è definito “turco corsaro nephandissimo” e “archypirata”, mentre nelle fonti turche è onorato con il titolo di “ghazi”; di lui ci ha dato altre notizie il nipote Piri Rais, noto come grande cartografo del Mediterraneo.” Bono

-“Kemal was unusual in that he began his career as an orthodox Turkish naval commander to support Moorish resistance to the “Reconquista”..He duelled with Spanish coastal batteries, captured and destroyed Spanish shipping in several “cutting out” expeditions, and took hundreds of prisoners. After 1492, reinforced with refugees from Spain, he led raids on the Balearic Islands, Corsica and the coast of Tuscany..In 1501 Kemal returned to the Barbary Coast, this time accompanied by his nephew Piri, who was a gifted cartographer. While Kemal led large-scale raids to Corsica and the Balearics, Piri Reis charted the coasts, and continued this work when Kemal extended his operations to the Mediterranean and Atlantic coasts of southern Spain. One of the prisoners taken was a seaman who had sailed with Columbus, and Piri’s 1513 map incorporated what he had been told of the new lands beyond the Atlantic…His legacies were the integration of Moorish refugees from Spain into pirate crews, and a barbary Coast which had grown reliant upon privateering.” KONSTAM

 

 

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