Indice Anagrafico dei corsari operanti nel Mediterraneo:

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WILLIAM PYERS/WILLIAM PIERCE (John Piers, John Pierce) Di Plymouth. Corsaro con patente del granduca di Toscana.

 + 1610 ca.

 

Anno, mese

Stato, in proprio

Avversario

Azioni intraprese ed altri fatti salienti

1602

In proprio

Venezia

Alla testa di un equipaggio di 60/70 uomini di Plymouth fa vela sul finire dell’anno con l’”Elizabeth”. E’ munito di mandati di rappresaglia della regina d’Inghilterra Elisabetta ai danni degli spagnoli. Dopo avere trascorso inutilmente sei settimane al largo delle coste spagnole decide di tentare la sorte nel Mediterraneo. Rifornitosi nei porti di Tunisi e di Modone (Methoni) con il suo bertone assale la nave veneziana “Veniera” nelle acque di Capo Maleo mentre questa sta ritornando da Alessandria (Al Iskandariyah). Si appropria della nave il cui carico di indaco, pepe, lino e pelli è valutato in 100000 ducati (25000 sterline); a bordo vi si trovano Giovanni da Mosto, ex-console della Serenissima in Egitto e molti marinai. Imbarca costoro sul suo bertone, peraltro in cattive condizioni di navigazione, e li fa scendere dopo quattro giorni a Zante (Zakinthos). Smercia gran parte del bottino nell’isola di Milo (Milos); il resto in vari porti turchi sulla strada del ritorno verso l’Inghilterra. Ha con sé anche la “Veniera” da William Pyers ribattezzata “Fox”.

1603

 

 

 

Febbraio

In proprio

Impero Venezia

Con Tommaso Sherley ha il comando del bertone “Dragon” armato con 34 cannoni. Insieme i due corsari catturano 2 vascelli fiamminghi, la nave “Caldera” e l’urca “Salvatore”, navigli tutti direttisi nell’arcipelago greco per caricare frumento destinato all’ approvvigionamento di Genova. Nel porto di Milo è sorpresa la marcigliana veneziana “Bersatona” proveniente dall’isola di Candia (Kriti).

Aprile

In proprio

Venezia

Saccheggia dinanzi a Modone la nave veneziana “San Giovanni Battista” di ritorno da Atene.

1604

 

 

 

Aprile

Toscana

Corsari barbareschi

Ottiene dal granduca di Toscana una patente per la guerra di corsa. Con Richard Gifford affianca il capitano della squadra stefanesca Cosimo Angelini nella loro azione condotta nel porto di Algeri.

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Fa scalo a Santa Cruz ed entra in trattative d’affari con gli equipaggi di 6 diverse navi inglesi.

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In proprio

Inghilterra

Rientrato in Inghilterra scorre lungo le coste meridionali dell’Irlanda.

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La sua nave “Fox” viene confiscata a Plymouth dal viceammiraglio del Devon. Nella circostanza William Pyers riesce ad abbandonare in anticipo la sua preda per salire su un altro bastimento di Plymouth che lo sbarca con il suo bottino a Teignmouth. Al suo rientro a Londra viene incarcerato su richiesta del residente veneziano ed è condannato all’impiccagione. Suo padre, un ricco possidente che vive vicino a Plymouth, forse contribuisce a persuadere alcuni membri del Consiglio della Corona ad intercedere per la vita di suo figlio; William Pyers riesce ad avere salva la vita rivelando i nomi dei suoi complici e pagando 1000 corone ai veneziani affinché non denuncino i suoi atti di pirateria.

1610

 

 

Muore in carcere.

 CITAZIONI

 “Famoso corsaro.” Contarini

 

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