Indice Anagrafico dei corsari operanti nel Mediterraneo:
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GIOVANNI BATTISTA BRANCACCIO Di Napoli. Cavaliere di Malta. Balivo di Santo Stefano. Marchese di Rivello.
1611 – 1686 (gennaio)
Anno, mese |
Stato, in proprio |
Avversario |
Azioni intraprese ed altri fatti salienti |
1626 |
Spagna |
Duca Savoia |
Milita in Liguria come soldato semplice agli ordini dello zio Giovanni Battista. |
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Spagna |
Francia |
Combatte nella seconda guerra del Monferrato contro i francesi. Prende parte ai due assedi di Casale Monferrato agli ordini del Cardona nel primo, e di Andrea Spinola nel secondo (1629). |
1632 |
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Ottobre |
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Viene ammesso nell’ordine gerosolomitano. |
1636 |
Spagna |
Francia |
Si installa a forza nelle isole che fronteggiano la costa provenzale di Sainte-Marguerite e di Saint-Honorat. |
1639 |
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Combatte i francesi in Piemonte. Ha il grado di sergente maggiore. |
1640 |
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E’ nominato maestro di campo. |
1641 |
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Ha dal viceré di Sicilia, il duca di Medina de las Torres, l’incarico di difendere il litorale salernitano dagli attacchi della flotta francese. |
1642 |
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Allorché scoppia una rivolta in Catalogna il duca di Medina lo invia nella regione alla testa di un corpo di spedizione. Lotta contro i ribelli ed i francesi agli ordini del governatore della Catalogna Andrea Cantelmi. Si segnala a Tortosa ed a Lerida. |
1643 |
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Contrasta a Tarragona il La Motte. Si trova alla conquista ed alla successiva difesa della località attaccata dall’Harcourt. |
………………… |
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Al termine delle operazioni viene creato dal re Filippo IV marchese di Rivello; è pure nominato maestro di campo generale delle artiglierie del regno di Napoli. |
1647 |
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Si trova a Napoli durante la rivolta antispagnola. Collabora con il viceré duca d’Arcos. Con il successore di costui, il conte di Onate, Giovanni Battista Brancaccio ha qualche difficoltà a farsi riconoscere nei suoi incarichi. Deve recarsi in Spagna e protestare alla corte del re Filippo IV. |
1648 |
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Ottobre |
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Ritorna nel regno di Napoli. Riprende il possesso delle sue cariche. |
1650 |
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Comanda le artiglierie all’assedio di Portolongone. |
1652 |
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In Catalogna, nell’esercito del marchese de los Velez. Prende parte all’assedio ed alla conquista di Barcellona. |
1653 |
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Vicario generale dello Stato dei Presidi (Piombino). |
1654 |
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Generale delle armi in Terra di Bari. |
1667 |
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Ottiene dall’ordine gerosolomitano il balivato di Sant’Eufemia. |
1668/ 1669 |
Malta |
Impero ottomano |
Viene inviato alla difesa di Iraklion, capitale dell’isola di Candia (Kriti). |
1670 |
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E’ nominato ammiraglio dell’ordine gerosolomitano. |
1672 |
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………………… |
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Ottiene il balivato di Santo Stefano. |
Aprile |
Spagna |
Francia |
E’ spedito dal viceré di Napoli, il marchese d’Astorga, nello Stato dei Presidi per provvedervi alla sua difesa. |
1675 |
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………………… |
Spagna |
Francia |
Durante la guerra di Messina fa parte della giunta di guerra insieme con il maestro generale di campo, il duca di Calabritto, ed il tenente generale della cavalleria del regno Virginio Valle. |
Marzo |
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E’ destinato al governo di Reggio Calabria. |
1678 |
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Assume la carica di maestro generale di campo delle milizie alla morte di Vincenzo Tuttavilla: conserverà tale incarico sino alla morte, insieme con quello precedente di maestro generale di campo delle artiglierie. |
1681 |
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Aprile |
Malta |
Impero ottomano |
Alla testa di 7 galee e di 3 vascelli maltesi, che trasportano 900 fanti da sbarco, e 5 galee pontificie, di cui ha pure il comando per ordine del papa, si congiunge a Corfù (Kerkira) con la flotta veneziana di Francesco Morosini. |
1682 |
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Gli viene rinnovato il balivato di Santo Stefano nonostante che ne abbia dato le dimissioni. |
1683 |
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Ottobre |
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Ha il comando delle 7 galee dell’ordine gerosolomitano. |
1684 |
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Aprile |
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Rifornisce di vettovaglie Malta con la flotta; controlla le acque dell’isola. |
Maggio |
Malta |
Corsari barbareschi |
Naviga sulle coste africane. Insegue con 7 galee un vascello che si salva nel golfo di Susa (Susah). Costretto da una tempesta rientra dopo una settimana a Malta. Rimette a posto la sua squadra, si porta sulla costa calabrese ed incrocia fino al Capo di Santa Maria di Leuca. Si sposta quindi nel Tirreno, raggiunge Reggio Calabria e Messina; 2 sue galee sono utilizzate per imbarcare denari e merci destinati a Malta. Con le altre 5, scorta, viceversa, il viceré di Sicilia da Messina a Palermo. |
Giugno |
Malta |
Impero ottomano |
Si reca a Messina ed ha a rimorchio 3 vascelli. Si unisce con la flotta pontificia e si porta a Corfù con a bordo 700 soldati. Si congiunge con la flotta veneziana di Francesco Morosini. Litiga con Camillo Guidi, che comanda la squadra dei cavalieri di Santo Stefano, per motivi di precedenza. |
Luglio |
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La flotta cristiana consiste in 26 galee veneziane e 6 galeazze, in 7 galee maltesi, in 5 pontificie, in 4 toscane; a queste si devono aggiungere altre 18 navi da guerra (più altre 4 che scorrono nell’arcipelago), 4 brulotti (navi incendiarie), 14 fra galeotte e brigantini, 24 altri bastimenti da carico tra vascelli e marcigliane, 3 vascelli maltesi, un vascello toscano. Le galee di Giovanni Battista Brancaccio si collocano all’avanguardia, a destra della capitana di Francesco Morosini. A fine mese è programmato l’attacco a Santa Maura (Levkas). Alla notizia che da Prevesa (Préveza) stanno giungendo 2000 fanti in soccorso dei difensori della città, si colloca nei pressi della località con le sue 7 galee ed altre 8, tra pontificie e veneziane. |
Agosto |
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Santa Maura si arrende a patti ai primi del mese: ne escono 790 uomini abili alle armi, 2000 tra donne e bambini, numerosi greci. Sono liberati 200 schiavi (quasi tutti calabresi) e sono presi 70 cannoni; le perdite dei veneziani e dei loro alleati ammontano a 120 morti e 200 feriti. Si decide ora di attaccare Prevesa, nel golfo di Arta (Amvrakikos). La flotta salpa a metà mese con in testa la squadra toscana. Durante il trasferimento sono saccheggiate l’Acarnania e l’Etolia; nel complesso sono dati alle fiamme 200 tra castelli e villaggi. |
Settembre |
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Viene attaccata Prevesa; la località si arrende a fine mese. Ne escono 800 persone delle quali coloro che sono atti alle armi non superano le 200 unità; in potere dei vincitori rimangono 200 schiavi etiopi ed alcuni rinnegati. Sono liberati 18 cristiani. Nella piazzaforte vengono trovati 88 cannoni, di cui 23 di bronzo, con 500 palle. L’assedio è stato condotto per sette giorni da 3000 uomini. |
Ottobre |
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Lascia il campo con i pontifici ai primi del mese. Giunge alle Gomenizze, fa sbarcare 250 soldati perché proteggano il rifornimento d’acqua che deve essere effettuato da veneziani, maltesi e pontifici. Compiono una sortita 300 turchi, fra cavalli e fanti; gli avversari sono respinti. Si ferma a Corfù con i pontifici; molti si ammalano a bordo: in pochi giorni muoiono di malaria 100 soldati e 12 cavalieri. Solo a metà mese Giovanni Battista Brancaccio può riprendere il viaggio; ha a rimorchio le galee pontificie che non hanno un numero sufficiente di rematori per potere proseguire da sole. Le 2 squadre si separano a Capo Spartivento; tocca Augusta, Siracusa ed ai primi novembre raggiunge Malta. In pochi giorni nella sua squadra muoiono a causa dell’epidemia 156 soldati e 21 cavalieri. La mortalità continuerà anche negli ospedali di Malta fino ad arrivare a colpire nel complesso 23 cavalieri e 300 soldati. |
1685 |
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Giugno luglio |
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Prende parte alla nuova campagna contro i turchi, sempre al fianco di Francesco Morosini; ha con sé 1000 fanti da sbarco. A fine mese partecipa all’attacco contro Corone (Koroni); il caposaldo si rivela un duro ostacolo. Sono portati numerosi assalti. |
Agosto |
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I turchi, giunti in soccorso dei difensori, sono sconfitti e messi in fuga. L’attacco decisivo viene condotto dagli schiavoni e dai maltesi; i soldati entrano per una breccia ed i nemici sono passati a fil di spada: globalmente, 3000 sono i turchi che cadono per difendere la località. L’assedio di Corone è durato quarantasette giorni; nella piazzaforte sono trovati 128 cannoni, dei quali 86 di bronzo. Fra le truppe di terra di Malta, muoiono 13 cavalieri per ferite (fra cui il comandante della fanteria da sbarco la Tour) ed 8 per malattia; muoiono pure 150 soldati, rimasti uccisi nei vari combattimenti e per malattia; altri 70 perderanno la vita dopo il loro ritorno a Malta; subiscono pure la medesima sorte 60 vogatori delle galee. Sono fatti schiavi 1336 musulmani; di costoro 336 prendono la strada di Malta o degli stati pontifici; nella realtà, oltre a questi ultimi, altri 500 schiavi saranno trasportati nell’ isola. A fine mese Giovanni Battista Brancaccio lascia l’ Egeo con la squadra pontificia di Camillo Ferretti. Tocca Zante (Zakinthos), Corfù e Gallipoli. |
Settembre |
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Si separa a Capo Spartivento dai pontifici; i maltesi caricano del biscotto ad Augusta e da qui proseguono per la loro isola. Giovanni Battista Brancaccio è accolto con tutti gli onori dal gran maestro Gregorio Carafa. |
…………………. |
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Gli succede al comando delle galee Ferdinando di Heberstein. |
1686 |
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Gennaio |
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Muore a Napoli. Al ritorno dalla guerra contro gli ottomani farà aprire al pubblico la sua biblioteca, detta Brancacciana, ricca di 12000 volumi, già appartenente a due cardinali della sua famiglia, uno zio ed un fratello. La biblioteca sarà ospitata nei locali dell’ospedale di Sant’Angelo a Nido; il Brancaccio la dota di 800 scudi l’anno. |
CITAZIONI