Indice Anagrafico dei corsari operanti nel Mediterraneo:

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BOISBAUDRAN (Gabriel Boisbaudran des Chambres) Francese. Cavaliere di Malta. Corsaro.

  • 1644 (settembre)

Anno, meseStato, in proprioAvversarioAzioni intraprese ed altri fatti salienti
1628

Catturato, è fatto schiavo a Tunisi. La sua detenzione durerà dodici anni.

1640
AprileMaltaCorsari barbareschi

Informa i maltesi che a Susa (Susah) si trovano alcuni vascelli barbareschi, fra cui quello di Kara Ogia, da lui già conosciuto a Tunisi. Viene dato l’incarico di comandante delle galee dell’ordine gerosolomitano al ventenne landgravio Ludovico d’Assia: Boisbaudran ha, invece, il compito di prestargli assistenza. A fine mese salpa da Malta la squadra dei cavalieri gerosolomitani alla testa di 4 galee, di una fregata e di 2 brigantini; l’obiettivo è quello di soprendere i corsari nelle loro basi.

MaggioLa squadra naviga inutilmente tutto il mese.
Giugno luglio

Incrocia con 3 galee davanti all’isola di Gerbe (Djerba), nel canale di Cantera e nel golfo di Misurata (Misratah). In ventuno giorni sono predati un garbo (28 schiavi) ed una fusta di 16 banchi di Santa Maura (Levkas) con a bordo 25 turchi ed alcuni greci rinnegati. Segue una terza scorreria che dura ventitre giorni ed è parimenti infruttuosa.

Agosto

Il landgravio riprende il mare con tutta la squadra (6 galee e 6 brigantini) per sorprendere a Porto Farina 8 galeotte di Biserta (Banzart).   Boisbaudran si colloca su una feluca all’avanguardia. Non sono avvistate le navi barbaresche; la squadra si sposta allora all’Isola dei Cani, a La Goletta; a fine mese giunge a Capo Cartagine ove, sotto la fortezza, sono avvistati i 6 vascelli: la capitana del Kara Ogia, un galeone di 2500 salme con 36 pezzi di artiglieria, un altro galeone della stessa portata, un pinco di 2000 salme con 20 cannoni, un petacchio ed una polacca di 1000 salme ciascuno, con 6 pezzi. Le galee maltesi sono prese di mira dai cannoni dei forti posti sul litorale e dai legni nemici; i cavalieri irrompono nelle imbarcazioni ed uccidono i non molti corsari che sono ancora a bordo. Kara Ogia e gli altri capitani turchi, allorché le navi stanno per cedere, salgono su uno schifo e fuggono a terra per rinchiudersi nella fortezza. Sono fatti solo 24 prigionieri, fra turchi e rinnegati, e sono liberati 38 cristiani. Ogni galea dei cavalieri rimorchia a Malta un vascello nemico.

1642
DicembreHa il comando delle galee dell’ordine gerosolomitano.
1643
Settembre dicembreMalta

E’ inviato a Civitavecchia con 3 galee in appoggio al papa Urbano VIII. Naviga di conserva con 5 galee pontificie, comandate dal commissario generale il marchese Gian Tommaso Raggi. Con la sua presenza obbliga le galee dell’ordine dei cavalieri di Santo Stefano, comandate da Ludovico da Verrazzano, a ritornare a Portoferraio. Viaggia con le galee pontificie fino a Portovenere e Genova dove, a novembre, carica fanti, armi e denaro; rientra a Civitavecchia ed a fine dicembre è nuovamente a Malta.

1644.
AprileMaltaImpero ottomano

Scorre con 2 galee in Levante. Sulle coste dell’Anatolia (Anadolu), alla volta di Bababono, si vede arrivare contro 8 galee della guardia Rodi (Rodhos). Incomincia ad allargarsi in mare con la capitana; la “Santa Maria”, più lenta, non regge il suo ritmo. Si ferma e la prende a rimorchio. Inizia il cannoneggiamento da parte dei turchi. S’alza la marea e 4 galee nemiche scompaiono alla sua vista, portate lontane dal vento. E’ ora inseguito dalla capitana di Rodi e da altre 3 galee. I suoi vogatori sono stanchi;  Boisbaudran fa mettere le vele e si può allontanare dopo una caccia durata quattro ore, in cui, con sempre al traino la “Santa Maria”, tocca le acque delle isole di Sigri, di Negroponte (Evvoia) e di Candia (Kriti). Messosi in salvo, prosegue nella sua missione. Infesta le coste di Rodi, quelle della Caramania (Karaman) e di Cipro (Kipros). Si impadronisce di 2 saiche e di una galeotta; fa 65 schiavi.

LuglioRientra a Malta ai primi del mese.
Agosto

Riparte con il favore del vento per un nuovo viaggio di corsa in Levante. Dispone di 6 galee.

Settembre

Si dirige ancora nelle acque di Rodi; si imbatte a fine mese, dopo trentatre giorni di vana navigazione, a settanta miglia dall’isola, nella carovana turca diretta da Costantinopoli (Istanbul) all’Egitto: è avvistato un primo battello all’alba a quattordici miglia a sopravvento. Con la luce ne viene avvistato un altro sottovento a diciotto miglia, poi altri 3 e, infine, altri 5 sempre alla medesima distanza. Il convoglio è così composto di 10 vascelli (3 galeoni e 7 navi a vela) che navigano in fila indiana.   Boisbaudran dà inizio alla caccia a bordo della sua capitana; lo seguono la “San Giovanni” e la “San Giuseppe”. Un pinco turco (che non fa parte del convoglio avvistato) è abbordato; le altre 3 galee maltesi (La “Santa Maria”, la “San Lorenzo” e la “Vittoria”, comandate, rispettivamente, dal Piancourt, da Nicolas Cotoner, futuro gran maestro dell’ordine, e da Noel de Villegagnon, puntano contro un secondo vascello più grande del precedente, un galeone, detto sultana, di una portata superiore alle 6000 salme. La “Santa Maria” inizia a colpirlo con i suoi pezzi e da sola ne incomincia l’abbordaggio; gli assalitori sono respinti con forti perdite. Lo stesso accade alla galea “Vittoria” e per la sopraggiunta “San Lorenzo”. Molti sono i morti ed i feriti fra i maltesi, fra cui lo stesso capitano Piancourt, ferito prima da una freccia alla mano e ferito, successivamente, da una palla di moschetto al petto. E’ ora la volta di Boisbaudran ad intervenire con la sua capitana: il primo vascello con cui entra in contatto non è turco come crede in un primo momento, si tratta, invece, di una saica greca; si indirizza di seguito contro la sultana e scarica su tale nave i suoi cannoni. Le altre 3 galee galee rinvigoriscono i loro attacchi e 400 maltesi salgono sul ponte del galeone  ottomano. Il Boisbaudran muore per una palla di moschetto al petto che lo colpisce durante le operazioni di abbordaggio. Il comando è preso da Francesco di Neuchesses. Giungono nel frattempo le ultime 2 galee, la “San Giovanni” e la “San Giuseppe”, che hanno sottomesso il pinco; cade anche il comandante turco e la resistenza viene domata. A bordo del galeone sono imbarcati il grande eunuco del palazzo del sultano Tembis Agà, una sorella ed un figlio dello stesso sultano (che diverrà, più tardi, frate domenicano): sono diretti tutti in pellegrinaggio alla Mecca. Di parte maltese, nel combattimento, muoiono oltre il  Boisbaudran ed il Piancourt, 9 cavalieri e 116 uomini; i feriti sono 219. Di parte turca, su 600 persone che vi sono a bordo del galeone, non ne restano vive che 380: tutti i sopravvissuti sono fatti schiavi. L’imbarcazione viene rimorchiata verso Malta dopo che su di essa sono saliti i cavalieri Verdelle e de la Tevillade con 100 soldati ed un buon numero di marinai. Il  Boisbaudran viene sepolto nell’isola di Candia durante il viaggio di ritorno a Malta. 

CITAZIONI

-“Nelle militari chiarissimo.” Foglietta

-“Cavaliero di singolar condotta nelle fattioni di mare, e d’un animo invitto palesato..in molte..occasioni, dandone chiaro segno anco nell’estremo di sua vita, mentre dubitando ch’i suoi per il ritiramento non rallentassero il corso della vittoria, non consentì mai d’esser portato a basso, ma fin ch’ebbe spirito volle sempre star presente alla battaglia.” Dal Pozzo

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