biagio-assereto

Indice Anagrafico dei corsari operanti nel Mediterraneo:

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BIAGIO ASSERETO Di Genova. Signore di Serravalle Scrivia, Monaco, Arcola.

1385 ca. – 1456 (aprile)

Anno, meseStato, in proprioAvversarioAzioni intraprese ed altri fatti salienti
1408E’ nominato scrivano del podestà di Porto Maurizio.
1413MilanoRe d’Aragona

Comanda una galea inviata dai genovesi in soccorso della regina di Napoli Giovanna d’Angiò.

1421Esercita l’attività notarile nella ratifica di alcune convenzioni, tra Genova ed il duca di Milano, per il recupero di alcune fortezze da parte di quest’ultimo.
1424MilanoRe d’Aragona

Viene eletto cancelliere della repubblica con due tra i più famosi uomini politici e letterati genovesi del tempo: Giacomo Bracelli e l’annalista Giovanni Stella. Arma una galea che prende parte alla spedizione guidata da Guido Torelli nel regno di Napoli ai danni degli gli aragonesi ed a favore della regina Giovanni d’Angiò. Ha il ruolo di cancelliere dell’armata. La campagna si conclude dopo sei mesi tra malumori e recriminazioni nei confronti del capitano generale. Nel periodo sposa la ricca Pometta di Teramo di Moneglia.

1425MilanoCampofregosoCon la sua attività di armatore rivela attitudini al comando e doti strategiche al pari di Pietro di Corrado Doria, Andreolo Doria, Babilonio di Negro ed Andrea Spinola, capitani tutti che hanno preso parte alla precedente spedizione. A maggio si prepara a combattere l’ex doge di Genova Tommaso Fregoso, signore di Sarzana, che con l’aiuto dei fiorentini scorre lungo le coste della Riviera di Levante ostacolando il commercio. Nelle’estate, dopo continui rinvii da parte del governatore ducale di Genova, Jacopo di Bologna, cardinale di Sant’Eustachio, fa parte con la sua galea ed altre 4 ad una squadra che dà la caccia agli avversari. Il comando è assunto da Opicino Alciati. Sono riconquistate nella Riviera di levante alcune località come Recco, Rapallo, Sestri levante, Moneglia assalite in precedenza dalla flotta del Fregoso collegato con gli aragonesi. A settembre la sua perizia viene riconosciuta dal commissario ducale Urbano di San Luigi, che stipula con l’Assereto, Pietro ed Andreolo Doria una convenzione per la quale rimangono tutti con le loro galee al servizio di Genova.
1426
GennaioMilanoFirenze Fuoriusciti

Il Consiglio degli Anziani di Genova organizza le difese della città sottoposta alle insidie portate dai fuoriusciti Fregoso.  Gli è concesso un anticipo di 1040 libbre per il primo mese e di 1500 per il secondo. Si sposta in mare quasi tutto l’anno per affrontare le navi inviate da Sarzana e dai fiorentini in soccorso del Fregoso. Biagio Assereto fa parte di una squadra di 4 galee che, comandata da Bartolomeo Giustiniani, dà la caccia a 3 corsari fiorentini: Andrea Marino, Giuliano Torpiano e Pietro Verro. A fine mese si imbatte in costoro a Porto Maurizio e con la sua galea riesce ad avere la meglio sulla nave del Verro. Anche gli altri 2 corsari sono fatti prigionieri.

1427
Settembre

E’ inviato con 4 galee, di cui 2 comandate da capitani catalani, una dallo stesso Assereto ed una da Giovanni di Montaldo per contrastare Domenico Fregoso ed i fiorentini che, partiti da Pisa, stanno desolando le coste liguri. Le 4 galee combattono gli avversari al largo delle Cinque Terre, tra Vernazza e Monterosso. Il signore di Monaco Giovanni Grimaldi si salva in alto mare con la sua galea, mentre altre 2 sono catturate. Uno degli equipaggi, quello di Francesco Fieschi, trova scampo sulla spiaggia di Vernazza; il savonese Antonio Falcone, armatore dell’altra, è catturato ed impiccato con diversi altri corsari a Capo di Faro a Genova.

1428Ricopre l’incarico di cancelliere ed in tale veste affianca il governatore visconteo, l’arcivescovo Bartolomeo Capra. A maggio è nominato podestà di Recco. A fine giugno sottoscrive con altri cittadini a Genova, nella chiesa di Sant’Ambrogio (parrocchia in cui ha l’abitazione) un patto di amicizia e di buona vicinanza con la famiglia Beraldi.
1429

A maggio è confermato nell’incarico di podestà e di castellano di Recco.

1430
LuglioE’ inviato a Savona e sulla Riviera di Ponente dal governatore ducale a causa della peste scoppiata a Genova da un anno. Ha l’incarico di commissario a Portofino, località tolta ai Fieschi perché sospettati di connivenza con i fiorentini. Occupa il castello, si impossessa delle munizioni e degli arredi reperiti in esso, nonché di una galea in allestimento nel porto. I Fieschi protestano con le autorità genovesi ed a Giovanni Antonio Fieschi sono riconosciuti 2650 libbre di genovini per i danni subiti.
AgostoRappresenta Genova in un trattato di alleanza con Lucca a seguito della scacciata dalla città di Paolo Guinigi.
1431

AprileMilanoFirenze

Opicino Alciati ordina a Biagio Assereto ed a Andrea Gentile di assediare le foci dell’Arno davanti a Pisa. Si muove verso l’isola di Capraia per intercettare con il Gentile una galea fiorentina di ritorno dalla Spagna e da Aigues-Mortes. Appoggia, inoltre, l’azione di Bartolomeo de Fornari che ha il comando della flotta genovese.

AgostoMilanoVenezia Firenze

E’ probabile che abbia preso parte, agli ordini di Francesco Spinola, alla battaglia di Portofino o di Rapallo e che vi sia stato fatto prigioniero.

1433Liberato, non si reca direttamente a Genova per puntare invece su Milano. Conosce il duca Filippo Maria Visconti; dimora alla sua corte e ne conquista il favore. In questo periodo è utilizzato dai genovesi in varie missioni diplomatiche. A dicembre rientra a Genova; è inviato dagli Anziani presso il duca e Niccolò Piccinino. Sempre nel mese accompagna a Chambery, in qualità di ambasciatore, la sorella del re di Cipro, sposa al figlio minore del duca di Savoia giunta a Genova.
1434
………………LombardiaEsercita l’incarico di podestà di Pavia.
DicembreIn missione a Milano con Giacomo Bracelli.
1435
LuglioMilanoRe d’Aragona

Alla morte della regina di Napoli Giovanna d’Angiò è scelto come ammiraglio della flotta genovese per volere del duca di Milano. Provvede ad allestire la flotta per combattere il re d’Aragona. La sua nomina è avversata dalle maggiori famiglie della città abituate a monopolizzare nel loro seno tale incarico. Piace al contrario ai popolari. Quando la flotta è pronta a salpare scoppia un violento temporale. Un fulmine precipita sulla chiesa di Sant’Ambrogio facendo cadere una grossa pietra. Il fatto è ritenuto un triste presagio per la prossima impresa. Biagio Assereto, aiutato da un astrologo, Quirico Sacchi, lo interpreta come segno di vittoria. Il terrore è dissipato e l’auspicio si volge a suo favore. Prima di prendere il mare  sale su tutte le navi per controllarne l’armamento e le condizioni dei soldati.

Agosto

Ai primi del mese è inviato in soccorso di Gaeta (dove si trova assediato Francesco Spinola) al comando di 12 grandi galeoni, uno piccolo e  3 galee sulle quali sono imbarcati non più di 2400 uomini. Sulla capitana si imbarca Eliano Spinola. Le altre navi sono comandate da Giacomo Giustinian, Cipriano di Mare, Galeotto Lomellino, Giacomo Calvo, Luca e Carlo Interiani, Giovanni Tommaso di Negro, Andriolo Doria, Enrico Falamonica, Giovanni Pernice, Giacomo Raimbaldi, Giovanni de Federici; capitani delle galee sono Ottobono Imperiale, Ludovico di Camogli e Stefanello Gaiettaro.  La flotta nemica è, invece, composta di 14 caracche e di 11 galee ed una fusta con 6000 armati. La flotta genovese avvista gli avversari al largo di Terracina. Biagio Assereto non cerca lo scontro proponendosi solamente di rifornire di vettovaglie i difensori di Gaeta. Rifiuta di trattare con il re Alfonso d’Aragona che vorrebbe farlo allontanare dietro la promessa di lasciare liberi i difensori alla sua conquista della città. Punta inizialmente su Ischia per assalire in un secondo momento Napoli. Abbandona il progetto. Il combattimento con gli avversari avviene presso l’isola di Ponza e dura dieci ore. La squadra genovese si schiera in linea di fronte; in modo analogo si comporta quella aragonese, almeno inizialmente. L’armata avversaria si avventa contro le navi genovesi scompaginandone la formazione. La capitana aragonese, la “Magnana”, si batte con la capitana genovese; nel contempo, quest’ultima viene attaccata da un’altra nave a sinistra, da poppa è assalita da una terza, a prua da una quarta. All’inizio dello scontro, secondo le disposizioni dell’ Assereto, 3 galeoni si allontanano come per darsi alla fuga, spariscono dietro Ponza per piombare, in un secondo momento, inattesi sugli avversari. I genovesi si gettano all’arrembaggio; giungono i 3 galeoni di riserva che puntano tutti sulla capitana di Alfonso d’Aragona. Il re d’Aragona è costretto a scendere sotto coperta a causa delle frecce che piovono dai genovesi. Il re di Navarra si arrende a Galeotto Lomellino ed il suo esempio è seguito da altri dignitari. Alla fine anche il sovrano aragonese deve cedere, specie dopo che l’Assereto ha fatto aprire a colpi d’ascia la coperta per crivellare di colpi i difensori rifugiativi. Sono catturati il re Alfonso d’Aragona (che consegna la sua spada a Giacomo Giustinian), l’infante di Aragona Enrico, il fratello Giovanni re di Navarra, il gran maestro dell’ordine di San Giacomo, il duca di Sessa Giovanni Antonio Marzano, il principe di Taranto Giovanni Antonio Orsini del Balzo, Giosia Acquaviva, Menicuccio dell’Aquila, il viceré di Sicilia Niccolò Speciale, il conte di Fondi Antonio Gaetani, Francesco Pandone, il conte di Castro Diego Gomez di Sandoval, i fratellastri Fernando di Guevara ed Ignazio d’Avalos, Vidal de Blana, già governatore di Velencia ed altri 100 nobili. Si salva solo il fratello del re Pietro d’Aragona, che riesce a calare da una fune per raggiungere una galea con la quale ripara in Sicilia. Delle galee nemiche 9 sono catturate, una è data alle fiamme, una è affondata e solo 2 riescono a salvarsi dalla cattura. I morti sono 600 tra gli aragonesi e 90 tra i genovesi. 5000 uomini, catturati in combattimento, sono rilasciati a Gaeta, disarmati, senza il pagamento di alcuna taglia. Dopo  un rapido tentativo di occupare Ischia, la flotta ritorna a Genova. In coda naviga la capitana di Biagio Assereto con a bordo i prigionieri di rango. Invece di raggiungere la città come avviene per il resto della flotta, per ordine di Filippo Maria Visconti punta su Savona, ove consegna al luogotenente ducale il re d’Aragona e gli altri suoi “ospiti” che sono, infine, condotti a Milano. Il fatto provoca in Genova un fortissimo risentimento nei confronti del Visconti. Nonostante tutto un ricchissimo bottino viene sbarcato in città ove si fanno in continuazione per tre giorni solenni processioni. Un palio è dedicato alla chiesa di San Domenico (il giorno del santo in cui si è verificata la vittoria); si decide pure di onorare annualmente la vittoria con solenni cerimonie. Nell’occasione i più famosi umanisti dell’epoca, come Ciriaco Anconitano, l’Astesano, il Filelfo ed il Vegio, conosciuti da Biagio Assereto alla corte milanese, gli indirizzano le loro lodi. Tra tutti emerge un carme latino di Enea Silvio Piccolomini (il futuro Pio II).

Novembre

Il duca di Milano conferisce a Biagio Assereto il feudo di Serravalle Scrivia, scorporato dal comitato di Voghera, già dei Beccaria.  Gli consegna pure una delle chiavi del tesoro sottratto ad Alfonso d’Aragona. Questa viene riposta nella cattedrale di Genova, la chiesa di San Lorenzo. La decisione di evitare ad Alfonso d’Aragona l’umiliazione dello sbarco a Genova suscita, nel frattempo, tra gli abitanti della città una profonda delusione, che non tarda a trasformarsi in rivolta. A fine mese rientra a Genova

Dicembre

Negli ultimi giorni di dicembre Francesco Spinola guida la rivolta ai danni dei viscontei. Gli insorti prendono la Porta di San Tommaso. Biagio Assereto, insieme con il commissario ducale Luigi Crotti ed Erasmo da Trivulzio (nuovo governatore della città,  giunto il giorno stesso della ribellione o il giorno prima) si trova alla Porta dei Vacca. Tutti si mettono in salvo rifugiandosi nella fortezza del Castelletto, situata nella parte più alta della città, a ridosso delle mura trecentesche. E’ obbligato alla resa in breve tempo.

1436

………………

Diviene uomo di fiducia del duca di Milano.  I genovesi, ribellatisi ai viscontei  favoriscono la causa di Renato d’Angiò. Si ritira nel suo feudo di Serravalle Scrivia.

OttobreIn ricompensa dei suoi servizi è investito del castello di Monaco, nella diocesi di Genova. Vi rinuncia dopo pochi giorni ed il feudo viene conferito il mese seguente a Giovanni Grimaldi. In cambio di tale località ottiene Arcola in Lunigiana.
1439A marzo è segnalato a Serravalle Scrivia. E’ nominato commissario ducale a Parma; a metà luglio è sostituito in tale incarico da Erasmo da Trivulzio. Gli è dato il comando della flotta viscontea nel lago di Garda.
1440
AprileMilanoVenezia

I veneziani si prendono la rivincita sulla sconfitta subita dai viscontei l’anno precedente, sempre nel lago di Garda. Le navi della Serenissima sono spedite a pezzi per via d’acqua, lungo l’Adige, fino a Ravazzone; questi sono caricati su 600 carri per essere, infine, assemblati a Torbole. L’Assereto  è sconfitto da Stefano Contarini in una battaglia navale che si svolge nei pressi. Lo scontro dura tre ore. Su 19 navi ai suoi ordini, 3 galee, 4 fuste ed una barbotta cadono nelle mani dei veneziani. Si salva a stento nel porto di Riva del Garda. 200/500 sono gli uccisi tra i viscontei, mentre, tra le loro file, altri 410 uomini sono fatti prigionieri.

LuglioRientra a Milano come conseguenza della sconfitta. A fine mese rientra a Parma come commissario ducale in sostituzione di Francesco Barbavara.
1442
DicembreMilanoGenovaCollabora con gli Adorno ed i Fieschi ai danni del doge di Genova Tommaso Fregoso.
1443Il nuovo doge di Genova Raffaele Adorno si offre di fare da padrino di battesimo all’ultimo suo nato.
1444Ad aprile Filippo Maria Visconti gli assegna uno stipendio annuo di 500 fiorini che vanno ad aggiungersi ai 60 mensili che già percepisce come consigliere ducale.
1445
AprileSi trasferisce a Milano.
1446
LuglioMilanoVeneziaHa il comando delle operazioni navali che si svolgono nel lago di Como. Manda a vuoto due tentativi veneziani di impadronirsi della fortezza di Lecco.
1447
Marzo
Viene inviato con la flotta fluviale verso Cremona per sostenere l’azione di Foschino Attendolo, minacciato dai veneziani per l’improvviso voltafaccia di Francesco Sforza nei confronti della Serenissima.
AgostoMuore Filippo Maria Visconti. L’Assereto si ritira a Serravalle Scrivia.
1448
Gennaio

Con la nascita della Repubblica Ambrosiana si reca a Milano. E’ eletto podestà della città e del ducato per sei mesi, a partire dal mese successivo, in sostituzione di Manfredo Rippaiolo dei conti di San Martino.

LuglioMilanoVenezia

Si porta nel cremonese. Prende parte alla battaglia di Casalmaggiore contro i veneziani. La flotta della Serenissima, guidata da Andrea Querini e da Niccolò Trevisan, si ritira su di un ramo del Po, difesa a destra dal presidio amico di Casalmaggiore ed a sinistra da una golena formata dal fiume. Anche l’entrata superiore del canale in cui  si è collocata, è munita di palizzate, steccati e catene. Francesco Sforza bersaglia da terra l’armata della Serenissima con le artiglierie; l’Assereto piazza le proprie navi all’imboccatura del canale tagliando ai veneziani ogni via di uscita. Il Querini quando lo vede risalire il canale per attaccare battaglia, dà fuoco ad alcune sue imbarcazioni e le spinge contro le navi milanesi per incendiarle. L’Assereto, conscio della manovra, fa retrocedere la sua flottiglia ed impegna con gli avversari un furioso combattimento. Nella battaglia navale i veneziani perdono 32 galeoni, 2 galee grosse, 2 galee sottili e 34 navi da trasporto. Si salvano con la fuga solo 7 galeoni.

AgostoRientra a Milano ed ha l’incarico di procedere contro i ribelli, i traditori, gli omicidi, i falsari ed i ladri. Per adempiere tale incarico gli è fornita una scorta di 50 armati.
1449MilanoSforzaIn qualità di podestà deve affrontare anche il problema del vettovagliamento di una città in preda alla carestia. E’ riconfermato nella sua carica.
1450
Febbraio

Milano è assediata da Francesco Sforza.

Marzo

Sottoscrive a Milano un bando per la convocazione dell’assemblea generale, dalla quale esce proclamato Francesco Sforza, come nuovo signore di Milano. Quest’ultimo gli dimostra la propria riconoscenza per averlo favorito nell’acquisto del ducato concedendogli il titolo di  milite e di cavaliere dagli speroni d’oro; arma a sua volta con Carlo Gonzaga 91 nuovi cavalieri di varie nazionalità.  A fine mese presenzia in duomo alla proclamazione a duca del condottiero.

…………………Si ritira a Serravalle Scrivia. La località diviene il centro del malcontento contro il governo di Genova ed il luogo di riunione di tutti i fuoriusciti genovesi, di cui lo Sforza si serve per la sua azione volta alla riconquista di Genova.
1451E’ riconfermato dallo Sforza nel suo feudo di Serravalle Scrivia con il titolo di conte. E’ ora invitato dal nuovo duca a fare pressioni sui fuoriusciti affinché desistano dalle loro scorrerie nel territorio genovese.
1452
Luglio

Complotta con gli Adorno, favorevoli all’ instaurazione in Genova del dominio sforzesco. Si incontra al riguardo con Raffaele e Paolo Adorno.

………………..MilanoGenovaI genovesi depredano i suoi territori.
1454

Con l’abate di Precipiano, gli Spinola di Arquata ed i Ratti cerca di impadronirsi del territorio di Vignale Monferrato ai danni dei signori di Lonate. Francesco Sforza gli ingiunge la restituzione del maltolto.

1456
Aprile

Muore a Serravalle Scrivia o a La Spezia, circondato dai figli che, divisi da rivalità e da diverse simpatie politiche, finiranno presto a perdere il feudo paterno. E’ sepolto nella chiesa arcipresbiteriale di Serravalle Scrivia.

CITAZIONI

-“Benché fusse ignobile di sangue, era di molta isperienza nella maritima.” Summonte

-“Uomo che si aveva acquistato gran fama per avere buona cognizione delle cose marittime.” A. Giustiniani

-“Huomo ignobile di sangue, ma di molta esperienza e virtù nelle guerre marittime.” Di Costanzo

-“Espertissimo huomo di cose maritime; ma notario di palazzo, che per haver’ havuto poco innanzi il capitanato d’una galea, et con quella havea preso un’altra galea…s’haveva acquistato nome di valoroso.” Collenuccio

-“Capace uomo di mare…Uomo d’armi, dalle quali riconobbe tutta la sua gloria, l’Assereto, pur non nutrendo pretese di letterato, sentì sinceramente le aspirazioni culturali del suo secolo e, nel suo desiderio profondo di gloria e di affermazioni mondane, mostrò di condividerne le tendenze e gli atteggiamenti più caratteristici; per questo ebbe l’ammirazione e l’amicizia di molti umanisti.” Balbi

-“ Vir quidem humili genere ac loco natus, ceterum praeclara victoria, ac excelso animo preditus, rerum maritimarum peritissimus.” Bizari

-” Nato di parenti plebei..fu in questi tempi molto essaltato…Et havendo navigato assai tempo diventò nelle battaglie maritime esperto.” Foresti

-“Marino de gran nombradia.” Condeminas Mascarò

-“Uomo di grande riputazione nelle imprese navali.” Denina

-“Guerriero e duce espertissimo nelle cose del mare.” Grillo

-“D’umile condizione, ma rinomato per le sue imprese sul mare.” Von Platen

-“Huomo, e di valore, e di ingegno per Capitano preposto, costui s’havea per una vittoria nuovamente ottenuta contra Petruccio Verro Capitano d’una Galea, con pari forze, gran nome nella Città acquistato, per il che gran speranza di se a’ ciascuno promettea.” Interiano

-“Esperto ammiraglio.” Mallett

-“Per l’ombra di quel semplice Assereto/ che, distolto da rògito o caparra/ e posta sopra il cassero, l’abeto/ trattò meglio che il calamo, la barra/ di battaglie assai meglio che il sigillo/ contro il fior d’Aragona e di Navarra.” D’Annunzio (Merope, la canzone del sangue)

-“Uomo d’armi e di cultura.” Airaldi

-“Della battaglia di Ponza (4 agosto 1435) l’Assereto scrisse una relazione in dialetto, parca e serena, come un atto notarile. Il testo, a volte scorretto e inintelligibile, comprende spesso frasi marinaresche. Il documento è oscuro, ma a questa relazione fa seguito un’altra veramente notevole, quasi in un appendice di eguale importanza sia per le osservazioni di indole politica dell’autore, sia per la lista dei prigionieri fatti nella battaglia, integralmente riportata: quantunque a noi riesca difficile riconoscere i personaggi storici, tante sono le storpiature che il testo ha dovuto subire. In esso è inoltre un breve elenco delle navi catturate e dei prezzi ai quali furono vendute, secondo il tonnellaggio e lo stato nel quale le aveva ridotte la battaglia.” Argegni 

-“Notaio, cancellier della repubblica.. peritissimo nelle cose di mare e guerresche.” Donaver

Immagine: Giaxo d’Axao (wikipedia)

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